On. Salvatore De Meo
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Il Parlamento europeo ha approvato la Direttiva sulle case green per migliorare l'efficienza energetica degli edifici, con 343 voti favorevoli, 216 contrari e 78 astenuti. Il testo stabilisce che gli edifici raggiungano almeno la classe energetica “E” entro il 2030, la calsse “D” entro il 2033 e puntino alla neutralità energetica entro il 2050.

La delegazione di Forza Italia, nonostante il testo sia stato emendato e migliorato rispetto alla proposta inziale della Commisione europea, ha votato contro perché continua ad essere eccessivamente ambizioso rispetto alle peculiarità del patrimonio edilizio italiano, completamente diverso rispetto a quello di altri Paesi europei. Gran parte del nostro patrimonio edilizio, infatti, è rappresentato da edifici di una vetustà di gran lunga superiore ad altri Stati membri e spesso concentrata nei centri storici dove la rigorosa vincolistica e tutela richiede procedure lunghe, complesse e costose per poter realizzare gli interventi di efficientamento.

In questo siamo fiduciosi che il Governo italiano nella proposta di piano da presentare a Bruxelles, tenga conto di questa specificità e riesca a negoziare una tempistica adeguata e non stringente. La proposta approvata risulta poco pragmatica e soprattutto non prevede risorse economiche che consentano agli stati membri di accompagnare questo processo di efficinetamento energetico. Dando il via libera alla Direttiva sul rendimento energetico degli edifici, il Parlamento europeo ha posto obiettivi sicuramente condivisibili in tema ambientale, ma, allo stesso tempo, è evidente che mette in difficoltà i tanti proprietari che, in questa straordinaria fase di congiuntura economica e sociale, per insufficienza delle risorse finanziarie e di sostegni pubblici, non riusciranno ad adeguare le proprie abitazioni entro la scadenza prevista con una contestuale svalutazione del valore immobiliare.

Come ha sempre ribadito a suo tempo il Presidente Berlusconi, per noi di Forza Italia la casa è sacra e non possiamo accettare una proposta che, di fatto, determina una diminuizione di valore di un bene che i cittadini hanno già pagato e mantenuto con molti sacrifici. Preoccuparsi della salute dell’ambiente è indubbiamente importante, ma lo è anche preoccuparsi delle tasche dei cittadini europei.