Il 14 e 15 luglio si è tenuta per la prima volta al Parlamento europeo la 107ª edizione del Seminario Rose-Roth, un appuntamento di grande rilievo organizzato in collaborazione con l’Assemblea parlamentare della NATO. In qualità di Presidente della Delegazione per le relazioni con l’Assemblea parlamentare della NATO ho lavorato affinché si svolgesse a Bruxelles proprio per riaffermare, anche simbolicamente, quanto il legame tra l’Unione europea e la NATO sia oggi essenziale per affrontare le sfide globali.
Il confronto è stato molto concreto: oggi più che mai serve un dialogo aperto su come rafforzare le capacità difensive, proteggere le nostre democrazie e costruire un’Europa più resiliente. Il tutto senza dimenticare che la sicurezza non può mai essere in contrapposizione con la coesione sociale. È in questo contesto che si inserisce l’obiettivo di destinare il 5% del PIL alla difesa entro il 2035, approccio su cui si è aperto un ampio dibattito. Come ha sottolineato anche la presidente Giorgia Meloni, è fondamentale che questo sforzo non comporti tagli alla sanità o ad altri settori strategici. Lo stesso Ministro degli Esteri Antonio Tajani ha ribadito la necessità di garantire equilibrio.
Da parte mia, ho sempre sostenuto che si debba puntare su una difesa europea che non sia fatta solo di armamenti, ma che valorizzi anche l’enorme potenziale industriale e tecnologico dei nostri territori. L’Italia, infatti, può giocare un ruolo chiave, non solo per la sua posizione geopolitica ma anche come leader nella manifattura e nella componentistica. Questo significa investire anche in ricerca, innovazione, sicurezza alimentare, cybersicurezza e infrastrutture. La difesa moderna non è più solo una questione militare, ma un sistema complesso che coinvolge filiere produttive, competenze strategiche e sviluppo tecnologico.
Dobbiamo evitare che il concetto di “difesa globale” diventi un contenitore generico: servono regole chiare, trasparenza, controllo democratico. Ma allo stesso tempo è importante avviare una vera cultura europea della difesa, che parta dal basso e coinvolga i cittadini. È solo così che potremo affrontare con responsabilità e visione le richieste dell’Alleanza Atlantica, valorizzando strumenti comuni – anche finanziari – che rendano sostenibile questo percorso per tutti gli Stati membri.
Il messaggio chiave di questo seminario è che la cooperazione tra UE e NATO non è un concetto astratto: è la condizione necessaria per costruire un futuro stabile e, se l’obiettivo di un esercito europeo potrà forse realizzarsi solo nel medio-lungo termine, oggi possiamo e dobbiamo già rafforzare il coordinamento tra le nostre forze, tra le nostre industrie, tra le nostre politiche.









