Sgomento, commozione, incredulità, silenzio: sono stati questi i sentimenti che hanno accompagnato la notizia della scomparsa del Santo Padre, giunta all’indomani della Pasqua. In un tempo che richiama alla speranza e alla rinascita, ci siamo fermati, come un unico corpo, per rendere omaggio a un uomo che ha saputo guidare la Chiesa con fede profonda, umiltà sincera e coraggio silenzioso. La sua morte, avvenuta nella luce pasquale e nell’anno del Giubileo, ha assunto un significato ancora più denso, quasi a volerci ricordare che la vita non si spegne, ma si trasforma.

Ho avuto il privilegio di incontrarlo tre volte e porto con me il ricordo di uno sguardo limpido, di parole semplici e vere, di una presenza capace di toccare il cuore. È con questa gratitudine che lo ricordo, con la consapevolezza profondamente cristiana che chi ha vissuto servendo l’altro con amore trova ora riposo nella pace del Padre.

In queste settimane, un fiume silenzioso e composto di oltre mezzo milione di persone ha attraversato Roma per salutare papa Francesco. Il giorno del suo funerale, dalla Basilica di San Pietro a Santa Maria Maggiore, migliaia hanno voluto stringersi attorno al suo ricordo, portando nel cuore le sue parole e i suoi gesti: indimenticabile, per tutti, l’immagine della sua preghiera solitaria in una piazza San Pietro vuota, sotto la pioggia, nel momento più buio della pandemia, un gesto che resterà scolpito nella memoria collettiva.

Un lungo applauso ha accompagnato le parole del decano che ha ricordato l’impegno del papa per la pace, i migranti, i poveri, i dimenticati. Ed è forse proprio in questo spirito che, tra le navate della basilica, poco prima del funerale, si è consumato un incontro che ha fatto il giro del mondo: dopo mesi di tensioni, Donald Trump e Volodymyr Zelensky si sono ritrovati faccia a faccia in un colloquio di quindici minuti, definito da entrambi “costruttivo”. Un gesto che ha il sapore di un ultimo, grande dono di Francesco al mondo.

Grazie Francesco per esser stato papa degli ultimi, degli emarginati, dei bisognosi. Il papa della pace.