On. Salvatore De Meo
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L’Italia, dopo la crisi del 2008, non è riuscita a dare le giuste opportunità ai giovani e, il più delle volte, molti di loro sono stati costretti a lasciare lo stivale dirigendosi all’estero in cerca di fortuna. Dopo 12 anni, il Covid ha colpito il mondo rallentando tutti gli sforzi fatti per riprendersi dalla crisi finanziaria. Questa volta però l’Italia non è stata lasciata sola: per la prima volta l’Europa ha compreso l’esigenza di rispettare i valori di unione su cui si basa adottando il Piano straordinario conosciuto come Next Generation Eu. Degli oltre 750 miliardi di euro previsti dal Piano, 191,5 (68,9 miliardi in sovvenzioni a fondo perduto e 122,6 miliardi in prestiti) sono stati destinati all’Italia in risposta alle esigenze proposte dal governo italiano nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza a cui sono stati aggiunti ulteriori 30,6 miliardi di risorse nazionali attraverso un Fondo complementare. Una buona parte delle risorse ricevute, sicuramente, non è un regalo e dovrà essere restituita, entro il 2058, proprio da noi giovani che oggi “dovremmo” poter avere maggiore considerazione essendo gli intestatari del debito. Nel nostro Paese, noi giovani viviamo maggiori difficoltà sia rispetto ai coetanei di altri Paesi europei sia rispetto alla generazione dei nostri genitori. Nel 2020, infatti, il tasso di occupazione della fascia 15 - 29 anni era pari al 29,8%, ben lontano dai livelli di altri Paesi europei (46,1%). Questo perché in Italia ragazzi e ragazze risultano avere accesso a minori opportunità educative e lavorative e sono i più colpiti da condizioni di povertà assoluta. Inoltre, il costante calo demografico ha causato una riduzione del numero di giovani. Tutti fattori che insieme si traducono in una grave mancanza di mobilità sociale e in un sempre più ampio divario intergenerazionale. A tal proposito, molti di noi, pur non avendone compiutamente conoscenza, ripongono grande fiducia nel PNRR nel quale vengono stimate risorse dirette per 21,6 miliardi con moltissime misure che possono influire, anche indirettamente, sugli under 30. Gli interventi del PNRR, secondo le stime del Governo, andranno a prevedere un incremento dell’occupazione giovanile su tutto il territorio nazionale, entro il 2026, di 3,2 punti percentuali. I giovani, grazie alle numerose risorse messe a disposizione dall’Europa e strutturate dal Governo, oggi hanno l’opportunità di scrivere il futuro del nostro Paese. Ad ogni modo, credo che sia necessario che le varie misure previste dal Governo vadano concretamente condivise con i giovani sia nella programmazione che nell’attuazione affinché non sia solo un obiettivo formale ma diventino realtà. Per questo penso che i giovani vadano stimolati ulteriormente e responsabilizzati ad uscire dal loro perimetro che, per quanto possa rappresentare oggi un “comfort zone”, rischia di diventare domani una strettoia dalla quale non tutti sapranno uscire.