On. Salvatore De Meo
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Non era mai accaduto prima che la plenaria si svolgesse in un'aula di Parlamento quasi completamente vuota. Questo perché tutti i gruppi politici hanno sostenuto l’idea che il PE dovesse continuare a essere funzionante per dare risposte ai cittadini in un momento difficile come quello attuale dovuto alla pandemia da Covid-19. Così il 26 marzo i parlamentari hanno partecipato ai lavori da casa e ciascuno di loro, in collegamento da tutta Europa, ha poi votato a distanza. L’agenda della sessione prevedeva: l’iniziativa dell’UE di investimento per la risposta al Coronavirus, che metterà a disposizione degli Stati membri 37 miliardi di euro dei fondi di coesione per affrontare le conseguenze della crisi, una proposta legislativa per estendere il campo di applicazione del Fondo di solidarietà dell'UE anche alle emergenze sanitarie e una proposta per fermare i cosiddetti "voli fantasma" causati dall'epidemia di COVID-19. Il commento dell’eurodeputato Salvatore De Meo: “Non potevamo mancare ad un appuntamento fondamentale nel quale è stato ribadito da tutti i gruppi parlamentari l’importanza che l’Europa dia una risposta concreta perché tutti gli Stati riescano a superare questo momento emergenziale dovuto al Covid-19. Ho votato a favore per questi 3 primi provvedimenti per dare una iniezione di liquidità economica alle imprese europee e per dare la possibilità che il fondo sociale europeo venga utilizzato anche per far fronte alle emergenze sanitarie. Ne è uscita fuori però un’Europa poco incisiva e convinta. Credo che questa battaglia debba essere affrontata e vinta non soltanto per l’emergenza sanitaria, ma perché possa ripartire un’Europa ancora più forte e determinata in cui tutti gli Stati si sentano convintamente partecipi di questo grande progetto. Purtroppo l’Europa è apparsa poco coraggiosa davanti ad una emergenza mondiale come quella del Coronavirus. L’economia sta prepotentemente precipitando e non c’è una reazione da parte dell’UE che, invece, rimanda le decisioni. L’egoismo masochista dei Paese rigoristi dimostra poca presa di coscienza dalla realtà dei fatti ed è pericoloso per tutti. L’Italia merita di avere la solidarietà dei paesi europei che devono essere pronti a fare la loro parte in uno spirito di piena collaborazione istituzionale. Le scelte di alcuni Stati hanno dimostrato autolesionismo e rischiano di far morire definitivamente il progetto Europa. Si deve guardare all’emergenza e combatterla e non al rigore. Bisogna che ci sia meno egoismo e più solidarietà tra gli Stati membri se davvero si vuole portare avanti il progetto UE”.