La presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, ha presentato una proposta definita “moderna, dinamica e la più ambiziosa di sempre” per il nuovo Quadro Finanziario Pluriennale (QFP) 2028–2034. Un bilancio da quasi 2.000 miliardi di euro, pari all’1,26% del reddito nazionale lordo dell’UE, con cui si promette di rafforzare l’autonomia strategica del continente e rispondere alle grandi sfide del nostro tempo.

Tuttavia, dietro le cifre record e gli slogan ottimistici, la proposta ha già sollevato critiche accese, in particolare per l’ipotesi di accorpare due pilastri storici dell’integrazione europea: la Politica Agricola Comune (PAC) e i fondi di coesione. La creazione del nuovo Fondo di Partenariato Nazionale e Regionale rischia, infatti, di smantellare la natura “comune” della PAC, spingendo verso una rinazionalizzazione delle politiche agricole.

Come già denunciato in Parlamento e in Commissione Agricoltura, ritengo inaccettabile che, nonostante l’aumento complessivo del bilancio UE, si preveda una riduzione reale tra il 20% e il 30% delle risorse destinate agli agricoltori. Passare dagli attuali 386 miliardi a circa 300 miliardi di euro significherebbe colpire un comparto già messo a dura prova, minando la sicurezza alimentare e l’equilibrio territoriale dell’Unione.

Le proteste degli agricoltori europei, supportate da organizzazioni come Copa-Cogeca, CEJA e IFOAM, hanno già fatto sentire la loro voce a Bruxelles. Con Forza Italia e il PPE abbiamo voluto essere al loro fianco per respingere una proposta che rischia di svuotare una delle politiche più riuscite e simboliche dell’integrazione europea. Non solo, il Parlamento europeo ha espresso forti perplessità anche sul metodo e sulla governance del nuovo bilancio, ritenendo che, concentrare fondi e competenze in pochi strumenti, rischia di marginalizzare il controllo democratico e di comprimere ulteriormente lo spazio di manovra, già limitato dal rimborso dei debiti del NextGenerationEU. Pur condividendo l’esigenza di rafforzare settori come la difesa, la competitività, la bioeconomia, la transizione verde o la gestione delle crisi, riteniamo che ciò non debba avvenire a discapito dell’equilibrio e della coesione interna dell’Unione.

Serve un bilancio ambizioso, sì, ma anche equo, sostenibile e davvero europeo, che non dimentichi le priorità storiche né i territori più fragili. La partita è ancora aperta. La Commissione ha presentato la sua proposta, ma spetta ora al Parlamento far valere il proprio ruolo e correggere ciò che non funziona.

Forza Italia e il PPE continueranno a battersi per una PAC forte, equamente finanziata e ancorata ai valori comuni dell’Europa.