
La Commissione Ambiente del Parlamento europeo ha approvato l’obiezione al Regolamento delegato che stabilisce la classificazione dei Paesi a rischio di deforestazione con 49 voti favorevoli e 37 contrari. Questo voto non mette in discussione gli obiettivi del Regolamento contro la deforestazione importata, che condivido pienamente, ma ne evidenzia le gravi criticità applicative che Forza Italia e il Partito Popolare Europeo denunciano da tempo.
Già lo scorso anno ci siamo battuti con determinazione per ottenere il rinvio di un anno dell’applicazione di questa normativa, che mira a eliminare la produzione e l’importazione di prodotti come carne bovina, cacao, caffè e soia se ottenuti da deforestazioni. È stato un risultato importante, che ha dato respiro ai nostri agricoltori, allevatori e operatori del legno. Allora, come oggi, continuo a sostenere con forza la necessità di superare un approccio ideologico ed estremista, che rischia di trasformare la transizione verde in un danno economico e sociale per chi già opera con responsabilità e sostenibilità.
Trovo inaccettabile che l’Italia venga inserita nella categoria dei Paesi a “basso rischio” insieme a Stati che presentano situazioni ambientali ben più critiche, nonostante le nostre filiere agricole e forestali rispettino standard elevatissimi e dispongano di sistemi di monitoraggio avanzati.
Come PPE abbiamo ottenuto che il Parlamento chieda alla Commissione di introdurre una quarta categoria di rischio riservata a quei Paesi che presentano rischi di deforestazione trascurabili o nulli. È una proposta di buon senso che può evitare distorsioni del mercato e penalizzazioni ingiuste.
Il regolamento entrerà in vigore in due fasi: per le grandi imprese l’applicazione è prevista dal 30 dicembre 2025, mentre per le piccole e medie imprese scatterà dal 30 giugno 2026. Questo slittamento dei termini, che abbiamo ottenuto proprio con il nostro lavoro, era necessario per permettere alle aziende di organizzarsi, investire e adeguare i controlli senza mettere a rischio la loro competitività. Continueremo a batterci con convinzione contro l’estremismo green e per una transizione ambientale che sappia coniugare tutela dell’ambiente, sostenibilità economica e rispetto del lavoro dei nostri produttori. Il testo dell’obiezione passerà ora al voto della plenaria del Parlamento europeo, che si riunirà a Strasburgo nella sessione dal 7 al 10 luglio.
Mi impegnerò fino all’ultimo perché prevalga il buon senso e vengano riconosciuti gli sforzi di chi, come l’Italia, lavora già da anni per difendere le foreste e l’ambiente in modo concreto ed equilibrato.