On. Salvatore De Meo
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Credo sia importante, anche in vista delle elezioni europee del prossimo giugno, sottolineare quelle che sono le criticità che l’Europa sta affrontando, gli obiettivi che si è proposta e come l’Italia si stia rapportando ad essa. Ciò che mi preme continuare a sottolineare è come Forza Italia in tutti questi anni abbia rappresentato l’unico partito politico italiano liberale, moderato e cristiano, in Italia come in Europa. Proprio questi valori hanno spinto il presidente Berlusconi a far entrare il partito azzurro nel Partito Popolare Europeo, il più grande partito del Parlamento europeo. Anche con Antonio Tajani, eletto lo scorso 15 luglio nuovo segretario nazionale all'unanimità, Forza Italia continuerà a lavorare come partito di centrodestra all'interno di una grande famiglia politica responsabile del futuro di tutti gli Stati membri.
Siamo alla fine di questa legislatura e posso dire che gli ultimi anni sono stati complicati e difficili per l'Europa, ma allo stesso tempo proprio queste difficoltà hanno fatto emergere la vera Europa: un'Europa solidale che, di fronte alle difficoltà, ha dimostrato concretezza e capacità di dare risposte tempestive, cosa che non era riuscita a fare, ad esempio, durante la precedente crisi finanziaria del 2008. Abbiamo reagito alla pandemia causata dal Covid investendo prima nei vaccini e poi mettendo a disposizione una grande quantità di risorse tramite il Next Generation EU. Abbiamo anche risposto prontamente alla guerra in Ucraina e all'emergenza energetica. In un momento difficile, abbiamo compreso che la nostra Unione deve essere rafforzata, soprattutto rimuovendo gli ostacoli che rallentano il progresso europeo. È stata proprio la reattività dimostrata negli ultimi difficili anni a permetterci di guardare ora al nostro futuro con ottimismo.
Credo che il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza rappresenti una grande opportunità di rilancio per tutti gli Stati membri. In Italia oggi è un argomento di discussione, ma solo a livello nazionale perché altri Paesi sono più indietro dell'Italia. Non c'è motivo di preoccuparsi come tanti inducono a credere. Il nostro governo, infatti, sta facendo grandi sforzi per utilizzare al meglio le risorse. È innegabile che ci troviamo con una considerevole quantità di denaro, oltre 200 miliardi, nonostante negli anni precedenti la capacità di spesa sia stata limitata. Tuttavia, il confronto c’è e l'Italia sta rispondendo adeguatamente a tutte le richieste di integrazione per l'erogazione dei fondi.
Per quanto riguarda la prossima legislatura, ritengo che debba avere una fase costituente. Come presidente della Commissione affari costituzionali al Parlamento, posso affermare che stiamo rivedendo i Trattati che nel tempo hanno dimostrato criticità e lavorando in questa direzione perché i cittadini ci hanno chiesto un'Europa più vicina e resiliente. Se si riuscisse però ad avere strumenti che ci consentano di adattare l'Europa alle esigenze urgenti, si potrebbero affrontare meglio tutte le sfide. Va sottolineato, infatti, che in una condizione di Unione come la nostra, il fatto che il veto di un singolo Stato sia sufficiente a impedire decisioni immediate è sbagliato. Se questa situazione fosse rivista, infatti, sarebbe più facile raggiungere tutti gli obiettivi.
Il prossimo 9 giugno ogni cittadino europeo sarà chiamato a scegliere il suo futuro, sarà importante per tutti farlo con lungimiranza e con resilienza perché l’Europa ha bisogno di noi così come noi abbiamo bisogno di un’Europa che continui ad essere coraggiosa e forte.