On. Salvatore De Meo
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L’erosione delle coste e l’incertezza dovuta alla direttiva Bolkestein rappresentano motivo di forte preoccupazione ed incertezza per il settore turistico ed in particolare quello balneare. Purtroppo è sempre più attuale, infatti, il problema della scomparsa delle nostre spiagge a causa dell’erosione costiera. Negli ultimi 40 anni i tratti di litorale soggetti a erosione sono triplicati, a questo si deve aggiungere il problema dei cambiamenti climatici e l’innalzamento del livello del mare a cui potrebbe seguire il rischio di inondazione. Da troppi anni si sta sottovalutando un possibile scenario che addirittura potrebbe mettere a rischio migliaia di imprese che operano sul demanio marittimo. L’erosione è un problema che va affrontato con urgenza e mi auguro che tutte le regioni costiere, di concerto con lo Stato, vogliano utilizzare anche i finanziamenti europei, ordinari e straordinari, per realizzare infrastrutture adeguate a contenere il fenomeno erosivo per preservare e valorizzare le nostre coste che sono elemento di identificazione e qualità dell’offerta turistica italiana. Nel frattempo il tema della Direttiva Bolkestein continua a far discutere a livello nazionale ed europeo, ma soprattutto a far trepidare tantissime imprese che, a causa di un Governo poco chiaro e poco incisivo, non hanno certezza del proprio futuro e sicuramente non sono aiutate a uscire dalla crisi pandemica. In un dibattito a Bruxelles ho avuto modo di esprimere le mie perplessità e la necessità di un chiarimento sull’effettiva applicazione della direttiva. Purtroppo alcuni aspetti della direttiva Bolkestein stanno creando seri problemi al settore del demanio marittimo che, invece, risulta strategico per tutto il comparto turistico. Il Parlamento italiano, con Legge 145/2018, ha stabilito la proroga delle concessioni demaniali marittime al 31/12/2033 nelle more di un complessivo riordino della materia, ma la dubbia interpretazione dell’applicazione della direttiva Bolkestein sta continuando a generare contenziosi tra imprese e Comuni i quali si stanno muovendo in modo non coordinato, con evidenti disparità di trattamento verso gli operatori con attività sul demanio marittimo. Nel frattempo, visto l’immobilismo del nostro Governo, l’Unione Europea ha avviato una nuova procedura di infrazione nei confronti dell’Italia. In questo scenario complesso, la recente sentenza del TAR della Puglia, richiamando legislazione e giurisprudenza italiana ed europea, ha evidenziato come la Direttiva Bolkestein per caratteristiche oggettive non ha i requisiti di una direttiva auto - esecutiva e quindi non è applicabile automaticamente negli Stati membri anche in caso di contrasto con la norma nazionale che, pertanto, prevale e va osservata. Il Governo italiano deve dare vita ad un generale riordino della materia, restituendo certezze alle tante imprese che operano sul demanio marittimo, ma, soprattutto, deve intervenire per interrompere la procedura di infrazione e per chiarire che la direttiva non può essere applicata alle concessioni demaniali perché riferite alla sola e semplice occupazione di una porzione del demanio quindi avente ad oggetto un bene e non l’attività o il servizio che su di esso si svolge. Noi di Forza Italia continueremo ad essere vicini a tutte le imprese che stanno vivendo questo dramma e che rappresentano l’economia reale. Nei Paesi europei come l’Italia, dove l’economia del turismo balneare costituisce una componente importante del Pil nazionale, è necessario trovare delle soluzioni consone ed efficaci per non andare ad aggravare un settore già duramente colpito dalla crisi pandemica.