On. Salvatore De Meo
Seleziona una pagina

La centralità del settore agricolo e agroalimentare, in Europa come in Italia, è emersa con tutta la sua forza durante l'emergenza legata al coronavirus. Molte sono state le proposte oggetto di discussione che andranno a delineare l’Europa degli anni a venire come i 750 miliardi di euro per il nuovo programma Next Generation EU incorporato nel bilancio a lungo termine dell'UE per il periodo 2021-2027, per una dotazione complessiva di 1.850 miliardi di euro. Di questi, circa 380 miliardi saranno destinati per il fondo europeo agricolo di garanzia e il fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale che dovranno accompagnare anche le nuove strategie Farm to fork e Biodiversità 2030, come anche le richieste per una nuova PAC semplice ed efficace. L’obiettivo è salvaguardare un modello agricolo europeo che tenga unite tutte le realtà, a partire da quelle più fragili che svolgono un importante ruolo come presidio del territorio e dell’ambiente, insieme agli obiettivi di tutela della salute e dell'ambiente stesso. In questo contesto, è importante che gli operatori del settore possano confrontarsi con i rappresentanti delle istituzioni UE e nazionali sulla definizione di una strategia di sostegno e rilancio per questo settore strategico. Il 4 giugno sono intervenuto nella conferenza “Agricoltura e sviluppo rurale nel Bilancio UE 2021-2027” e, pur prendendo atto che nella nuova proposta di bilancio sono state assegnate ulteriori risorse per l’agricoltura (che non solo le stesse della precedente programmazione), ho ribadito che purtroppo sono stati insufficienti gli aiuti europei per far fronte alla crisi dopo il Covid. Abbiamo analizzato la strategia “Farm to fork” per la quale ho confermato alcune perplessità soprattutto per il fatto che coincide con una difficile ripresa delle imprese agricole post Covid e perché sembra che si voglia procedere con gran fretta ignorando che le imprese vanno accompagnate in questa ambiziosa sfida innanzitutto culturale. Ho concluso auspicando che il Governo italiano coinvolga tutte le forze parlamentari per decidere subito l’utilizzo dei fondi messi a disposizione dall’Europa per far ripartire la nostra economia. Insieme ad alcuni parlamentari europei, ho partecipato inoltre ad un incontro in remoto con il presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti e il presidente di Coldiretti Ettore Prandini per parlare di agricoltura e sviluppo rurale nel bilancio UE 2021-2027. Nel corso della riunione ho avuto modo di sottolineare nuovamente l’identità e l’importanza della PAC, puntualizzando come le risorse economiche della Next Generation per l’agricoltura non sono inquadrate in maniera strutturale ma come interventi una tantum. C’è però da sottolineare un importante dato: dall'ultimo report Eurostat, proprio l'Italia risulta essere la prima nazione europea per l'agricoltura biologica e per la sicurezza alimentare mondiale, con il taglio record del 20% sull'uso dei pesticidi che, al contrario, sono aumentati negli altri Stati membri. È un riconoscimento importante che conferma l’impegno e la passione dei produttori italiani che sono molto più “green” di quanto qualcuno li consideri. In virtù di questo, sono intervenuto successivamente in Commissione AGRI (Agricoltura e sviluppo rurale) per ribadire all’Europa quanto la strategia Farm to fork preveda l’obiettivo di raggiungere il 25% di superficie agricola biologica e la riduzione dei fitofarmaci, ma non consideri, invece, che alcuni stati come l’Italia sono già a buon punto. La produzione biologica comporta una riduzione della resa e quindi c’è rischio di dover importare da Paesi terzi. La crisi economica, inoltre, riduce il reddito dei consumatori che potrebbero non essere in grado di sostenere i costi aggiuntivi per la produzione che si riverseranno sul costo finale dei prodotti. Rimangono anche le mie perplessità sull’etichettatura fronte pacco Nutriscore, uno schema a colori basato su un algoritmo che calcola il punteggio in base alla quantità di nutrienti presenti in 100 g di prodotto, attribuendo poi un colore e una lettera per indicare la frequenza di consumo consigliata, che può indurre in confusione. Per questo ritengo che si debba arrivare ad una metodologia comune di etichettatura evitando confusioni e semplificazioni che penalizzano alcune eccellenze alimentari soprattutto italiane.