
UE E NATO: SFIDE E OBIETTIVI

A seguito della mia nomina, lo scorso ottobre, a Presidente della delegazione D-NAT, sono iniziate interlocuzioni e scambi di opinioni con la NATO. Tra questi, rilevante è stato l'incontro del 13 gennaio in Commissione congiunta con i membri della Commissione Affari Esteri, della Sottocommissione per la Sicurezza e la Difesa e della Delegazione per i Rapporti con l'Assemblea Parlamentare della NATO, con il Segretario generale Mark Rutte, incentrato sulla guerra in Ucraina, la difesa comune e le minacce globali e la successiva visita al quartiere generale del giorno successivo.
Come ho già avuto modo di ribadire, in occasione dell’assemblea parlamentare tenutasi a Montreal lo scorso novembre, la nostra delegazione ha riaffermato con chiarezza l’intenzione di promuovere una cooperazione tra NATO e Unione Europea che le veda lavorare in parallelo, evitando qualsiasi forma di contrapposizione.
Ho sottolineato, inoltre, l’importanza di una visione della difesa non limitata alla sola dimensione militare, ma aperta a strumenti economici, sociali e diplomatici. È fondamentale sensibilizzare l’opinione pubblica affinché l’investimento nella difesa non sia percepito come un obbligo, ma come una consapevolezza condivisa: unendo le forze e valorizzando le capacità nazionali, possiamo rafforzare la difesa collettiva, che non è solo sicurezza, ma anche benessere sociale, welfare ed economia.
Credo sia essenziale una collaborazione rafforzata tra UE e NATO, basata su dialoghi strategici che coinvolgano anche interlocutori inaspettati. Un esempio significativo è stato il successo delle relazioni diplomatiche che hanno portato alla liberazione della giornalista Cecilia Sala.
Va poi evidenziata l’urgenza di armonizzare le difese nazionali, sviluppando strumenti comuni che valorizzino la cooperazione europea, evitando di delegare esclusivamente ad altri Paesi, come gli Stati Uniti, il peso della sicurezza comune.
In conclusione, le elezioni americane hanno rappresentato un’ulteriore occasione per riflettere sulle nostre responsabilità. All’interno della NATO dobbiamo essere presenti in modo convinto, agendo in una condizione di pari dignità. È sui contenuti che dobbiamo confrontarci, evitando di subire decisioni o restare spettatori passivi.
La difesa, intesa come sinonimo di benessere collettivo, rimane una priorità imprescindibile.

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ELEZIONI USA: LA VITTORIA DI TRUMP RISVEGLI L’EUROPA

La vittoria di Donald Trump alle elezioni presidenziali statunitensi del 6 novembre ha suscitato un forte dibattito, ancora in corso, tra le forze politiche nazionali e non solo. Sicuramente la sua elezione costringe l’Europa ed i singoli Stati a prendere consapevolezza che è arrivato il momento di assumere posizioni forti e credibili su tutti i fronti. A fronte di possibili dazi su prodotti europei, infatti, l’Ue, come sostenuto anche da Draghi, deve rafforzare il mercato unico.
Pur essendo fiducioso nel rapporto tra l’Italia e gli Stati Uniti non dobbiamo sottovalutare l’effetto negativo sulla nostra economia e su quella europea dei possibili dazi, annunciati da Trump. L'Italia è tra i primi esportatori verso gli USA, soprattutto nel settore agroalimentare, per questo bisognerà lavorare per evitare conflitti commerciali attraverso il dialogo e la negoziazione. Sarà importante quindi collaborare con la nuova amministrazione americana per rafforzare le relazioni economiche e politiche transatlantiche, sottolineando la continuità della cooperazione. Allo stesso tempo, rispetto all’ipotesi provocatoria di Trump, durante la sua campagna elettorale, di uscire dall’Alleanza atlantica, tutti gli stati dovranno sforzarsi di investire maggiormente nella creazione di una vera capacità difensiva europea. Anche su questo fronte, spero che il neo eletto presidente americano voglia esercitare la sua significativa e autorevole forza persuasiva e negoziale per un immediato “cessate il fuoco” sia in Ucraina che in medio oriente per poi favorire condizioni per una pace giusta e duratura.
La vittoria di Trump risvegli l'Europa ad essere più forte e unita, capace di assumere un ruolo politico incisivo sullo scenario internazionale superando quelle contraddizioni e resistenze interne che, fino ad oggi, ne hanno fortemente compromesso le sue potenzialità.

UN TIROCINIO FORMATIVO PER VIVERE E COMPRENDERE LE OPPORTUNITÀ DELL’UE

È passato circa un mese da quando ho iniziato il mio tirocinio a Bruxelles nella segreteria politica dell'on. Salvatore De Meo e mi sono convinto ulteriormente dell'importanza dell'Unione europea e di quante opportunità l'Italia non abbia saputo cogliere perché impegnata ad evidenziarne solo ed esclusivamente le criticità.
Sono arrivato in un momento estremamente importante per l’Europa con la nomina dei nuovi Commissari europei che mi ha dato la possibilità di vivere appieno quello che significa far parte di un’unione di stati, diversi negli usi e costumi ma “uniti nella diversità”. Queste settimane mi hanno fatto comprendere l’importanza strategica di questa istituzione e del lavoro che svolge ogni giorno.
Il contesto storico che l’Europa sta affrontando penso sia uno dei più difficili dal dopo guerra: partendo da una pandemia che ha messo a dura prova la nostra economia fino a ritrovarci con una guerra alle nostre porte ed un'altra ancora più pericolosa se dovesse allargarsi a tutto il medioriente. Insomma, il momento che stiamo vivendo è decisivo per il futuro dei popoli europei e, grazie all’on. Salvatore De Meo, sto avendo l’onore di vivere questo momento storico in prima persona.
In Italia abbiamo avuto, soprattutto in passato, una narrativa, il più delle volte, distorta dell’Europa e di come essa agisca nella nostra quotidianità. Ancora oggi c'è qualcuno che cerca di incolparla "a prescindere", senza neanche sapere quali siano i campi di competenza degli Stati membri e quelli dell’Unione.
Una cosa è certa, alcuni problemi nazionali dipendono solamente da scelte politiche nazionali e non europee. Altrettanto vero è che l’Europa non è perfetta e ci sono molte cose da cambiare, ma non è facendo la tifoseria da stadio o un’opposizione senza contenuti che si risolvono i problemi. Serve tanto lavoro, mettersi in discussione e, soprattutto, molta umiltà, l’umiltà di capire che oggi, in questo nuovo mondo globalizzato, da soli, non abbiamo nessuna possibilità di imporci con attori ben più grandi di noi.
Cina, Stati Uniti, India, Russia ed altri, cercano ogni giorno di influenzare la nostra politica continentale e il nostro compito deve essere proprio quello di salvaguardare i nostri interessi e difenderci da queste ingerenze esterne.
Oggi è arrivato il momento di cominciare a ragionare tutti realmente in maniera unitaria, il tempo ce lo chiede e la storia ci insegna che quando si è divisi si è più deboli.
(Leonardo Capograssi)

MILLE GIORNI DI GUERRA IN UCRAINA: TRA SPERANZA, RESISTENZA E TRATTATIVE

24 febbraio 2022 - 19 novembre 2024: mille giorni di una guerra assurda iniziata come “un’operazione speciale” in Ucraina, ma trasformatisi in una invasione, mostrando al mondo l’orrore della guerra. 1000 giorni di conflitto continuo senza sosta, un conflitto verso cui, fin da subito, l’Unione Europea ha espresso la sua ferma condanna nei confronti della Russia ed un convinto sostegno economico e militare all’Ucraina.
Il Parlamento europeo ha commemorato questo triste e doloroso anniversario con una sessione straordinaria durante la quale la presidente Roberta Metsola ed i vari leader politici hanno ribadito il supporto dell’Ue all’Ucraina, definendo essenziale una pace giusta, basata sul principio del coinvolgimento ucraino in ogni decisione. Volodymyr Zelensky, in collegamento da Kiev, ha evidenziato il preoccupante e pericoloso coinvolgimento dei soldati nord coreani, a testimonianza del tentantivo di Putin a voler allargare il conflitto, e ha sottolineato che una pace equa richiede che la Russia subisca le conseguenze delle sue azioni.
In questi mille giorni, la guerra ha avuto costi umani devastanti: almeno 65.000 soldati ucraini e oltre 10.000 civili sono morti, con 150.000 edifici distrutti. L’UE finora ha garantito più di 143 miliardi di euro in aiuti all’Ucraina, inclusi 93 miliardi per l’economia e la ricostruzione, 33 miliardi per le forze armate e 17 miliardi per l’accoglienza di oltre 4,2 milioni di rifugiati.
Il Parlamento europeo, al termine della cerimonia, ha nuovamente rivolto appello affinché la comunità internazionale si adoperi per interrompere il conflitto facendo prevalere il confronto diplomatico.

ASSEMBLEA PARLAMENTARE NATO IN CANADA: OBIETTIVI E RUOLO DELL’EUROPA

Come presidente della Delegazione del Parlamento europeo presso l'Assemblea parlamentare della NATO (DNAT) ho partecipato dal 22 al 25 novembre scorso alla 70^ sessione annuale dell’assemblea parlamentare della NATO, tenutasi in Canada, a Montréal. La DNAT rappresenta il Parlamento europeo nell'Assemblea della NATO, che coinvolge i parlamenti dei 32 Paesi membri dell'Alleanza Atlantica, con un ruolo consultivo e di osservazione, senza diritto di voto o emendamento, ma con la possibilità di partecipare ai dibattiti e presentare proposte.
Questa è stata l’occasione per rappresentare l’importanza del dialogo parlamentare, quale forza diplomatica, ma, soprattutto, per rafforzare il “pilastro europeo” all'interno della NATO, promuovendo una maggiore cooperazione nell’ottica di migliorare gli obiettivi dell’Alleanza atlantica. I lavori sono stati aperti dal primo ministro Canadese Trudeau e da un video saluto del segretario Generale Mark Rutte che sarà a Bruxelles nel prossimo mese di febbraio e nel corso delle commissioni.
La delegazione europea ha incontrato il neo eletto presidente dell’Assemblea NATO, il portoghese Marcos Perestrello, al quale abbiamo proposto, riscontrando pieno apprezzamento, l’intenzione di organizzare a Bruxelles, per la prima volta, un seminario Rose-Roth nel 2025 ed una Sessione plenaria dell’Assemblea nel 2027.
Nel corso dei lavori da più parti è stata espressa preoccupazione in merito a possibili novità sull’Alleanza atlantica dopo le elezioni americane, con la nuova amministrazione Trump, ma il vice segretario generale NATO, l’ambasciatore Boris Ruge, ha rassicurato che non ci sono elementi su cui ipotizzare particolari novità. Interessanti e intensi sono stati gli incontri con la delegazione ucraina, alla quale abbiamo confermato il sostegno dell’Ue, e con la delegazione israeliana, con la quale abbiamo condiviso una complessiva analisi del delicato e preoccupante scenario mediorientale con particolare riferimento alle implicazioni transfrontaliere del conflitto.
In occasione della seduta plenaria ho fatto appello a tutte le delegazioni parlamentari dei paesi alleati di evidenziare che la NATO non è solo sinonimo di armamenti, come spesso viene raccontata e percepita dall’opinione pubblica, ma rappresenta un pilastro di pace e protezione. La difesa deve integrarsi però con la diplomazia e gli armamenti devono essere rafforzati, ma limitati a scopi di difesa senza diventare mai offesa.
Su questo tema Forza Italia ha sempre sostenuto la necessità di una politica di difesa comune europea con una governance più agile e resiliente per rispondere rapidamente agli scenari globali, come dimostrato da crisi recenti quali la pandemia e le guerre.

LA NUOVA COMMISSIONE UE: IL RUOLO DELL’ITALIA E GLI OBIETTIVI EUROPEI

Dopo settimane di stallo politico è stato raggiunto l’accordo per la nuova Commissione europea. Con 370 sì, 282 no e 36 astensioni, il 27 novembre la plenaria del Parlamento europeo, infatti, ha approvato con voto palese il nuovo collegio dei Commissari che accompagneranno Ursula von der Leyen in questa legislatura. È importante evidenziare che 14 Commissari sono di espressione del Partito dei Popolari, 5 dei Socialisti (S&D), 5 dei Liberali (Renew), 1 dei Conservatori (ECR) ed 1 dei Patrioti (PfE). Questo dato conferma come il Partito Popolare sia stato determinante non solo nella scelta dei vertici delle istituzioni europee, con l’elezione di Ursula von der Leyen e di Roberta Metsola, ma anche nella definizione delle strategie europee della legislatura appena iniziata.
Nella formazione della nuova Commissione l’Italia ha saputo esercitare la sua autorevolezza rivendicando di essere tra i fondatori dell’Ue e tra le prime economie al mondo nonché la sua stabilità politica quale elemento di forza in questa delicata fase europea. In particolare bisogna riconoscere il ruolo del ministro Antonio Tajani, segretario nazionale di Forza Italia e autorevole vice presidente del Partito Popolare Europeo, per aver portato il PPE a sostenere e difendere la candidatura di Raffaele Fitto, candidato commissario indicato dall’Italia.
Nelle settimane precedenti le audizioni, e nella fase di negoziato tra i vari gruppi politici, infatti, a fronte delle polemiche e delle critiche della sinistra sulla vice presidenza esecutiva proposta per Fitto dalla von der Leyen, Forza Italia ed il PPE hanno, invece, spiegato l’importanza di tale riconoscimento, a favore dell’Italia e non di un partito, oltre a garantire la convinta posizione europeista di Raffaele Fitto ed il suo impegno, nella nuova veste di commissario, di rappresentare l’Italia all’interno delle Commissione europea.
Adesso l’Italia, con la nomina di Fitto come vicepresidente esecutivo con delega alle politiche di coesione, riforme, sviluppo regionale e città, sarà chiamata a svolgere un ruolo fondamentale. C’è la necessità di costruire una leadership europea in cui il nostro paese dovrà assumere un ruolo più attivo rispetto al passato. La Presidente della Commissione europea è consapevole di questa esigenza, come ha dimostrato nel suo discorso tenuto al Parlamento europeo in cui ha evidenziato le tante incertezze globali, in primis quelle dovute ai conflitti in corso, l'emergere di sentimenti antioccidentali alimentati da vecchie ideologie usate da nemici dell'Occidente e l'instabilità delle relazioni interne.
La von der Leyen ha anche sottolineato come il panorama mondiale sia caratterizzato da un cambio di paradigma: la globalizzazione tradizionale sta cedendo il passo a un'economia basata sulla sicurezza, non solo militare, ma anche commerciale e strategica. Questo nuovo scenario richiede relazioni e investimenti innovativi per garantire stabilità e continuità economica.
È importante mettere al centro del nostro futuro il valore della libertà e della democrazia che mai come oggi sono minacciate da ambizioni territoriali. La difesa di questi principi richiederà sacrifici e politiche innovative per prevenire errori del passato che potrebbero impedire di affrontare le minacce future in maniera consona.
L’Europa deve avere un ruolo da protagonista nello scacchiere globale e, per farlo, deve agire con azioni concrete per preservare la sicurezza e la democrazia. Ora più che mai, infatti, è il momento di un’Europa più forte e coesa che sappia assicurare stabilità e, soprattutto, credibilità in un momento storico e politico così importante e delicato.

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2 ANNI DI RISULTATI CONCRETI CON FORZA ITALIA AL GOVERNO

Nei giorni scorsi c’è stato il secondo anniversario del Governo di cui Forza Italia rappresenta una parte importante. Due anni intensi, ricchi di obiettivi raggiunti e sfide da affrontare nell’interesse dei cittadini che ci hanno scelto per governare l’Italia.
La riduzione del cuneo fiscale, le famiglie come fulcro della società, l’Italia al centro dell’Europa, una lotta senza compromessi sull’immigrazione illegale, il Pil più alto della media Ue, le opportunità di formazione per tutti gli studenti, sostegno e prevenzione contro la violenza di genere, una giustizia più giusta e veloce, investimenti sull’intelligenza artificiale, sulle fonti rinnovabili e infrastrutture, la riduzione del tasso di disoccupazione: questi alcuni dei risultati concreti di questo Governo, dopo due anni, che premiano tutto il centrodestra, ma vedono Forza Italia protagonista in continua e costante crescita.
Siamo estremamente soddisfatti dei risultati di questo Governo che ha sempre creduto nella forza delle imprese e dei cittadini, ma anche in un’Italia come modello a livello europeo. I cittadini italiani, adesso come due anni fa, continuano a credere nella linea politica di Forza Italia che ha saputo contraddistinguersi per credibilità, serietà, efficienza, coerenza e concretezza, contribuendo a garantire un governo stabile, basato su scelte politiche responsabili e proposte pragmatiche che rispondano alle reali esigenze dei cittadini.
All'interno della coalizione di governo, Forza Italia ha portato avanti i suoi valori liberali, cristiani, europeisti, atlantisti e garantisti, dimostrandosi la forza moderata e liberale capace di assicurare un dialogo autorevole con l'Europa e l'alleanza atlantica. La fiducia che continuiamo a ricevere dagli italiani rappresenta un rinnovato stimolo per continuare a lavorare sia a livello nazionale che europeo.
L’Italia è parte integrante dell'Europa, dell'Alleanza Atlantica e dell'Occidente. Forza Italia ha sempre sostenuto e promosso questi valori, in particolare quelli fondanti dell'Unione Europea, riconoscendosi fermamente nei principi del PPE. Per questo, bisogna continuare a promuovere tutte le iniziative necessarie per costruire un'Europa più solidale, vicina agli Stati membri e ai cittadini, e, soprattutto, più forte e credibile a livello internazionale.
Forza Italia continuerà a essere un pilastro del Partito Popolare Europeo e del governo italiano, rappresentando il nostro Paese come la forza più rilevante nelle istituzioni comunitarie, sia ai vertici della Commissione europea che del Parlamento europeo.

DEFORESTAZIONE: IMPORTANTE TROVARE EQUILIBRIO TRA AMBIENTE ED IMPRESE

Il Consiglio dell'UE ha deciso di posticipare di 12 mesi l'applicazione del Regolamento sulla deforestazione. Questo rinvio darà ai Paesi terzi, Stati membri, operatori e commercianti più tempo per adeguarsi agli obblighi di dovuta diligenza che richiedono la verifica che materie prime come soia, cacao, olio di palma siano prodotte senza deforestazione.
Le nuove date di applicazione sono fissate al 30 dicembre 2025 per grandi operatori e commercianti e al 30 giugno 2026 per micro e piccole imprese. Il regolamento mira a garantire che solo prodotti "a deforestazione zero" siano venduti o esportati dall'UE, mantenendo inalterato l'obiettivo di ridurre la deforestazione globale.
Ritengo che il rinvio di un anno del regolamento UE sulla deforestazione sia un atto necessario e dovuto. È fondamentale, infatti, che l'UE trovi un equilibrio tra la tutela dell'ambiente e le esigenze delle imprese, tenendo sempre conto delle specificità dei diversi settori e delle diverse realtà produttive.
Gli agricoltori, i dettaglianti, le imprese di ogni dimensione e i governi degli Stati membri erano fortemente preoccupati per la complessità delle norme che verranno imposte a vari settori produttivi. Tale burocrazia eccessiva avrebbe potuto minacciare la fornitura di mangimi e il commercio di numerosi beni di consumo. La Commissione quindi deve prendersi il tempo necessario per risolvere i molteplici problemi legati a questa legislazione.
Sarà necessario apportare cambiamenti affinchè le nuove norme, finalizzate a fermare la deforestazione legata alla produzione di soia, caffè, bestiame e altri prodotti, non rischino, invece, di sovraccaricare le imprese europee con un'eccessiva burocrazia.

SOLO UN MERCATO UNICO FORTE POTRÀ GARANTIRCI UN FUTURO ALL’ALTEZZA DELLE NOSTRE AMBIZIONI

Il Parlamento europeo dovrà esaminare e definire strategie per modernizzare il mercato unico dell'UE puntando su transizione digitale e verde, sicurezza, occupazione e coesione sociale.
Lo scorso mese Mario Draghi ha presentato la relazione, redatta su richiesta di Ursula von der Leyen, sulla competitività dell’Ue ed ha individuato 4 aree di intervento: innovazione, decarbonizzazione, sicurezza economica e militare, e mobilitazione di capitali.
Nei giorni scorsi, anche l'ex premier Enrico Letta, sempre su richiesta della presidente della Commissione, ha presentato una relazione sul mercato unico evidenziando l'importanza del suo rafforzamento per poter affrontare le grandi sfide che ci attendono.
Come ho avuto modo di dire davanti all’emiciclo di Strasburgo, la relazione di Letta e quella del presidente Draghi arrivano all'inizio di questa legislatura che io auspico possa diventare riformatrice, ambiziosa, coraggiosa, ma anche responsabile. Questo perché l'Unione Europea non può essere più spettatrice in una scena globale, ma deve diventare ora protagonista.
Abbiamo gli strumenti per farlo: un mercato unico che in questi anni non solo è stato uno strumento di integrazione, ma ha consentito la nostra crescita economica e la prosperità. Uno strumento però che va semplificato da un punto di vista burocratico, ma, soprattutto, va rafforzato per esprimere ulteriormente le sue potenzialità e affrontare le nuove opportunità. Così com'è necessario arrivare ad un mercato dell'energia e un mercato finanziario che permettano di garantire condizioni di competitività.
Davanti a noi ci sono sfide importanti per le quali solo un mercato unico forte potrà garantirci un futuro all'altezza delle nostre ambizioni climatiche, sociali è produttive.

LA MIA ELEZIONE A PRESIDENTE DELLA DELEGAZIONE UE PER I RAPPORTI CON LA NATO: UNA GRANDE RESPONSABILITA’

Il 3 ottobre scorso sono stato eletto Presidente della Delegazione UE per i rapporti con la Nato. Un impegno che sto affrontando con responsabilità in un periodo storico estremamente delicato e importante per il Mediterraneo e l’Occidente. I conflitti in corso, infatti, richiedono determinazione, ma soprattutto dialogo e diplomazia per giungere quanto prima a una pace stabile e duratura.
In queste prime settimane, soprattutto dopo i recenti accadimenti in Medioriente, le sfide e le prospettive di un mondo che cambia impongono scelte coraggiose e di collaborazione tra tutti i partner transatlantici e, soprattutto, l’Ue deve essere protagonista nella costruzione di un processo di pace con una politica estera e di difesa comune.
Durante i lavori della plenaria a Strasburgo, ho voluto sottolineare come, dopo la visita in Medioriente del Ministro degli Esteri Antonio Tajani, debba essere rafforzato il ruolo della missione Unifil quale strumento di pace. I fatti delle ultime settimane e gli scontri sul territorio libanese hanno reso necessaria ogni azione diplomatica per evitare un allargamento del conflitto, il coinvolgimento di altri attori e una spirale fuori controllo che potrebbero compromettere la sicurezza di civili, il personale delle Nazioni Unite e la stabilità della regione.
In questo senso, nei colloqui avuti dal Ministro Tajani con l’omologo Israel Katz, il Presidente Netanyahu e il Primo ministro palestinese Mustafa, è stato sottolineato il diritto di Israele a difendersi nel rispetto del diritto internazionale, ma è necessario lavorare per una de-escalation che, con la morte del capo di Hamas Sinwar, potrebbe essere più vicina.
La soluzione “Due popoli Due Stati”, auspicata da Forza Italia, resta, ad oggi, la soluzione più praticabile per garantire il diritto a esistere di Israele e della Palestina e perseguire un percorso di crescita e prosperità per entrambi, in una chiave per una pace giusta e duratura.
L’Italia sta cercando di costruire un dialogo che punti non solo alla cessazione immediata delle ostilità, ma anche alla soluzione di lungo periodo che noi tutti dobbiamo sostenere in cui israeliani e palestinesi possano convivere in sicurezza e prosperità. Questa è l'unica via per garantire una pace giusta e duratura.

FINANZIARIA, FONDAMENTALE IL CONTRIBUTO DI FORZA ITALIA

La nuova manovra finanziaria per il 2025 punta ad interventi economici pari a circa 30 miliardi di euro per il 2025, con aumenti previsti fino a 40 miliardi entro il 2027. Il governo ha sottolineato che non ci saranno nuove tasse per i cittadini e puntato a rilanciare il lavoro e il benessere degli italiani.
Forza Italia ha lavorato per garantire una manovra per gli italiani che abolisse nuove tasse, prevedesse più soldi per la sicurezza e per la sanità, misure di sostegno per le imprese e un aiuto concreto alle famiglie. Con questa manovra, inoltre, la riduzione del cuneo fiscale a vantaggio dei lavoratori e la riduzione delle aliquote Irpef, ora accorpate in 3, diventano strutturali, confermando l’impegno del Governo non solo a non aumentare le tasse, ma ad aiutare lavoratori e piccole e medie imprese.
Significativa è stata la spinta di Forza Italia soprattutto nel dialogo con banche e assicurazioni, la cui contribuzione pari a 3,5 miliardi sarà destinata interamente alla sanità, ma anche sugli incentivi da 1000 euro per la natalità e il graduale aumento delle pensioni minime. Tanti interventi anche per il Mezzogiorno, sul fronte fiscale, per le imprese, le donne e i giovani, ma anche sul fronte delle politiche sociali.
Inoltre, la manovra continua il supporto alle imprese situate nelle Zone Economiche Speciali e incentiva l’autoimpiego nei settori strategici come la transizione digitale ed ecologica.
Come ha affermato recentemente il segretario nazionale di Forza Italia, Antonio Tajani, questa manovra può essere migliorata in base ai risultati del concordato preventivo. Se i risultati saranno positivi, la priorità sarà la riduzione delle aliquote Irpef. A seconda delle risorse disponibili, si potrà anche intervenire sulla Flat Tax. Ritengo che il lavoro svolto sia stato positivo e orientato verso la riduzione delle tasse e il sostegno al ceto medio. Come forza politica, abbiamo insistito sul taglio del cuneo fiscale, sull'aiuto alle madri, e abbiamo ampliato la platea delle donne che possono beneficiare di contributi.

IMMIGRAZIONE, ITALIA DIVENTI MODELLO PER TUTTI GLI STATI E PER L’UE

Il 10 aprile scorso il Parlamento Europeo ha approvato il nuovo Patto sulla migrazione e l'asilo, composto da dieci testi legislativi. Tra le principali novità c’era l'introduzione di un meccanismo di solidarietà obbligatoria, che prevede la redistribuzione dei migranti o un contributo finanziario dai Paesi membri in base alla loro popolazione e PIL.
Il principio di Dublino, che stabiliva che il primo Paese di accoglienza avesse dovuto gestire le domande di asilo, è rimasto invariato, ma è stato introdotto uno screening pre-ingresso per chi non soddisfa i requisiti per entrare nell'UE e si sono aggiunti dati biometrici come le immagini del volto.
L'Italia ha svolto un ruolo chiave nella promozione di questo accordo, che punta a gestire meglio il fenomeno migratorio e contrastare l'immigrazione illegale. Inoltre, il modello proposto dall’Italia per la gestione dei migranti in un centro dedicato in Albania rimane, ad oggi, il più valido ed efficiente ed anticipa il nuovo “patto per l’immigrazione” dove si prevedono centri all’esterno dell’Ue per migliorare le procedure di verifica dei flussi migratori legali.
A riguardo, come Delegazione italiana di Forza Italia al Parlamento europeo, abbiamo espresso le nostre perplessità sulla decisione del Tribunale di Roma di bloccare il centro in Albania, ancora prima che potesse realmente attuarsi, in quanto considerato in un “paese non sicuro”. Abbiamo espresso la stessa perplessità anche sulla richiesta dei giudici di Bologna di rivolgersi alla Corte di Giustizia europea per chiarire la validità del decreto legge con cui il nostro Governo ha individuato i paesi "sicuri" per il rimpatrio.
A fronte di tale contesto, non possiamo dimenticare le dichiarazioni della Presidente della Commissione Europea von der Leyen che ha più volte rappresentato l’interesse dell’Ue verso il modello italiano, invitato anche altri stati membri a prenderlo come esempio. Io credo che l’Ue, dopo anni di indifferenza, sia chiamata ad assumere ora una posizione chiara e definitiva sul fenomeno migratorio rispetto al quale solo il Governo italiano ha iniziato ad intraprendere soluzioni concrete e diverse dal passato.
Il modello proposto dall’Italia, nonostante sia stato avvelenato da un dibattito politico nazionale ed europeo di una sinistra demagogica e priva di pragmatismo, è quello giusto su cui dobbiamo continuare a lavorare, con il supporto di tutti gli stati europei, per una gestione ottimale dell'immigrazione legale e la lotta ai trafficanti di esseri umani. È inaccettabile che alcuni colleghi italiani abbiano anche solo potuto chiedere alla Commissione europea una procedura di infrazione contro l’Italia, quindi contro sé stessi, mettendo in discussione la propria sovranità nazionale, al solo fine politico di voler colpire un Governo che, a differenza dei precedenti a loro guida, sta concretamente e con coraggio affrontando e risolvendo le emergenze del Paese.
Il dibattito in Europa è molto acceso, ma sono assolutamente convinto che il protocollo Italia-Albania debba essere considerato quale modello da sperimentare e migliorare senza alcun pregiudizio politico perché altrimenti c’è motivo di credere che qualcuno a sinistra intenda garantire lo status quo senza voler trovare una forma di contenimento e gestione regolare dei flussi migratori in Europa.

CONOSCIAMO LE OPPORTUNITA’ CHE L’UE CI OFFRE: AL VIA IL NUOVO CORSO DI EUROPROGETTAZIONE

Siamo ormai al quarto Corso di formazione in Europrogettazione che ho nuovamente organizzato al fine di offrire una prima formazione sulle opportunità e le possibilità che l’Europa mette a disposizione dei suoi cittadini.
Il corso è aperto a tutti e sarà coordinato da esperti del settore con cui sarà possibile avere un confronto costante e ravvicinato che permetterà a tutti i partecipanti di avere un’esaustiva conoscenza dei fondi europei, diretti ed indiretti. Verranno forniti elementi teorici e pratici per l’analisi e la lettura dei bandi europei, approfondendo le diverse metodologie per la scrittura della candidatura al bando stesso.
L’Italia purtroppo è uno dei Paesi dell’Ue che sfrutta meno i bandi europei spesso a causa della scarsa conoscenza. Con questa quarta edizione, l’intento è quello di continuare a fornire strumenti pratici per migliorare l’accesso a tali risorse, lavorando sull’analisi dei bandi e sulla preparazione delle candidature. Nello specifico, il corso online sarà articolato in un modulo di 30 ore, dal 26 novembre all’11 dicembre, e le iscrizioni saranno aperte fino al 15 novembre sul sito www.insiemeineuropa.it, una piattaforma da me realizzata per rimanere costantemente informati e aggiornati, gratuitamente, su tutti i bandi europei, nazionali e regionali.
Ritengo che questa sia un’occasione preziosa per approfondire competenze e conoscenze e per orientare cittadini e imprese nella presentazione di progetti europei.
L’Europa offre molte opportunità ma bisogna conoscerle per poterle utilizzare.
Per iscriversi o avere maggiori informazioni: https://www.insiemeineuropa.it/iscrizione-al-corso-europrogettazione-2024/

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IUS SCHOLAE: LAVORIAMO A UNA NOSTRA PROPOSTA

Nel corso dell’estate e, ancora di più, in queste ultime settimane il dibattito politico si è concentrato sulla proposta di Forza Italia di arrivare ad una revisione delle norme sulla cittadinanza sulla base del principio dello ius scholae.
A riguardo, Forza Italia, che si è sempre posta come obiettivo un Paese inclusivo e mai divisivo dove le diversità sono motivo di crescita culturale e sociale e mai di regresso, ha una proposta chiara e concreta che intende presentare agli alleati di Governo prima del suo deposito alla Camera. La proposta intende riconoscere la cittadinanza ai minori stranieri che abbiano completato un ciclo di studi di 10 anni.
Il testo prevedrebbe anche una restrizione a due generazioni, quindi al massimo ai nonni, per la possibilità di acquisire la cittadinanza per “ius sanguinis”. A coloro che su questa proposta si stanno opponendo, ancor prima di leggerla, suggerisco di farsi un giro nelle scuole, negli oratori, nelle associazioni sportive e culturali di ogni città o piccolo comune per rendersi conto di come sia necessario rivedere l’attuale normativa e considerare nuovi parametri per riconoscere la cittadinanza a chi ha fatto o farà un reale percorso di integrazione ed identità nazionale.
Allo stesso tempo, rispetto al tentativo del centrosinistra di voler spaccare la maggioranza di Governo con la presentazione di un emendamento in merito nell’ambito della discussione sul Decreto sicurezza, faccio presente che il tema è troppo serio per finire tra le polemiche politiche dei diversi schieramenti o ridotto a un semplice emendamento ed è per questo che serve una proposta di riforma della cittadinanza più organica che tenga conto delle diverse sensibilità e, soprattutto, prenda atto della realtà.

DIRETTIVA BOLKESTEIN: ULTIME PROROGHE E POI LE GARE

Il governo italiano, con non poche difficoltà ed anche critiche da parte degli operatori balneari, ha raggiunto un’intesa definitiva con l’Unione Europea riguardo l’applicazione della c.d. Direttiva Bolkeistein, chiudendo così un capitolo importante per migliaia di imprenditori e famiglie italiane dopo anni di incertezze.
Sicuramente i balneari si aspettavano una soluzione diversa che, partendo dalla mappatura della risorsa attestante la non scarsità, non prevedesse le procedure di gara che, a loro avviso, rappresentano un serio e motivato rischio di perdere una parte importante dell’economia italiana. Purtroppo è indubbio che, a causa del mancato e tempestivo recepimento della direttiva Bolkestein da parte dell’Italia, si sia creato negli anni un vuoto normativo che ha generato contenziosi a livello nazionale ed europeo, mettendo in difficoltà gli Enti locali e creando incertezza tra gli operatori economici interessati.
Forza Italia, in questi anni, ha avuto un dialogo costante con essi condividendo anche le forti perplessità su una normativa che, probabilmente, non ha tenuto in debita considerazione la tipicità di una parte importante della nostra economia turistica che ha visto proprio gli operatori balneari, legittimamente assegnatari di porzioni del demanio marittimo, garantire un’offerta turistica che ha reso l’Italia unica al mondo.
Ora si apre una nuova fase ed il decreto del 17 settembre 2024, tra le sue disposizioni, prevede l’obbligo di gara, nel rispetto dei principi di trasparenza, non discriminazione e parità di trattamento, con criteri di valutazione legati alla qualità del servizio, valorizzazione del territorio, sostenibilità e inclusione sociale, garantendo l’accesso a piccole imprese e giovani imprenditori. Le nuove concessioni varieranno tra 5 e 20 anni in base agli investimenti previsti ed il canone dovrà essere aggiornato in base alla redditività e all’uso delle aree demaniali in concessione.
Il Decreto in questione prevede anche la possibilità di prorogare le attuali concessioni fino al 2027 ed il riconoscimento degli investimenti degli ultimi 5 anni, non ancora ammortizzati. Anche su questo fronte gli operatori balneari hanno espresso forti critiche perché avrebbero voluto vedersi riconoscere il c.d. avviamento aziendale e non il semplice mancato ammortamento degli investimenti che negli ultimi 5 anni sono stati ridotti per causa del Covid e dell’assoluta mancanza di certezza sulle scadenze delle concessioni.

GLI “STUDY DAYS” DEL PPE A NAPOLI E IL RUOLO DI FORZA ITALIA

Gli “study days” del Partito Popolare Europeo, tenutisi a Napoli dal 24 al 27 settembre scorso, sono stati 4 giorni di approfondimenti e confronti sui temi di attualità internazionale e sulle prossime sfide della legislatura appena iniziata, ma hanno rappresentato anche l’ulteriore conferma del riconoscimento da parte del primo partito politico d’Europa dell’importanza strategica dell’Italia e di Forza Italia nello scenario internazionale.
La scelta di Napoli, che il prossimo anno celebrerà i suoi 2500 anni di storia, non è stata fatta a caso perché essa rappresenta la città dell’inclusione, con le sue diverse sfumature, una ricca storia, una prestigiosa tradizione e soprattutto una collocazione geografica strategica sul Mediterraneo, al centro dei dibattiti principali degli “study days”, con la sottoscrizione di un “patto” per rilanciare e rafforzare i legami tra le nazioni europee e quelle dell'area mediterranea.
Significativi sono stati gli interventi dei ministri italiani di Forza Italia, Elisabetta Casellati e Gilberto Pichetto Fratin, sugli aspetti delle riforme istituzionali in corso e sulla visione pragmatica della transizione verde nella quale la sostenibilità ambientale sia sempre più declinata anche dal punto di economico e sociale.
Atteso e apprezzato è stato l’intervento di Antonio Tajani, ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione internazionale, nonché segretario nazionale di Forza Italia che ha presentato la linea del nostro partito nelle varie strategie europee, ma, soprattutto, in tema di immigrazione e politica estera e di difesa comune per dare all’Unione europea una credibilità ed autorevolezza globale.
Forza Italia si è presentata all’appuntamento di Napoli forte della sua posizione a livello nazionale essendo l’unico partito italiano della famiglia del PPE, ma anche con un importante aumento di gradimento con cui punta a raggiungere il 20% alle prossime elezioni politiche in ragione di un percorso intrapreso da Antonio Tajani, fatto di coerenza e responsabilità per garantire all’Italia un governo forte, concreto, convintamente europeista e atlantista.

LA NUOVA COMMISSIONE EUROPEA: RAFFAELE FITTO LA PERSONA GIUSTA

La Presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, ha presentato i 27 nuovi commissari designati dai Paesi membri. La lista ha incluso 11 donne e 16 uomini, con 14 appartenenti al Partito Popolare Europeo. L'Italia ha indicato Raffaele Fitto al quale la Presidente ha proposto il ruolo di vicepresidente esecutivo, con delega ai fondi di Coesione e Riforme.
La nuova squadra, che rappresenterà la Commissione europea per i prossimi cinque anni, non potrà comunque insediarsi immediatamente: ciascun candidato dovrà prima sostenere un’audizione davanti alle Commissioni del Parlamento europeo competenti nel settore di cui si dovrà occupare e poi tutto il Collegio dei Commissari sarà sottoposto al voto del parlamento in plenaria.
Nonostante le solite polemiche di alcuni partiti italiani ed europei sulla designazione del Ministro Fitto, quale rappresentante del Gruppo politico dei Conservatori (ECR) e ancor di più sul ruolo che avrà nella Commissione europea, avendo conosciuto Raffaele nella sua precedente esperienza in Forza Italia e da parlamentare europeo, sono certo che le sue capacità e competenze saranno riconosciute da tutti.
Raffaele Fitto, infatti, è persona moderata, aperta al confronto e ha la giusta esperienza e conoscenza delle dinamiche europee, diverse da quelle nazionali, che gli permetteranno di dare il significativo contributo dell’Italia in questa delicata fase in cui l’Europa deve affrontare sfide sempre più complesse. Bisogna evidenziare che Fitto non è il candidato del Governo, o di un partito, ma di un Paese, l’Italia, che è tra i fondatori dell’Unione europea e tra le prime potenze economiche mondiali.
Il suo ruolo europeo è motivo di orgoglio per la nostra nazione, ma anche per Forza Italia che con il segretario nazionale Antonio Tajani ha lavorato fin dall’inizio a promuovere, sostenere e difendere questa candidatura, sottolineando come un voto contrario di alcuni gruppi politici sarebbe un voto contrario all’Italia.
Il Commissario italiano avrà l'opportunità di svolgere un ruolo significativo in questa legislatura, non solo grazie alle deleghe, ma anche perché il Governo italiano è tra i pochi stabili in Europa, a differenza di Francia e Germania che affrontano gravi difficoltà. L'Italia, in questo senso, ha le condizioni per assumere un ruolo chiave nella guida di un processo di rilancio e rinnovamento dell’Unione europea anche sulla base delle proposte di Mario Draghi.
Per questo penso che sia doveroso fare quadrato intorno a Raffaele Fitto, indipendentemente dalle posizioni politiche nazionali e valutare le sue proposte senza alcun pregiudizio ideologico.

REPORT DRAGHI, L’EUROPA È DAVVERO ALL’ULTIMO APPELLO?

Il Report di Mario Draghi, presentato a Bruxelles il 9 settembre scorso, redatto su richiesta di Ursula von der Leyen per comprendere il futuro dell’Unione europea in termini di innovazione e competitività contribuirà al lavoro della Commissione europea su un nuovo piano per la prosperità sostenibile e la competitività dell'Europa.
La nuova strategia industriale si basa su quattro pilastri: innovazione, decarbonizzazione, sicurezza economica e militare, e mobilitazione di capitali. L'innovazione è cruciale per colmare il divario con Stati Uniti e Cina, con 200 miliardi di euro destinati alla ricerca. La decarbonizzazione deve essere competitiva, con misure per ridurre i costi energetici. Sul fronte della sicurezza, l'UE deve garantire risorse critiche e rafforzare l'industria della difesa. Per raggiungere gli obiettivi prefissati, è emersa la necessità di investimenti pari 750-800 miliardi di euro annui, provenienti da un mix di risorse, pubbliche con la partecipazione del mondo privato.
Il rapporto ha suscitato ampi dibattiti sia a Bruxelles che a Roma, ma ha anche confermato ciò che Silvio Berlusconi e Antonio Tajani, insieme alla delegazione di Forza Italia al Parlamento europeo, avevano già previsto e richiesto nelle loro interrogazioni alla Commissione Europea nel 2021 e nel 2022.
Il piano di Draghi, infatti, descritto come un "ultimo appello" per l'Unione Europea, sottolinea, su tutto, la necessità di rivedere l’impianto della governance dell’unione e mobilitare risorse ingenti, ricorrendo anche al debito comune, per affrontare le sfide globali. L’Europa non può restare sorda a questo appello se vogliamo ridurre i divari digitali, energetici e sociali, rafforzare la competitività e l’autonomia europea, senza rinunciare all’impegno ambientale che continua ad essere centrale ma integrato ad obiettivi pragmatici di sostenibilità economica e sociale.
Occorre lo sforzo di tutti per ridisegnare il volto dell’Europa, a cominciare dalla sua architettura economica, se vogliamo rispondere in maniera efficace alle sfide che ci attendono.

LA RELAZIONE FINALE DEL DIALOGO STRATEGICO SUL FUTURO DELL’AGRICOLTURA NELL’UE

Dopo le importanti proteste degli agricoltori in tutta l’Europa, la Presidente Ursula von der Leyen e l’intera Commissione, unitamente ad alcuni provvedimenti con cui hanno iniziato a rivedere le modalità attuative delle strategie “green deal” in agricoltura, hanno anche avviato un confronto serrato con i vari attori della filiera agroalimentare per delineare una visione comune per i sistemi agricoli e alimentari dell'UE.
Alcuni indirizzi di questo confronto erano stati illustrati dalla Presidente von der Leyen nella presentazione della sua candidatura al congresso PPE di Bucarest. Sono stati poi anticipati in occasione del suo insediamento di luglio a Strasburgo quando la delegazione di Forza Italia ha deciso di sostenerla rappresentando però la necessità di garantire una discontinuità di metodo rispetto alla legislatura passata, soprattutto sul tema dell’agricoltura e dell’ambiente.
La relazione finale, presentata nella plenaria di settembre, si basa su cinque pilastri che punteranno proprio a migliorare le prospettive per agricoltori e comunità rurali, ma, soprattutto, a sfruttare le opportunità tecnologiche promuovendo un sistema alimentare competitivo e sostenibile per tutti gli Stati membri: lavorare insieme per un futuro sostenibile, resiliente e competitivo; progredire verso sistemi agroalimentari sostenibili; promuovere la resilienza trasformativa; costruire un settore attraente e diversificato; migliorare l'accesso alla conoscenza e all'innovazione e il loro utilizzo.
Come ho fortemente ribadito durante i lavori della plenaria a Strasburgo, l'agricoltura è un settore vitale della nostra Europa e la resilienza mostrata dagli agricoltori europei durante la pandemia ne è stata la conferma. Molte delle conclusioni nella relazione rappresentano un segnale positivo e sono in linea con ciò che Forza Italia ed il PPE hanno sempre sostenuto perché riscontriamo finalmente un approccio pragmatico, che mette al centro l’agricoltore, in cui la sostenibilità è intesa non solo da un punto di vista ambientale, ma anche sociale, economico e produttivo.
Questo documento pone le basi per azioni ambiziose e indispensabili di un settore che non è solo un pilastro economico, ma un baluardo di sovranità alimentare e ambientale, un settore sempre più strategico per garantire e rafforzare la nostra competitività ed autonomia. L’Europa non può più perdersi in pericolose ideologie, come in passato, che si sono rivelate inutili “vorrei ma non posso” e, in questo scenario, Forza Italia, in quanto unico partito italiano all'interno del Partito Popolare Europeo, continuerà a rappresentare con forza e determinazione gli interessi dell’Italia, sfruttando l'influenza e il peso che nessuno più del PPE ha nel contesto europeo.

IL MIO INSEDIAMENTO NELLE COMMISSIONI AGRI, AFCO, IMCO E SEDE

Entrare di nuovo al Parlamento europeo, dopo la rielezione dello scorso giugno, per iniziare la mia seconda legislatura, è stato probabilmente più emozionate della prima volta perché consapevole delle tante sfide che attendono ora l’Europa sia sotto il profilo geopolitico che sotto quello economico e sociale.
Sono entusiasta di riprendere il cammino da dove avevo lasciato e di contribuire, con il massimo impegno e con grande dedizione, a dare una nuova identità alla nostra Europa rendendo i cittadini orgogliosi di essa, trasformando le difficoltà che troveremo sulla strada in opportunità per il benessere e il futuro di tutti gli europei.
Dal cambiamento climatico alle crisi energetiche, dalla tutela dei diritti umani fino alla gestione dei flussi migratori e alla necessità di promuovere una politica estera e di difesa comune: sono tanti gli obiettivi che bisogna raggiungere, ognuno facendo la sua parte, io per primo, con la consapevolezza dell’importanza del ruolo che mi è stato rinnovato grazie alla stima di più di 40.000 elettori.
Anche in questa legislatura sarò membro della Commissione per l'Agricoltura e lo Sviluppo rurale (AGRI) e continuerò a sostenere tutto il comparto agricolo europeo, soprattutto quello italiano, tutelando e promuovendo il nostro Made in Italy, rappresentando le esigenze degli agricoltori ai quali va riconosciuto il merito di garantire la nostra autonomia e sicurezza alimentare. Proseguirò i lavori nella Commissione per gli Affari costituzionali (AFCO) dove mi auguro che la proposta di revisione dei Trattati possa essere discussa e portata avanti per poter dare all’Unione europea una governance più rapida e resiliente. Sarò anche componente della Commissione per il mercato interno e la Protezione dei consumatori e continuerò a seguire gli sviluppi della legislazione sull’intelligenza artificiale e sulle piattaforme digitali. In questa legislatura, inoltre, sarò anche componente della Commissione Sicurezza e Difesa europea (SEDE) e della Delegazione interparlamentare con la NATO.
Questa nuova esperienza rappresenta una novità non solo per me, ma per tutto il Parlamento che dovrà lavorare per promuovere e costruire una politica di difesa comune per far fronte agli scenari geopolitici sempre più complessi nei quali l’Unione europea deve essere credibile e determinante. Sono pronto e assolutamente consapevole delle sfide e del lavoro che mi aspettano, soprattutto avverto la responsabilità di rappresentare i cittadini europei, in primis i tanti che mi hanno concretamente scelto quale loro rappresentante. Questo sarà lo stimolo per continuare a lavorare ad un'Europa più forte, coesa e giusta per tutti.

INTERVISTE E RASSEGNA STAMPA

Qui potrai guardare tutte le mie interviste, i miei interventi al Parlamento europeo a Bruxelles, in plenaria a Strasburgo e nelle varie trasmissioni televisive e radiofoniche. Potrai, inoltre, ascoltare i miei podcast e leggere la rassegna stampa con gli articoli di giornale che mi riguardano.
INTERVENTI / INTERVISTE
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LEGGE SU RIPRISTINO NATURA, SBAGLIATO RAGIONARE IN MANIERA IDEOLOGICA

Il via libera da parte del Consiglio europeo al Regolamento sul ripristino della natura, tanto discusso e criticato nella legislatura appena terminata, non rappresenta alcun traguardo significativo per l’ambiente, ma solo un approccio ideologico con cui qualcuno immagina di affrontare la perdita di biodiversità e la protezione dell’ambiente, mettendo in contrapposizione gli agricoltori e l’ambiente stesso.
È assurdo pensare che allontanando gli agricoltori dalla terra si possa preservare la natura quando, invece, sono proprio loro a garantirne la protezione con una costante manutenzione senza la quale aumenterebbe il rischio di dissesto e desertificazione. Forza Italia ha espresso fin dall’inizio le sue perplessità in merito, non perché contraria ad un’iniziativa destinata alla protezione dell’ambiente, ma perché la proposta si è subito presentata irrealistica, con misure che non tengono conto delle diversità e specificità dei territori del nostro continente né tanto meno delle esigenze degli agricoltori e pescatori.
Nonostante la versione finale della cosiddetta “Legge sul ripristino della natura”, grazie al lavoro fatto in Parlamento, sia stata epurata di alcune assurdità, come quella, ad esempio, di abbandonare il 10% delle superfici agricole o addirittura non fare interventi di manutenzione del territorio, resta una legge fortemente ideologizzata e divisiva tanto che, dopo un momento di stallo, è stata approvata nei giorni scorsi solo con una maggioranza minima, grazie ad un dubbio voto del governo austriaco espresso dal ministro verde dell’ambiente in netto contrasto con il governo stesso.
La previsione che la Commissione europea tornerà sul regolamento nel 2033 per una valutazione dell’impatto delle nuove regole e i correttivi del caso, conferma la necessità di lavorare in questa legislatura per poter rivedere e migliorare, rendendo credibile non solo questo regolamento, ma tutte quelle iniziative che purtroppo, caratterizzate da un “fanatismo ambientalista”, hanno ulteriormente minato la credibilità dell’Europa.

L’EUROPA CHE VERRA’

Viviamo una quotidianità fatta di notizie che alimentano scenari geopolitici, economici, sociali e finanziari molto delicati. Adesso più che mai l’Ue deve essere protagonista nello scacchiere globale, ponendosi in maniera forte e credibile nelle sfide che siamo chiamati ad affrontare.
Con queste ultime elezioni i cittadini, soprattutto i tantissimi che non sono andati a votare, ci hanno dato un chiaro segnale di quello che è il loro pensiero sull’Europa, delle loro perplessità e delle loro ambizioni. Dobbiamo prendere atto che ancora i cittadini non si sentono pienamente e convintamente parte dell’Europa nonostante sia proprio l’Europa chiamata a prendere decisoni importanti per tutti noi.
L’Unione europea, infatti, sarà chiamata ad essere un continente che si impegna per una sostenibilità ambientale concreta e non ideologica, che abbraccia l'innovazione con l'adozione di tecnologie emergenti, come l'intelligenza artificiale, ma anche con maggiori investimenti in ricerca e sviluppo, digitalizzando industria, sanità e istruzione.
L'Europa, inoltre, dovrà rafforzare la sua coesione e promuovere l'inclusione affrontando le disuguaglianze economiche e sociali, sostenendo la diversità culturale per costruire una società più equa. Dovrà necessariamente rafforzare la sua governance con la riforma dei Trattati e definire politiche innovative sulla difesa comune e sulla cooperazione internazionale.
Questa legislatura dovrà essere “costituente” per dare una nuova identità all'Europa del futuro che sappia guardare con ambizione in avanti, senza mai dimenticare le sue radici e, soprattutto, i suoi cittadini, unico vero motore per qualsiasi obiettivo da raggiungere.

URSULA SI’ O URSULA NO?

Ursula sì o Ursula no? La prossima settimana a Strasburgo ci sarà l’insediamento ufficiale del nuovo Parlamento europeo dove, sicuramente, Roberta Metsola verrà confermata dall’Aula, e si dovrà votare la proposta del Consiglio europeo per la candidatura di Ursula von der Leyen alla presidenza della Commissione europea.
Questa proposta arriva dopo la decisione dell’ultimo consiglio europeo del 27 giugno scorso, quando 25 Primi ministri e capi di Stato su 27 hanno trovato l’intesa sui cosiddetti “top jobs”, individuando Ursula von der Leyen (PPE) alla presidenza della Commissione (da votare in parlamento), il portoghese Antonio Costa (S&D) alla presidenza del Consiglio europeo (da votare nello stesso Consiglio europeo) e la estone Kallas (Renew) quale Alto Rappresentante UE per la politica estera (di nomina della presidenza della Commissione).
L’Italia con Giorgia Meloni si è astenuta sulla von der Leyen votando contro le altre due posizioni mentre il primo ministro ungherese, Viktor Orban, ha votato contro su tutte e tre le proposte. Sono stati e sono ancora giorni intensi di riunioni ed incontri, formali ed informali, per definire con esattezza i numeri necessari per la conferma di Ursula von der Leyen che, al momento, “dovrebbe” poter contare su 399 voti dei deputati Popolari, Socialisti e Liberali, quindi raggiungere la maggioranza prevista dei 361 voti favorevoli sul totale dei 720 deputati.
Ho usato il condizionale perché c’è una forte preoccupazione che questi numeri non siano reali in quanto tra i 399 deputati Popolari, Socialisti e Liberali ci potrebbe essere più di qualcuno non favorevole ad un “von der Leyen bis”. Purtroppo non possiamo negare che le perplessità di alcuni deputati sulla von der Leyen nascono da come lei, nella scorsa legislatura, non sia riuscita a contenere la furia ideologica ambientalista del suo vice presidente, l’olandese Frans Timmermans, e del gruppo dei Verdi che hanno, di fatto, generato politiche “green deal” così ambiziose da renderle poco realizzabili e poco credibili, minando fortemente la stessa credibilità dell’Europa.
A fronte di questo scenario, c’è grande fermento dentro e fuori dal Parlamento e la stessa von der Leyen sta cercando di capire se può e con chi allargare la maggioranza per avere una elezione certa. La nostra delegazione di Forza Italia, guidata da Fulvio Martusciello, all’interno del PPE è stata chiara: la von der Leyen è stata indicata dal congresso PPE e poi scelta dal Consiglio europeo, ma vogliamo una presidenza della Commissione che ci garantisca azioni e strategie europee concrete sui temi cruciali quali la competitività produttiva, la sostenibilità ambientale, l’immigrazione.
Allo stato attuale esiste una maggioranza che ruota intorno al PPE e dobbiamo evitare che l’allargamento ad altri gruppi significhi mettere in discussione le azioni programmatiche con cui dobbiamo affrontare le sfide che ci attendono. Sicuramente siamo convinti che, se allargamento deve esserci, non può che essere a favore dei Conservatori (ECR) con cui già nella scorsa legislatura abbiamo trovato in più occasioni convergenze e condivisioni che ci hanno permesso di contenere alcune iniziative ideologiche della Sinistra (Left) e dei Verdi (Green).
Forza Italia ha chiesto che alla continuità nominativa della von der Leyen debba corrispondere una discontinuità di metodo affinché non si ripeta quella “degenerazione ideologica” che nella scorsa legislatura spesso ha caratterizzato il dibattito e alcune strategie europee. Non ci resta che attendere la prossima settimana per sapere se ci sarà il bis di Ursula von der Leyen.

+40MILA VOLTE GRAZIE!

Essere stato rieletto al Parlamento europeo è sicuramente un grande traguardo, ma è anche un attestato di stima di tante persone che hanno deciso di farsi rappresentare ponendo in me fiducia e amicizia. Per me è, soprattutto, un impegno e una responsabilità a fare ancora di più e ancora meglio.
Nei prossimi mesi tante cose verranno definite e il Parlamento comincerà a lavorare alle tante sfide che ci attendono, ma questo è per me il momento della gratitudine, della riconoscenza e della vicinanza a chi, l’8 e il 9 giugno scorsi, si è recato alle urne scrivendo il mio nome: grazie!
Grazie alle circa 41000 persone che hanno voluto darmi fiducia scegliendo di farsi rappresentare ancora da me al Parlamento europeo.
Grazie ad Antonio Tajani, segretario nazionale Forza Italia, per essersi impegnato in prima persona in questa intensa campagna elettorale e aver testimoniato con la sua esperienza l’importanza dell’Unione europea.
Grazie a tutti i coordinatori regionali, provinciali, ai cittadini e a tutti gli eletti di Forza Italia del collegio che mi hanno accompagnato in questa campagna elettorale facendomi sentire la loro vicinanza, dimostrando che solo in squadra ed insieme si possono raggiungere importanti risultati.
Grazie a tutti i candidati di Forza Italia che con il loro impegno hanno dimostrato non solo la forza e l’ambizione del nostro partito, ma, soprattutto, la nostra visione per un’Europa pragmatica e più vicina ai cittadini.
Grazie al Partito Popolare Europeo che ancora una volta si è confermato il primo gruppo politico dimostrando la sua capacità di rappresentare i cittadini europei.
Nel corso della campagna elettorale ho percorso, in lungo e in largo, tutte le quattro regioni della Circoscrizione dell’Italia centrale incontrando moltissime persone con cui mi sono confrontato, in modo sincero e concreto, raccogliendo aspettative e problematiche su cui l’Europa dovrà lavorare per garantire risposte concrete.
Ci aspettano cinque anni di duro lavoro, di sfide, di obiettivi e, ne sono certo, di successi e soddisfazioni. Saranno anni di responsabilità, con il privilegio di continuare a lavorare ancora in Europa, insieme.

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