On. Salvatore De Meo
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Se c’è un simbolo del Made in Italy nel mondo da sempre è sicuramente la pizza che non smette di crescere sia dal punto di vista del business, sia da quello gourmet e della ristorazione per un fatturato che vale oltre 15 miliardi di euro all’anno. Proprio per tutelare le nostre eccellenze l’Europa ha approvato la richiesta dell'Italia di garantire la protezione con riserva del nome per la “Pizza Napoletana” STG ossia Specialità Tradizionale Garantita.
La tutela europea della pizza, infatti, è contenuta nella Gazzetta ufficiale, dove il 28 novembre è stato pubblicato il Regolamento di esecuzione Ue 2022/2313 che ha approvato la richiesta italiana. Per beneficiare della denominazione STG un prodotto agricolo o alimentare deve essere conforme al disciplinare e può essere registrato con o senza l'uso riservato del nome.
Questa dicitura ora potrà essere utilizzata sulle confezioni o nei menù di ristoranti e pizzerie in Italia e nell'Unione Europea solo se saranno garantite alcune caratteristiche relative alla preparazione: le ore minime di lievitazione, la stesura a mano della pasta, le modalità di farcitura, la cottura esclusivamente in forno a legna a una temperatura di 485°C e l'altezza del cornicione di 1-2 cm, con il controllo di un Ente terzo di certificazione.
I limiti riguardano anche l'utilizzo di materie prime di base, che devono essere Made in Italy come l'olio extravergine d'oliva, il basilico fresco, la Mozzarella di Bufala Campana Dop oppure la Mozzarella tradizionale STG. I pomodori, invece, possono essere pelati, oppure pomodorini freschi. Questo riconoscimento alla pizza napoletana è una grande vittoria per le produzioni italiane nella battaglia per la tutela dei marchi e delle specialità.
Ora nessuno potrà scrivere nel menù “pizza napoletana” se non rispetterà le regole previste dal disciplinare di produzione su ingredienti, metodi di preparazione e cottura. Qualora la pizza napoletana, infatti, non corrispondesse al disciplinare di produzione, sarà considerato un illecito sul quale l’Ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi (ICQRF) è già al lavoro per dettagliare gli aspetti tecnici e per aggiornare le relative disposizioni sanzionatorie inerenti alla protezione delle indicazioni geografiche e delle denominazioni di origine dei prodotti agricoli e alimentari.