On. Salvatore De Meo
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La Commissione Agricoltura del Parlamento europeo ha respinto oggi a chiara maggioranza la proposta della Commissione europea sul ripristino della natura, che puntava a imporre agli agricoltori di abbandonare il 10 per cento della superficie agricola, col pretesto di favorire la transizione ecologica.

“Un’iniziativa fuori luogo”, così l’europarlamentare sudtirolese Herbert Dorfmann, responsabile della politica agricola per il Partito Popolare Europeo (Ppe), aveva qualche settimana fa bollato il progetto dell’esecutivo di Bruxelles, esortando il centrodestra europeo ad opporvisi. Questa linea è passata oggi. I gruppi del Ppe, dei conservatori e dei liberali hanno votato per respingere la proposta della Commissione, mentre la sinistra e i verdi si sono ritrovati in minoranza a sostenere questa iniziativa. “Il voto di oggi è una vittoria per l’agricoltura e gli agricoltori europei. Abbiamo bocciato la logica sbagliata della Commissione, secondo cui per lavorare la terra in maniera sostenibile è necessario abbandonarla”, afferma l’europarlamentare di Forza Italia Salvatore De Meo, presidente della Commissione Affari costituzionali e anche lui componente della Commissione Agricoltura.

Forza Italia e l’Svp hanno entrambe contribuito a bloccare il progetto della Commissione di ridurre le terre coltivabili, mentre Partito democratico e Movimento cinque stelle hanno cercato senza successo di farlo passare.

Dorfmann esprime pure lui soddisfazione per il risultato del voto: “La proposta della Commissione è inadeguata a raggiungere gli obiettivi che si pone. Il mantenimento del territorio è chiaramente una nostra priorità. Ma per perseguire questo scopo bisogna agire innanzitutto a livello locale, dove si sa, meglio che a Bruxelles, quali sono gli interventi necessari”.

Gli fa eco De Meo: “La pandemia prima, la guerra e la crisi energetica dopo, hanno messo a dura prova il sistema agricolo europeo. La proposta della Commissione è pertanto totalmente intempestiva, perché, oggi più che mai, non è opportuno né condivisibile creare nuovi ostacoli per i nostri agricoltori”.