On. Salvatore De Meo
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Davanti ad una Europa inizialmente troppo moderata nei confronti delle case farmaceutiche abbiamo visto nelle ultime settimane un cambio di passo incisivo e forte. Le polemiche sulla campagna vaccinale in Europa e in Italia stanno aumentando tra i cittadini un senso di smarrimento e di confusione. Quello che non è accettabile è l’atteggiamento delle case produttrici di vaccini che, non rispettando gli accordi contrattuali, stanno contribuendo a creare un malessere ed uno allarmismo generale. AstraZeneca si è resa protagonista di una violazione fatta verso le sue obbligazioni contrattuali sulla produzione e la fornitura di dosi per l’Europa, da qui la decisione dell’Ue di intentare causa contro l’azienda. Anche la casa farmaceutica Pfizer ha fatto discutere per l’aumento del prezzo del suo vaccino. Mentre scienziati e Governi monitorano l'efficacia nel tempo dei diversi vaccini anti-Covid, la loro sicurezza e l'impatto sull'andamento dell'epidemia, le aziende produttrici monitorano i loro affari anche nel tempo consapevoli del fatto che saranno necessari richiami periodici o vaccini modificati contro nuove possibili varianti. In Europa ci sono stati oltre un milione di morti dall'inizio dell'epidemia di Covid, siamo una delle aree più colpite del mondo. L'obiettivo delle 500mila vaccinazioni al giorno rimane anche in Italia. Dopo i ritardi, è necessario ora recuperare il tempo perso, responsabilizzare maggiormente le case farmaceutiche e favorire una maggior fiducia nei cittadini superando le criticità e difficoltà finora registrate. L’Unione Europea deve essere chiara nel dettare le regole di una campagna vaccinale sicura e veloce e deve guardare al futuro, puntando all’autonomia produttiva dei vaccini e investendo maggiormente nella ricerca per garantire una cura definitiva dal Covid e dalle sue varianti. I numeri degli immunizzati possono e devono cambiare velocemente in Italia e in Europa, perché solo così possiamo dire di avere affrontato la sfida Covid, ma, soprattutto, di avere creato le condizioni per far ripartire la nostra economia per la quale non c’è ristoro migliore che permettere a tutte le attività di riprendere a lavorare in sicurezza.