On. Salvatore De Meo
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L’Ue è uno dei principali produttori ed esportatori mondiali di prodotti agricoli, ma la crisi pandemica, la guerra, l’emergenza energetica e climatica stanno avendo pesanti effetti sull’agricoltura causando una forte diminuzione delle produzioni e mettendo in discussione l’intera filiera agroalimentare. La riforma della PAC è stata pensata, prima della pandemia e della guerra, per dare agli agricoltori la spinta necessaria verso un modello di produzione sostenibile, ma oggi possiamo affermare che la consistente inflazione ne riduce la portata economica e la sua forte impostazione “green”, unitamente ad altre strategie europee, rischiando di aggravare gli effetti della crisi con conseguenze su produzione e consumatori. Purtroppo la legittima e condivisibile “voglia di ambiente” spesso fa dimenticare che la sostenibilità non può essere solo ambientale, ma deve trovare concreta attuazione anche in termini economici e sociali. A fronte di ciò, è forte l’esigenza di sostenere tutto il settore agricolo e, soprattutto, di avvicinare i giovani all'agricoltura non solo perché questi hanno una maggiore sensibilità per le tematiche di sostenibilità, ma perché possono essere l’elemento importante per la transizione verde e fautori di una digitalizzazione dell’agricoltura. Avvicinare i giovani all’imprenditoria rurale significa cambiare in maniera resiliente il modo di concepire e realizzare il mondo agricolo aumentando la necessità di nuove competenze che spesso appartengono proprio alle nuove generazioni. Si andrebbero, infatti, a creare posizioni aperte con la possibilità per altri giovani di investire e lavorare producendo opportunità non solo per la nostra economia, ma anche per la nostra società ragionando anche su attività agricole multifunzionali come agriturismi, fattorie didattiche, attività agro-sportive o agro-asili. Sono tanti i giovani che stanno virando verso l’agricoltura anche grazie ai sussidi europei. Bisogna lasciarsi alle spalle una retrograda concezione che delineava il contadino come un manovale con la vanga perché oggi questo ruolo è cambiato in un contesto sociale che guarda all’imprenditore agricolo che gestisce e organizza il suo lavoro con tecnologie digitali, dati spaziali e competenze che prima non c’erano. Quello che forse non è cambiato è ciò che l’imprenditore agricolo rappresenta: un baluardo che continua ad avere valore non solo a livello economico, ma anche a livello sociale e culturale in tutta l’Europa rappresentandone un forte elemento identitario che va sostenuto e salvaguardato.