On. Salvatore De Meo
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Il settore agroalimentare, nonostante durante l’emergenza non abbia avuto interruzioni, garantendo tra l’altro il normale e regolare approvvigionamento dei prodotti, oggi vive comunque una oggettiva flessione determinata dalla contrazione dei consumi con particolare riferimento al settore della ristorazione, del turismo e dell’export. Il pacchetto presentato durante i lavori della Commissione AGRI (Agricoltura e Sviluppo rurale) ha previsto misure di aiuto all’ammasso privato nei settori lattiero-caseario e delle carni, l’autorizzazione di misure di auto-organizzazione dei mercati da parte degli operatori dei settori duramente colpiti e l’introduzione della flessibilità nei programmi di sostegno al mercato per i prodotti ortofrutticoli ed il vino. Il Commissario per l’Agricoltura, Janusz Wojciechowski, ha dichiarato che questo nuovo eccezionale pacchetto di misure intendeva sostenere i settori agroalimentari maggiormente colpiti affrontando le problematiche già rilevate e i rischi futuri. Tali misure, secondo il Commissario, avrebbero alleviato la situazione dei mercati e portato presto a risultati concreti: 200.000 euro in prestiti o garanzie per costi operativi, 70% e 85% di anticipi per pagamenti PAC e fino a 120.000 euro per aiuti di Stato. A mio avviso, la filiera agroalimentare, in questa fase di ripartenza, aveva bisogno di una maggiore attenzione su tutta la linea sia per potersi rilanciare in modo più sicuro sia per gestire meglio la sua crisi economica. Era fondamentale e necessario intervenire subito e con forza poiché, inutile nasconderlo, le risorse destinate all’agricoltura per l’emergenza Covid-19 sono state assolutamente insufficienti rispetto alla portata dei danni subiti. Con questa presa di coscienza da parte di tanti, il 16 maggio il Parlamento Europeo ha approvato il Regolamento di transizione inerente la PAC per garantire continuità agli aiuti per lo sviluppo rurale e per continuare senza interruzioni un periodo di transizione flessibile fino a due anni, con il rifiuto di eventuali tagli al bilancio della politica agricola dell’UE.