In occasione della sessione plenaria di ottobre a Strasburgo ho voluto essere accanto agli agricoltori che hanno manifestato per difendere il futuro dell’agricoltura europea. Le loro preoccupazioni sono anche le nostre: le nuove proposte della Commissione sulla PAC e sul quadro finanziario pluriennale rischiano di riportarci indietro, cancellando molti dei passi in avanti fatti negli ultimi anni per costruire una politica agricola davvero comune, più giusta e più vicina a chi lavora ogni giorno nei campi.
Non possiamo accettare che l’Europa si allontani da chi garantisce la nostra sicurezza e la nostra autonomia alimentare. Per questo, come Forza Italia e come Partito Popolare Europeo, abbiamo chiesto che queste proposte vengano completamente ripensate, insieme agli agricoltori, alle loro organizzazioni e a chi vive quotidianamente le difficoltà del settore. Tornare indietro, in questo caso, non significa rinunciare a un obiettivo, ma rendere l’Europa più credibile e più attenta alla realtà.
Rafforzare la posizione degli agricoltori all’interno della filiera agroalimentare vuol dire rafforzare la nostra economia e la nostra sovranità alimentare. Oggi, però, i produttori continuano a subire costi di produzione sempre più alti, regole complesse e condizioni contrattuali che non riflettono il reale valore del loro lavoro. Per ogni euro speso dal consumatore, solo sei centesimi arrivano nelle tasche di chi produce: un dato che racconta meglio di ogni parola quanto sia urgente riequilibrare la filiera.
Se vogliamo che l’agricoltura europea sia davvero sostenibile, competitiva e giusta, dobbiamo garantire regole trasparenti, contratti equi e un reddito dignitoso. Gli agricoltori non possono essere considerati semplici fornitori, ma devono diventare protagonisti del futuro dell’Europa, parte attiva nella definizione delle politiche che li riguardano. Solo così potremo costruire un modello agricolo che valorizzi il lavoro, tuteli l’ambiente e renda l’Europa più forte e più autonoma.









