INTERVISTE E RASSEGNA STAMPA

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Qui potrai guardare tutte le mie interviste, i miei interventi al Parlamento europeo a Bruxelles, in plenaria a Strasburgo e nelle varie trasmissioni televisive e radiofoniche. Potrai, inoltre, ascoltare i miei podcast e leggere la rassegna stampa con gli articoli di giornale che mi riguardano.

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IL SEMESTRE EUROPEO DANESE PUNTA SULLA SEMPLIFICAZIONE DELLA POLITICA AGRICOLA COMUNE: UN’OCCASIONE DA NON PERDERE

IL SEMESTRE EUROPEO DANESE PUNTA SULLA SEMPLIFICAZIONE DELLA POLITICA AGRICOLA COMUNE: UN’OCCASIONE DA NON PERDERE

Martedì 1° luglio si è tenuto il cambio della guardia al Consiglio europeo: la Danimarca ha preso il posto della Polonia alla guida dell’istituzione per il secondo semestre dell’anno. Tra le priorità annunciate dalla nuova presidenza spicca con particolare forza la semplificazione della Politica Agricola Comune (PAC), un segnale importante e atteso che si allinea perfettamente con la posizione che, da tempo, Forza Italia e il Partito Popolare Europeo portano avanti. È indispensabile, infatti, promuovere un’agricoltura europea regolata da norme più semplici, coerenti e prive di contraddizioni, capaci di accompagnare efficacemente gli agricoltori nel loro lavoro quotidiano.

Oggi, purtroppo, il settore agricolo è appesantito da una complessità normativa che spesso risulta poco chiara e poco armonizzata, creando difficoltà e incertezze per chi, con passione e dedizione, garantisce produzioni di eccellenza e la sicurezza alimentare di tutti noi. Il ministro danese dell’Agricoltura, Jacob Jensen, ha giustamente sottolineato come la semplificazione, con particolare riferimento alla nuova PAC, sarà uno dei pilastri su cui si baserà il lavoro della sua presidenza, con l’obiettivo di rendere il settore agricolo e della pesca più competitivo e al passo con le sfide attuali.

Condivido pienamente questa visione: semplificare non significa in alcun modo rinunciare alla sostenibilità ambientale, ma piuttosto tradurla in obiettivi concreti e raggiungibili, evitando che rimanga solo uno slogan difficile da applicare. Non possiamo più permettere che l’agricoltura europea resti prigioniera di regolamenti contraddittori o di visioni ideologiche che trascurano le implicazioni economiche e sociali del settore. La transizione verso un modello più verde deve essere realizzata in modo graduale, intelligente e fondato sul buon senso.

In questa nuova fase politica, che segna un ritorno al pragmatismo purtroppo mancato nella scorsa legislatura, il Parlamento europeo e la Commissione dovranno ritornare ad ascoltare davvero le esigenze di chi lavora nei campi e negli allevamenti, promuovendo una sostenibilità non solo ambientale, ma anche concreta, proporzionata e rispettosa delle peculiarità e delle tradizioni dei nostri territori.

A TAORMINA PER CELEBRARE LA “RISOLUZIONE DI MESSINA” E LA CULTURA COME STRUMENTO DI DIALOGO E INTEGRAZIONE

A TAORMINA PER CELEBRARE LA “RISOLUZIONE DI MESSINA” E LA CULTURA COME STRUMENTO DI DIALOGO E INTEGRAZIONE

Il 17 giugno scorso, insieme ai colleghi della Commissione Affari costituzionali del Parlamento europeo, ho partecipato a Taormina alle “Celebrazioni per i 70 anni dalla storica Conferenza di Messina e Taormina”, iniziativa che si è svolta nell’ambito della XV edizione di Taobuk – Taormina International Book Festival, che ha riunito diversi rappresentanti delle istituzioni e intellettuali da tutta Europa per riflettere sul futuro, le sfide e le opportunità dell’Unione Europea. La Risoluzione di Messina del 1955 fu un momento chiave che portò alla nascita del Mercato Comune Europeo.

Le celebrazioni per il settantesimo anniversario della Conferenza hanno rappresentato un'importante occasione per un incontro con il ministro degli Esteri Antonio Tajani e i rappresentanti del Trio di Presidenze UE (Polonia, Danimarca, Cipro), ma anche con le autorità locali, think tank e stakeholder, affrontando temi come il ruolo globale del Parlamento europeo e l’integrazione politica. Ritengo sia sempre importante, in questi contesti e alla luce degli ultimi accadimenti, ribadire il ruolo centrale della cultura come strumento di dialogo e integrazione.

Voglio anche evidenziare come il processo, che nel 1955 portò alla nascita dell’Europa unita, nacque da una visione lungimirante, capace di trasformare le ferite del passato in un progetto comune. Oggi proprio quel patrimonio ideale ci interpella con forza. La cultura ha il compito di alimentare una riflessione profonda sull’identità europea, sul senso di appartenenza e sulla responsabilità collettiva che comporta far parte di un’unione fondata su popoli e valori condivisi soprattutto alla luce degli eventi geopolitici che ci sono e che ci chiamano, adesso più che mai, ad una visione e ad un impegno concreti.

DEFORESTAZIONE: APPROVATA IN COMMISSIONE AMBIENTE L’OBIEZIONE ALLA CLASSIFICAZIONE DEI PAESI A RISCHIO

DEFORESTAZIONE: APPROVATA IN COMMISSIONE AMBIENTE L’OBIEZIONE ALLA CLASSIFICAZIONE DEI PAESI A RISCHIO

La Commissione Ambiente del Parlamento europeo ha approvato l’obiezione al Regolamento delegato che stabilisce la classificazione dei Paesi a rischio di deforestazione con 49 voti favorevoli e 37 contrari. Questo voto non mette in discussione gli obiettivi del Regolamento contro la deforestazione importata, che condivido pienamente, ma ne evidenzia le gravi criticità applicative che Forza Italia e il Partito Popolare Europeo denunciano da tempo.

Già lo scorso anno ci siamo battuti con determinazione per ottenere il rinvio di un anno dell’applicazione di questa normativa, che mira a eliminare la produzione e l’importazione di prodotti come carne bovina, cacao, caffè e soia se ottenuti da deforestazioni. È stato un risultato importante, che ha dato respiro ai nostri agricoltori, allevatori e operatori del legno. Allora, come oggi, continuo a sostenere con forza la necessità di superare un approccio ideologico ed estremista, che rischia di trasformare la transizione verde in un danno economico e sociale per chi già opera con responsabilità e sostenibilità.

Trovo inaccettabile che l’Italia venga inserita nella categoria dei Paesi a “basso rischio” insieme a Stati che presentano situazioni ambientali ben più critiche, nonostante le nostre filiere agricole e forestali rispettino standard elevatissimi e dispongano di sistemi di monitoraggio avanzati.

Come PPE abbiamo ottenuto che il Parlamento chieda alla Commissione di introdurre una quarta categoria di rischio riservata a quei Paesi che presentano rischi di deforestazione trascurabili o nulli. È una proposta di buon senso che può evitare distorsioni del mercato e penalizzazioni ingiuste.

Il regolamento entrerà in vigore in due fasi: per le grandi imprese l’applicazione è prevista dal 30 dicembre 2025, mentre per le piccole e medie imprese scatterà dal 30 giugno 2026. Questo slittamento dei termini, che abbiamo ottenuto proprio con il nostro lavoro, era necessario per permettere alle aziende di organizzarsi, investire e adeguare i controlli senza mettere a rischio la loro competitività. Continueremo a batterci con convinzione contro l’estremismo green e per una transizione ambientale che sappia coniugare tutela dell’ambiente, sostenibilità economica e rispetto del lavoro dei nostri produttori. Il testo dell’obiezione passerà ora al voto della plenaria del Parlamento europeo, che si riunirà a Strasburgo nella sessione dal 7 al 10 luglio.

Mi impegnerò fino all’ultimo perché prevalga il buon senso e vengano riconosciuti gli sforzi di chi, come l’Italia, lavora già da anni per difendere le foreste e l’ambiente in modo concreto ed equilibrato.

IL PARLAMENTO EUROPEO APPROVA NUOVE REGOLE PER GARANTIRE IL BENESSERE E LA TRACCIABILITÀ DI CANI E GATTI

IL PARLAMENTO EUROPEO APPROVA NUOVE REGOLE PER GARANTIRE IL BENESSERE E LA TRACCIABILITÀ DI CANI E GATTI

Durante l’ultima sessione plenaria del Parlamento europeo a Strasburgo è stato approvato un provvedimento importante che punta a rafforzare il benessere di cani e gatti e a migliorarne la tracciabilità in tutta Europa. In qualità di relatore per il gruppo PPE di questo dossier, ho seguito da vicino un negoziato complesso e delicato, che ha suscitato un ampio dibattito e posizioni diverse anche all’interno dei gruppi politici.

Il mio incarico, affidatomi dai colleghi del PPE in Commissione Agricoltura, era chiaro: rendere più efficaci le regole contro il commercio illegale e garantire standard più elevati di tutela degli animali, senza però imporre vincoli eccessivi ai semplici proprietari responsabili. Obiettivo prioritario è stato quello di contrastare i comportamenti illeciti e non gravare inutilmente su famiglie e proprietari che non svolgono attività commerciali.

Sono state previste esenzioni mirate: per gli agricoltori, ad esempio, e per i cani da lavoro come quelli militari, di polizia e di servizio. Inoltre, abbiamo ottenuto periodi di transizione adeguati che consentiranno agli Stati membri di adeguarsi gradualmente alle nuove regole.

Tra le novità più rilevanti c’è l’introduzione di norme comuni sulla tracciabilità, fondamentali per arginare gli scambi illeciti tra Paesi. Diventerà, infatti, obbligatorio il microchip per tutti i cani e i gatti a prescindere dal fatto che vengano immessi in commercio. In Italia, come in altri paesi europei, questa misura è già in vigore per i cani, ma non ancora per i gatti: per questo motivo è stato stabilito un periodo di cinque anni per adeguarsi all’obbligo per i cani, dieci anni per i gatti.

Tutti i dati identificativi confluiranno in una banca dati europea gestita dalla Commissione con sistemi interoperabili tra gli Stati membri. Il testo prevede anche il divieto di vendita di cani e gatti nei negozi, una norma che in diversi Paesi è già operativa e che punta a evitare condizioni di spazio e igiene inadeguate per gli animali.

Particolare attenzione è stata riservata anche alle vendite online: basti pensare che nell’Unione europea il 44% dei cittadini convive con un animale domestico e il commercio di cani e gatti vale circa 1,3 miliardi di euro. Tuttavia, il 60% degli acquisti avviene attraverso piattaforme digitali, spesso senza le necessarie garanzie di trasparenza e rispetto degli standard di benessere.

Abbiamo dunque lavorato per dotare l’Europa di un sistema di regole comuni e armonizzate che fissino standard minimi in materia di tutela e tracciabilità degli animali evitando, al tempo stesso, un eccessivo appesantimento burocratico per chi vive con un cane o un gatto per semplice compagnia. Si tratta di un risultato concreto che contribuirà a proteggere i nostri animali domestici ed a garantire maggiore sicurezza e chiarezza ai cittadini europei.

E-COMMERCE E SICUREZZA DEI PRODOTTI: APPROVATA IN COMMISSIONE IMCO LA MIA RELAZIONE PER TUTELARE CONSUMATORI E IMPRESE EUROPEE

E-COMMERCE E SICUREZZA DEI PRODOTTI: APPROVATA IN COMMISSIONE IMCO LA MIA RELAZIONE PER TUTELARE CONSUMATORI E IMPRESE EUROPEE

Giovedì 25 giugno la Commissione parlamentare per il Mercato Interno e la Protezione dei Consumatori (IMCO) ha approvato con una larghissima maggioranza la mia richiesta relazione d’iniziativa sulla “Sicurezza dei prodotti e la conformità normativa nel commercio elettronico e nelle importazioni da Paesi terzi” di cui sono relatore. Si tratta di un risultato importante, frutto di mesi di confronto, ascolto e lavoro di squadra su un tema che tocca da vicino la vita quotidiana di cittadini e imprese.

L’esplosione dell’e-commerce ha rivoluzionato il nostro modo di acquistare e vendere: ha abbattuto barriere, creato nuove opportunità, ma anche esposto il Mercato Unico a gravi squilibri. Solo nel 2024 sono entrati nell’UE oltre 4,6 miliardi di articoli con valore dichiarato inferiore alla soglia di esenzione dai dazi di 150 euro: parliamo di circa 12 milioni di articoli al giorno. Una mole impressionante di merci che spesso sfugge ai controlli, mette a rischio la sicurezza dei consumatori e crea una concorrenza sleale ai danni delle imprese europee che rispettano le regole.

Con questa relazione, che andrà prossimamente al voto della plenaria, il Parlamento europeo intende chiedere alla Commissione e al Consiglio europeo un’azione concreta per rafforzare i controlli e garantire l’effettiva attuazione delle norme già in vigore, come il Digital Services Act e il Regolamento sulla Sicurezza Generale dei Prodotti. Le piattaforme, soprattutto quelle con sede al di fuori dell’UE, devono garantire tracciabilità e trasparenza. È fondamentale valorizzare la figura della persona responsabile per la sicurezza del prodotto, e introdurre strumenti come il passaporto digitale, che consenta di verificare l’origine e la conformità dei beni prima che arrivino sul mercato.

Un altro nodo cruciale è l’accelerazione della riforma del Codice Doganale dell’Unione. L’attuale soglia di esenzione dai dazi per gli acquisti sotto i 150 euro è diventata un canale per eludere controlli e aggirare le regole. La sua eliminazione è urgente, così come l’istituzione di una vera Autorità Doganale Europea, dotata di una banca dati digitale per monitorare in modo efficiente i flussi di importazione.

La relazione sottolinea anche la necessità di rafforzare il coordinamento tra le autorità nazionali, dotandole di risorse adeguate, tecnologie moderne e una cooperazione transfrontaliera realmente efficace. Serve, inoltre, un’armonizzazione delle sanzioni a livello UE, affinché le violazioni siano sanzionate in modo omogeneo e fungano da reale deterrente contro chi pensa di poter aggirare facilmente le regole.

Altro aspetto essenziale riguarda la tutela dei consumatori e la promozione di pratiche di vendita etiche e siamo a favore dell’iniziativa della Commissione europea sul Digital Fairness Act, che dovrà affrontare pratiche sleali sempre più diffuse, come il marketing ingannevole e l’utilizzo di tecniche manipolative che condizionano le scelte d’acquisto.

È fondamentale rafforzare la consapevolezza dei consumatori e proteggerli da dinamiche che favoriscono comportamenti compulsivi e dipendenza dalle piattaforme di vendita online. Questa relazione è un passo concreto verso un mercato digitale più equo, sicuro e trasparente. Non si tratta di fermare l’innovazione, ma di garantirne uno sviluppo sostenibile e basato su regole chiare. Difendere il Mercato Unico significa tutelare un modello europeo fondato su legalità, responsabilità e protezione dei consumatori. Ora avanti con determinazione verso il voto in Plenaria di luglio.

PNRR: IL PARLAMENTO EUROPEO PROPONE UNA PROROGA

PNRR: IL PARLAMENTO EUROPEO PROPONE UNA PROROGA

Il 19 giugno, in seduta plenaria a Strasburgo, il Parlamento europeo ha approvato una risoluzione che propone di prorogare di 18 mesi il termine per completare i progetti finanziati nell’ambito del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Una scelta di buonsenso che considero fondamentale per garantire il pieno raggiungimento degli obiettivi previsti dal PNRR, evitando che ritardi tecnici o amministrativi compromettano interventi cruciali per la crescita del nostro Paese.

Non si tratta di un semplice rinvio. Al contrario, questa richiesta di proroga rappresenta un’opportunità per rafforzare le riforme, migliorare la capacità amministrativa e assicurare che le risorse europee si traducano concretamente in servizi, occupazione e sviluppo.

Forza Italia ha sostenuto con convinzione questa iniziativa fin dall’inizio dei negoziati perché abbiamo sempre creduto nel PNRR come leva strategica per la modernizzazione dell’Italia. Ma è evidente che per affrontare con efficacia le sfide che ci attendono servono strumenti più flessibili e una visione politica capace di adattarsi ai cambiamenti in corso. La transizione ecologica, quella digitale, la sicurezza energetica e la coesione sociale sono obiettivi prioritari, che richiedono investimenti mirati e una governance europea più integrata e responsabile. 

La proroga del PNRR va ora trasformata in un volano per lo sviluppo. Dobbiamo cogliere questa occasione per completare progetti, accelerare le riforme e rafforzare la presenza dell’Italia in Europa. Le sfide non mancano, ma con determinazione, trasparenza ed efficacia possiamo trasformare ogni euro investito in progresso per il Paese e per i nostri cittadini.

VERTICE NATO: L’IMPORTANZA DI ESSERE UNITI CON UN’EUROPA PIÙ FORTE ALL’INTERNO DELL’ALLEANZA ATLANTICA

VERTICE NATO: L’IMPORTANZA DI ESSERE UNITI CON UN’EUROPA PIÙ FORTE ALL’INTERNO DELL’ALLEANZA ATLANTICA

Il 24 e 25 giugno si è tenuto all’Aia il vertice dei capi di Stato e di Governo dell’Alleanza Atlantica, un appuntamento fondamentale durante il quale i membri si sono impegnati a raggiungere entro il 2035 una spesa militare pari al 5% del PIL, riaffermando così il nostro impegno collettivo nei confronti della NATO, la più solida alleanza militare della storia.

Nella Dichiarazione finale è stato ribadito il valore imprescindibile del legame transatlantico e la determinazione a difendere insieme la sicurezza di oltre un miliardo di cittadini, come previsto dall’Articolo 5 del Trattato di Washington, che stabilisce che un attacco a uno è un attacco a tutti.

Ritengo che questa Dichiarazione segni un punto di svolta, perché sancisce un impegno condiviso e concreto per rafforzare la sicurezza euro-atlantica, investendo nel futuro delle nostre democrazie. L’obiettivo del 5% del PIL prevede una suddivisione chiara tra un 3,5% per le spese strettamente militari e un 1,5% per la sicurezza più ampia, che comprende cyberspazio, infrastrutture e resilienza. Ogni Stato dovrà costruire un programma dettagliato e trasparente, che consenta ai cittadini di conoscere come vengono spesi i fondi pubblici e di condividere questa responsabilità. La cultura della difesa deve crescere dal basso, coinvolgendo non solo i legislatori, ma anche le comunità locali e il mondo produttivo.

Le conclusioni del vertice Aja riconoscono il nuovo scenario globale e la necessità di disporre di capacità credibili per la deterrenza e non semplicemente incrementare i bilanci militari. È un percorso più ampio che comprende il rafforzamento della resilienza, la protezione delle infrastrutture critiche, l’innovazione tecnologica, le reti digitali, la base industriale e la cooperazione transatlantica, anche attraverso la rimozione delle barriere commerciali nel settore della difesa.

L’Italia, grazie al lavoro svolto anche in queste settimane, ha ottenuto una certa flessibilità nell’attuazione di questo obiettivo, per garantire che le risorse destinate alla sicurezza non sottraggano fondi ai settori essenziali come la sanità o il welfare. Fin dal primo momento ho ribadito che sarebbe un errore contrapporre la sicurezza alla spesa sociale: la sicurezza stessa è una condizione essenziale di benessere e libertà. Proprio per questo stiamo insistendo affinché l’Unione europea metta a disposizione strumenti finanziari adeguati e si possa valutare anche il ricorso a forme di debito comune europeo, che permettano a tutti gli Stati membri di sostenere questo sforzo in modo equilibrato.

Come presidente della delegazione per i rapporti Ue - Nato, sono convinto che la spesa per la difesa possa rappresentare un’opportunità per il nostro tessuto produttivo. L’Italia è leader nella manifattura e nella componentistica, e può giocare un ruolo di primo piano anche grazie ai programmi europei che stimolano la riconversione industriale e l’innovazione. Dobbiamo accompagnare questo percorso in modo responsabile, senza rinunciare alle nostre filiere tipiche e costruendo un modello che valorizzi le nostre eccellenze anche in ambiti strategici come la cybersicurezza, l’innovazione tecnologica e la sicurezza alimentare.

Non possiamo più delegare ad altri ciò che spetta a noi. Non significa immaginare un distacco dagli Stati Uniti, che restano il nostro partner fondamentale, ma rafforzare il pilastro europeo all’interno della NATO, con più investimenti, maggiore consapevolezza e un ruolo più incisivo. L’obiettivo di un esercito europeo comune, a mio avviso, rimane una prospettiva di lungo termine. Oggi dobbiamo concentrarci su un miglior coordinamento delle industrie degli armamenti, sull’integrazione delle capacità e su una cultura condivisa della difesa che diventi finalmente una realtà concreta, non solo un buon proposito. Solo così potremo garantire che l’Europa sia davvero all’altezza delle sfide globali e che l’Alleanza Atlantica continui a essere il nostro orizzonte più solido di libertà e sicurezza.

UCRAINA E MEDIO ORIENTE: L’EUROPA NON PUÒ PIÙ RESTARE SPETTATRICE, SERVE UNA SVOLTA DI RESPONSABILITÀ PER LA SICUREZZA COMUNE

UCRAINA E MEDIO ORIENTE: L’EUROPA NON PUÒ PIÙ RESTARE SPETTATRICE, SERVE UNA SVOLTA DI RESPONSABILITÀ PER LA SICUREZZA COMUNE

I drammatici sviluppi internazionali degli ultimi anni ci pongono di fronte a una realtà geopolitica profondamente mutata in cui i conflitti, dalla guerra in Ucraina alla crescente instabilità in Medio Oriente, non solo minacciano l’equilibrio globale, ma colpiscono direttamente la nostra sicurezza collettiva. Di fronte ai gravi costi umani e alla crudeltà dell’aggressione russa in Ucraina, non possiamo limitarci a dichiarazioni di condanna o a pacchetti di sanzioni.

È necessario, come ho ribadito in plenaria al Parlamento europeo, che l’Unione europea passi dalla solidarietà all’assunzione di responsabilità, imprimendo una svolta concreta nella propria capacità di difesa. Difesa oggi significa molto più che carri armati: vuol dire proteggere ospedali, reti energetiche, digitali, garantire la sicurezza alimentare e la mobilità strategica. Significa costruire una risposta credibile contro minacce sempre più ibride, pervasive e asimmetriche.

È tempo di rafforzare il pilastro europeo della NATO, rendendo l’Alleanza transatlantica non solo più forte, ma anche più equa. L’unità transatlantica è e resta il nostro orizzonte strategico: per garantirne la sostenibilità ogni Paese deve fare la propria parte e l’Europa deve finalmente assumersi fino in fondo la responsabilità della propria sicurezza.

Anche in Medio Oriente la situazione resta estremamente complessa. Dall’ottobre 2023, dopo l’attacco di Hamas e la successiva offensiva israeliana nella Striscia di Gaza, la crisi umanitaria si è aggravata in modo drammatico, con decine di migliaia di vittime e milioni di persone in condizioni critiche. Le tensioni tra Israele e Iran, il coinvolgimento di attori regionali come Hezbollah, Houthi, e le operazioni nell’area del Mar Rosso alimentano il rischio concreto di un’estensione del conflitto.

Il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha richiamato l’Europa a una mobilitazione immediata, anche attraverso il dialogo con gli Stati arabi moderati. L’Italia sostiene la necessità di rilanciare i negoziati tra Stati Uniti e Iran e considera inaccettabile qualsiasi sviluppo da parte di Teheran di un programma nucleare a fini militari.

In questo contesto, ritengo sia fondamentale mantenere aperti i canali diplomatici con tutte le parti coinvolte e agire per rafforzare i presupposti di un cessate il fuoco duraturo. L’Europa e i Paesi del G7 devono essere protagonisti attivi nella costruzione della pace, nella difesa dei valori democratici e nella promozione di una sicurezza condivisa, nel quadro dell’Alleanza transatlantica che rappresenta il nostro ancoraggio strategico e politico. È il tempo della responsabilità e della visione.

È il tempo di un’Europa più capace, più credibile, più unita.

Ruralidea

L’intervista si inserisce nel contesto della pubblicazione del secondo numero della rivista RuralIdea, dedicato ai temi chiave di “Innovazione sociale” e “Connessioni”. L’On. De Meo, Eurodeputato Forza Italia/PPE, approfondisce il ruolo delle politiche europee nello sviluppo rurale, sottolineando l’importanza di una visione integrata e connessa per rafforzare i territori. Viene evidenziato come le iniziative comunitarie possano favorire l’innovazione sociale e stimolare collaborazioni tra reti, laboratori e consorzi locali, contribuendo così a uno sviluppo sostenibile e inclusivo delle aree rurali in chiave europea.

Fanpage.it

Le politiche europee di coesione prevedono anche un’attenzione alla difesa comune. In particolare, La Politica di Sicurezza e di Difesa Comune (PSDC), si pone l’obiettivo di affrontare le criticità legate alla protezione degli Stati membri dell’UE, nell’ottica di promozione della pace internazionale.
Ma in che modo Difesa e Coesione sono collegati? Ne discute Annalisa Girardi con l’eurodeputato e responsabile della delegazione per i rapporti con la NATO, Salvatore De Meo.

SalvatoreDeMeo.eu

Ecco il mio intervento in plenaria al Parlamento Europeo su sicurezza e difesa.

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“AMERIGO VESPUCCI”, ORGOGLIO ITALIANO

“AMERIGO VESPUCCI”, ORGOGLIO ITALIANO

Lo scorso 26 maggio, a Gaeta (Lt), ho avuto l’onore di partecipare al Blue Forum Awards 2025, dal titolo “Creare valore. Il mare nell’anno del Giubileo”, un evento organizzato da Blue Forum Italia Network con l’obiettivo di aprire un dialogo costruttivo tra istituzioni, aziende e protagonisti chiave del settore marittimo. L’iniziativa si è rivelata un’importante occasione per mettere in comune competenze ed esperienze, con la finalità di promuovere e valorizzare al meglio il potenziale dell’Economia del Mare in Italia.

Durante questa prestigiosa manifestazione, ho potuto visitare la celebre nave scuola della Marina Militare Italiana, la Amerigo Vespucci, presente a Gaeta per la 15ª tappa del suo Tour Mediterraneo. Questo maestoso veliero, varato il 22 febbraio 1931 a Castellammare di Stabia, non è solo una straordinaria opera di ingegneria navale, ma rappresenta un’autentica icona del “Made in Italy” nel mondo.

Costruita con maestria e passione, la Amerigo Vespucci incarna l’eccellenza dell’artigianato e dell’ingegneria italiani, diventando una vera ambasciatrice del marchio Italia a livello internazionale. Da quasi un secolo, questo veliero ha solcato i mari di tutto il globo, conquistando ammirazione e rispetto per la sua bellezza senza tempo e la sua maestosità, elementi che l’hanno resa simbolo non solo della Marina Militare, ma dell’intera cultura italiana.

Celebri aneddoti testimoniano il suo prestigio: nel luglio 1962, nel Mediterraneo, la portaerei americana USS Independence chiese, via segnalatore luminoso, l’identità della nave. A seguito della risposta, la portaerei replicò con un complimento che è ormai leggenda: “Siete la più bella nave del mondo”. Sessant’anni dopo, nel 2022, la USS George H.W. Bush ha rinnovato questo celebre omaggio, ribadendo con orgoglio che, dopo sei decenni, la Vespucci è ancora la nave più bella del mondo. Questo episodio ha rinsaldato il legame tra la Marina Militare Italiana e la US Navy, fondendo tradizione e futuro rappresentato dagli allievi del nuovo corso Aghenor a bordo del veliero.

Il 1º luglio 2023, dal porto di Genova, la Amerigo Vespucci è partita sotto il comando del capitano di vascello Giuseppe Lai per un tour di circa due anni, che l’ha portata a toccare porti da Marsiglia ad Alessandria d’Egitto, da Rio de Janeiro a Los Angeles, fino a Singapore. Un viaggio che ha rappresentato una vetrina straordinaria per il “Made in Italy”, testimonianza tangibile della qualità, della storia e della cultura italiana esportate via mare.

Salire a bordo della Vespucci significa immergersi nella nostra storia più autentica, respirare il patriottismo e la fierezza che ogni italiano prova di fronte alle sue eccellenze. La nave incarna un patrimonio di tradizione e professionalità che ci fa sentire profondamente orgogliosi delle nostre radici. Il suo motto attuale, ufficializzato nel 1978, «Non chi comincia ma quel che persevera», sintetizza perfettamente la sua missione: formare e addestrare le future generazioni di ufficiali della Marina Militare Italiana, attraverso l’impegno e la dedizione.

La Amerigo Vespucci è molto più di una semplice nave scuola. È un simbolo vivente dell’italianità che va tutelata e celebrata, il cuore pulsante di una tradizione navale e culturale che ha portato in ogni angolo del mondo la nostra storia, la nostra arte e la nostra maestria. Un vero orgoglio nazionale e un ambasciatore senza tempo del “Made in Italy”.

CITTADINANZA: PASSO FONDAMENTALE PER RIPORTARE RIGORE E TRASPARENZA

CITTADINANZA: PASSO FONDAMENTALE PER RIPORTARE RIGORE E TRASPARENZA

Dopo l’approvazione del 20 maggio da parte della Camera dei Deputati, è stata pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale n. 118 del 23 maggio 2025 la Legge 23 maggio 2025, n. 74, che converte con modifiche il decreto-legge 28 marzo 2025, n. 36 in materia di cittadinanza. Questo passaggio rappresenta, a mio avviso, un momento cruciale per ristabilire ordine, trasparenza e rigore in un ambito che, per troppo tempo, è stato privo di regole chiare e condivise.

Ritengo che questa misura costituisca una risposta necessaria a un sistema che, negli anni, ha tollerato scorciatoie e pratiche inadeguate per l’ottenimento della cittadinanza italiana, spesso in assenza di un reale legame con il nostro Paese. In passato, infatti, si è assistito a un utilizzo distorto del riconoscimento della cittadinanza, talvolta basato su documenti falsificati o su legami anagrafici estremamente deboli. Era dunque doveroso intervenire, stabilendo criteri più rigorosi e riservando il diritto di cittadinanza a chi possa dimostrare un legame autentico e concreto con l’Italia, come nel caso di chi ha almeno un genitore o un nonno nato sul territorio nazionale. Una scelta di buonsenso, che rafforza la credibilità del nostro sistema e lo allinea agli standard adottati da altri Paesi europei.

In qualità di Responsabile nazionale del Dipartimento Italiani all’estero di Forza Italia, desidero, inoltre, esprimere il mio pieno apprezzamento per l’emendamento presentato dal ministro Antonio Tajani, approvato nell’ambito dello stesso decreto, che consente agli italiani residenti all’estero di riacquisire la cittadinanza perduta in passato per ragioni professionali. Si tratta di un segnale concreto di attenzione verso coloro che, pur emigrati per motivi di lavoro, hanno continuato a coltivare un forte senso di appartenenza alla comunità nazionale. Un gesto significativo, che rafforza il legame tra l’Italia e i suoi connazionali nel mondo.

NUOVA POLITICA AGRICOLA COMUNITARIA: FORZA ITALIA DICE NO AL FONDO UNICO

NUOVA POLITICA AGRICOLA COMUNITARIA: FORZA ITALIA DICE NO AL FONDO UNICO

L’Italia, insieme ad altri 15 Paesi europei, intervenuti durante il recente Consiglio Agrifish a Bruxelles, ha espresso una ferma opposizione all’ipotesi di accorpare le risorse agricole della PAC ad altri programmi nell’ambito del prossimo bilancio a lungo termine dell’Unione europea. Secondo questa posizione condivisa, la Commissione europea dovrebbe mantenere una linea di bilancio stabile e specifica, garantendo fondi adeguati e coerenti per agricoltura e pesca nel periodo 2028-2034, così da assicurare il corretto funzionamento delle politiche comuni dell’Unione.

Come membro della Commissione Agricoltura e Sviluppo Rurale del Parlamento europeo, ho ribadito più volte quanto sia inaccettabile l’idea di un fondo unico che includa anche la Politica Agricola Comune: significherebbe annacquare risorse essenziali, compromettendo l’efficacia dell’intervento europeo a favore dei nostri agricoltori. L’attuale struttura della PAC, articolata su due pilastri, ha dimostrato la sua efficacia e continua a rappresentare uno strumento fondamentale per garantire l’autonomia strategica dell’Unione – un obiettivo sempre più importante alla luce dell’instabilità politica, economica e climatica che stiamo affrontando.

Forza Italia ha sempre sostenuto la necessità di semplificare le procedure e snellire la burocrazia, ma questo non può avvenire a scapito dell’efficacia delle politiche europee. Smantellare l’attuale assetto della PAC sarebbe un grave errore strategico e per questo ci impegneremo con determinazione per impedirlo. Il fatto che altri quindici Stati membri condividano la posizione italiana dimostra che non siamo soli nel ritenere che l’agricoltura debba restare al centro dell’azione dell’Unione europea.

SETTORE AUTOMOTIVE: BENE L’APPROVAZIONE DEL NUOVO REGOLAMENTO, MA NON BASTA

SETTORE AUTOMOTIVE: BENE L’APPROVAZIONE DEL NUOVO REGOLAMENTO, MA NON BASTA

Qualche giorno fa, il Consiglio dell’Unione Europea per gli Affari Generali, su proposta della Commissione Europea, ha approvato un nuovo regolamento sulle emissioni di CO₂ per auto e furgoni che entrerà presto in vigore dopo la pubblicazione ufficiale.

Rispetto alla norma precedente, il nuovo sistema è più flessibile: tra il 2025 e il 2027, i costruttori potranno compensare eventuali sforamenti annuali con una media triennale. Questo allentamento rappresenta un sollievo per le case automobilistiche, che devono affrontare la transizione elettrica, le incertezze normative e le pressioni economiche. Già nelle scorse settimane, il Parlamento Europeo aveva votato a favore della revisione del regolamento sulle emissioni di auto e furgoni, prevedendo il calcolo della conformità agli standard su un arco di tre anni anziché su base annuale, come previsto dagli standard entrati in vigore quest’anno.

Ritengo che questo sia stato un primo importante segnale di apertura verso le difficoltà del settore automotive, una misura che ha effettivamente offerto un po’ di respiro a un comparto strategico per l’Italia e per tutta l’Europa. Come Forza Italia, da tempo chiediamo un approccio più pragmatico alla transizione ecologica, convinti che la sostenibilità sia un obiettivo imprescindibile, ma debba essere perseguita in modo graduale e realistico, evitando scadenze che rischiano di compromettere competitività e occupazione.

La revisione delle sanzioni sulle emissioni rappresenta un passo utile, ma è necessario uno sforzo più ampio per riconsiderare l’intero impianto normativo, a partire dal divieto di vendita di veicoli con motore termico dal 2035. Continueremo comunque a lavorare affinché la transizione ecologica sia davvero sostenibile dal punto di vista ambientale, economico e sociale. 

DAZI: IMPORTANTE ARRIVARE A UN ACCORDO PER IMPEDIRE GUERRA COMMERCIALE

DAZI: IMPORTANTE ARRIVARE A UN ACCORDO PER IMPEDIRE GUERRA COMMERCIALE

Dopo aver minacciato dazi del 50% su tutte le importazioni europee a partire dal 1° giugno, Donald Trump ha fatto marcia indietro grazie a una telefonata con Ursula von der Leyen. La Presidente della Commissione europea è riuscita a convincerlo a prolungare il dialogo fino al 9 luglio, prorogando di fatto la sospensione delle tariffe decisa ad aprile. Questo colloquio tra i due leader rappresenta il primo contatto diretto di alto livello tra Washington e Bruxelles sulla delicata questione commerciale. Ursula von der Leyen ha ribadito al Presidente statunitense l’impegno dell’Unione Europea per un accordo rapido e concreto. Anche Trump ha confermato l’intesa, assicurando che i negoziati inizieranno a breve.

Restano però in vigore i dazi del 10% su tutte le esportazioni dell’UE verso gli Stati Uniti e del 25% su automobili, acciaio e alluminio. Per questi ultimi due, il Presidente ha fatto sapere di volerli portare fino al 50%, stando alle sue recenti dichiarazioni.

In questo clima di incertezza, un tribunale federale statunitense per il commercio internazionale aveva bloccato mercoledì scorso l’entrata in vigore di parte delle misure, giudicandole illegittime. Tuttavia, dopo il ricorso dell’amministrazione statunitense, un tribunale federale d’appello di Washington ha ribaltato temporaneamente la decisione, permettendo il ripristino di buona parte dei dazi annunciati da Trump. Si tratta di un nuovo elemento che complica ulteriormente il quadro delle trattative tra le due sponde dell’Atlantico.

L’Unione Europea è oggi il principale attore del commercio mondiale, con una quota del 16% del totale degli scambi, seguita da Cina e Stati Uniti, entrambe al 13,5%. Solo nel 2022, l’UE ha generato il 32% degli investimenti globali in uscita e il 25% di quelli in entrata. Nel 2023, il valore degli scambi tra UE e Stati Uniti ha raggiunto circa 1.600 miliardi di euro. Gli USA sono il primo partner per le esportazioni europee, mentre per le importazioni americane l’UE è al secondo posto, dopo la Cina.

Nonostante il Presidente americano evidenzi un deficit commerciale di 250 miliardi di dollari tra USA e UE, in queste stime non viene considerata una quota significativa dei servizi digitali statunitensi, forniti soprattutto dalle grandi piattaforme come Google, Amazon, Apple, Meta e Microsoft. Questa dipendenza dai servizi digitali europei rappresenta un nodo politico cruciale, dato che tali servizi costituiscono un’infrastruttura critica per settori chiave come la sanità, l’istruzione e l’industria. Considerando anche questi flussi, il bilancio commerciale tra le due aree risulterebbe molto più equilibrato, avvicinandosi a una sostanziale parità.

Il ministro degli Esteri e segretario nazionale di Forza Italia, Antonio Tajani, ha rivendicato un ruolo centrale dell’Italia nell’avvio di questo dialogo, mentre la Presidente Meloni starebbe lavorando per organizzare un vertice europeo prima della scadenza della tregua.

Ora la gestione dei negoziati torna nelle mani del commissario europeo per il commercio, Maroš Šefčovič, che finora non ha ottenuto risultati tangibili. Dopo l’ultimo round fallimentare, Trump aveva accusato l’UE di scarsa collaborazione. Šefčovič ha sottolineato che il commercio deve basarsi sul rispetto reciproco e ha avvertito che l’Unione è pronta a difendere i propri interessi. In caso di fallimento delle trattative, Bruxelles è disposta a colpire con tariffe su 95 miliardi di euro di prodotti americani e a ricorrere all’Organizzazione Mondiale del Commercio. Inoltre, potrebbe attivare lo “strumento anti-coercizione”, colpendo i profitti delle grandi aziende tecnologiche statunitensi.

Ritengo, come sottolineato dal ministro Tajani, che sia fondamentale auspicare che il commissario Šefčovič riesca a indirizzare le trattative verso un esito positivo. È imprescindibile arrivare a un accordo che eviti una guerra commerciale. L’obiettivo, come evidenziato da Tajani, è “dazi zero – dazi zero”, per un mutuo vantaggio. Il sogno che molti auspicano sarebbe la creazione di un grande mercato comune che comprenda Stati Uniti, Messico, Canada ed Europa, a beneficio di tutte le economie coinvolte. Per raggiungere questo traguardo è però necessario un grande impegno diplomatico, pazienza e determinazione da parte di tutte le parti in causa. 

LA VISITA DI MATTARELLA AL PARLAMENTO EUROPEO RAFFORZA L’IMPEGNO DELL’ITALIA PER UN’EUROPA UNITA

LA VISITA DI MATTARELLA AL PARLAMENTO EUROPEO RAFFORZA L’IMPEGNO DELL’ITALIA PER UN’EUROPA UNITA

Il 21 maggio scorso il nostro Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, si è recato in visita a Bruxelles, dove ha incontrato la Presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, e, successivamente, ha fatto visita al Parlamento europeo. L’intera giornata ha rappresentato un momento di grande significato, sia istituzionale che politico perché ha ribadito con forza il ruolo attivo dell’Italia nel processo di integrazione europea.

Con la sua presenza al Parlamento europeo, infatti, il nostro Capo dello Stato ha evidenziato il simbolo di un’Italia profondamente impegnata nella costruzione di un’Europa più coesa, democratica e capace di affrontare con coraggio le grandi sfide del nostro tempo. Le sue parole hanno sottolineato la necessità di rafforzare le istituzioni europee per rispondere in modo efficace e coordinato a questioni cruciali come la transizione ecologica, la sicurezza internazionale, la competitività economica e la gestione dei flussi migratori.

Si tratta di temi centrali nell’agenda politica su cui, come Forza Italia e PPE, siamo quotidianamente impegnati a elaborare soluzioni concrete, sostenibili e inclusive. È stato particolarmente significativo anche il confronto avuto da Mattarella con gli eurodeputati italiani: un’occasione preziosa per rafforzare il dialogo tra i rappresentanti delle istituzioni nazionali ed europee. Questo incontro ha ribadito quanto sia fondamentale che il sistema Italia sappia esprimersi in modo unitario e coerente a Bruxelles, così da difendere con maggiore efficacia gli interessi strategici del nostro Paese in ambito europeo.              

La visita del Presidente Mattarella ha offerto infine l’opportunità di ribadire il valore della sua figura come punto di riferimento morale e istituzionale. La sua autorevolezza e il suo equilibrio costituiscono uno stimolo costante per tutti noi e ci incoraggiano a lavorare con maggiore determinazione per costruire un’Europa più unita, più forte e sempre più vicina ai suoi cittadini.

EU24News

Nel cuore del borgo di Sonnino, Le Torce rappresentano molto più di una semplice celebrazione: sono un momento di forte spiritualità e identità collettiva, in cui la comunità si riunisce per rinnovare un legame profondo con la propria terra. Durante la manifestazione, ho avuto modo di ascoltare le parole di chi ha voluto vivere questa esperienza in prima persona, testimoniando l’entusiasmo e la passione che caratterizzano questo pellegrinaggio. Secondo i dati dell’Ascensione, tutto il borgo si mobilita per questa iniziativa, riscoprendo così l’importanza della tradizione e il valore di conservarla nel tempo. Un vero esempio di come la nostra Italia possa ritrovarsi attorno alle proprie radici, preservandole con orgoglio e tramandandole alle generazioni future

SalvatoreDeMeo.eu

Ecco il mio intervento di oggi in Plenaria al Parlamento Europeo.

INTERVISTE E RASSEGNA STAMPA

INTERVISTE E RASSEGNA STAMPA

Qui potrai guardare tutte le mie interviste, i miei interventi al Parlamento europeo a Bruxelles, in plenaria a Strasburgo e nelle varie trasmissioni televisive e radiofoniche. Potrai, inoltre, ascoltare i miei podcast e leggere la rassegna stampa con gli articoli di giornale che mi riguardano.

Interventi / Interviste

Webnews

Giornali

Il DIALOGO TRANSATLANTICO RESTI AL CENTRO DELLA POLITICA ESTERA EUROPEA

Il DIALOGO TRANSATLANTICO RESTI AL CENTRO DELLA POLITICA ESTERA EUROPEA

In qualità di Presidente della Delegazione dell'Unione Europea presso la NATO, non posso che esprimere con rinnovata fiducia il mio commento in merito all'incontro tra il Presidente Meloni e il Presidente Trump a Washington, seguito dal successivo incontro a Roma con il vice Presidente Vance, svolti rispettivamente il 17 e il 18 aprile.

Questi incontri, infatti, hanno rappresentato un segnale positivo e hanno confermato quanto il dialogo tra le due sponde dell'Atlantico resti fondamentale per rafforzare la nostra civiltà e affrontare le sfide globali in modo condiviso. Il clima costruttivo che è emerso, dimostra la necessità di investire in un dialogo stabile e proficuo con gli Stati Uniti, senza lasciarsi condizionare dalle contingenze politiche interne.

Per Forza Italia, il rapporto transatlantico ha sempre rappresentato un pilastro imprescindibile della nostra politica estera, da perseguire con serietà, moderazione e responsabilità, evitando posizioni estreme e avventurismi inutili. Questa linea politica è portata avanti con grande coerenza ed equilibrio dal nostro Ministro degli Esteri, Antonio Tajani, in continuità con i traguardi raggiunti in politica estera dal Presidente Berlusconi, come dimostrato dai risultati ottenuti a Pratica di Mare nel lontano 2002.

L'Alleanza Atlantica deve essere ulteriormente rafforzata, anche nell'ambito della difesa comune, in vista di un’Europa più autonoma, efficiente e capace di assumere maggiori responsabilità. Tuttavia, questa autonomia europea deve essere complementare, e non alternativa, al legame storico e strategico con gli Stati Uniti. Solo mantenendo saldo questo rapporto potremo garantire sicurezza, prosperità e difesa dei valori democratici su scala globale.

Forza Italia continuerà a impegnarsi affinché il dialogo transatlantico resti al centro della politica estera europea, promuovendo una visione credibile, pragmatica ed equilibrata, sempre radicata nei principi e nei valori dell’Occidente.

IN GIAPPONE PER RAFFORZARE LE RELAZIONI DIPLOMATICHE TRA IL PAESE DEL SOL LEVANTE, L’EUROPA E L’ITALIA

IN GIAPPONE PER RAFFORZARE LE RELAZIONI DIPLOMATICHE TRA IL PAESE DEL SOL LEVANTE, L’EUROPA E L’ITALIA

Nelle scorse settimane ho partecipato a una missione istituzionale in Giappone con la commissione AFCO del Parlamento europeo, dedicata al confronto sul processo di riforma costituzionale in corso nel Paese. Abbiamo incontrato rappresentanti del governo, delle Commissioni parlamentari, dei principali partiti politici, oltre ad accademici, avvocati e membri della società civile.

Il dialogo ha permesso di approfondire non solo le prospettive sulla modifica della Costituzione giapponese, ma anche temi più ampi come il rapporto tra governo centrale e autorità locali e l’equilibrio del sistema elettorale. In un contesto internazionale complesso e in continua trasformazione, il Giappone si conferma un partner fondamentale per l’Unione Europea, con cui condividiamo valori democratici, impegno per lo Stato di diritto e responsabilità comuni verso le generazioni future.

Sempre durante la visita in Giappone, c’è stata l’occasione, alla presenza del Vicepremier e Ministro degli Esteri Antonio Tajani, di inaugurare ufficialmente il Padiglione Italia a Expo 2025 Osaka. L’evento ha messo in evidenza il ruolo strategico dell’Expo per l’internazionalizzazione delle imprese italiane e per il rilancio del dialogo economico e politico con il Giappone. Nell’inaugurare il Padiglione dell’Ue, ho sottolineato come l’occasione fosse propizia per celebrare una visione chiara: portare la qualità italiana oltre ogni confine.

Con la presenza del Ministro Antonio Tajani, l’Italia non solo ha rafforzato il suo ruolo nei mercati storici, ma ha costruito ponti solidi verso nuovi scenari commerciali. Meno dazi, export più forte, imprese più libere di crescere: l’Europa e l’Asia non sono mai state così vicine.

La visita è stata utile per raggiungere e portare un saluto, insieme al ministro Tajani, la fregata della Marina Militare italiana “Antonio Marceglia” dove abbiamo espresso apprezzamento e ringraziamento alle donne e agli uomini delle Forze Armate per il loro impegno e lavoro nel garantire la nostra sicurezza.

La missione in Giappone ha rappresentato un momento prezioso di scambio e di cooperazione, confermando l'importanza di un dialogo costante tra democrazie che condividono principi fondamentali e visioni comuni sul futuro. In un'epoca segnata da sfide globali, rafforzare le relazioni tra il Giappone, l'Europa e l’Italia significa investire in stabilità, innovazione e crescita reciproca.

L’incontro tra istituzioni, imprese e società civile ha mostrato quanto sia forte il potenziale di questa alleanza, sia sul piano politico che economico. Guardando a Expo 2025 e oltre, continuiamo a costruire ponti, non solo commerciali, ma culturali, diplomatici e strategici, nella consapevolezza che solo insieme possiamo affrontare le grandi trasformazioni del nostro tempo.

CONGRESSO DI VALENCIA: PPE E FORZA ITALIA PER UN’EUROPA FORTE E UNITA

CONGRESSO DI VALENCIA: PPE E FORZA ITALIA PER UN’EUROPA FORTE E UNITA

Noi di Forza Italia crediamo in un’Europa forte e unita e lo abbiamo ribadito con determinazione al Congresso del Partito Popolare Europeo che si è tenuto alla fine di aprile a Valencia. Con oltre 800 delegati e 1200 ospiti da 40 Paesi, l’appuntamento ha visto la partecipazione delle massime istituzioni europee: Ursula von der Leyen, Roberta Metsola, 15 capi di Stato o di Governo, e i principali leader dei partiti membri.

Forza Italia ha avuto un ruolo centrale nei lavori, con 28 delegati votanti, risultando la quarta forza per rappresentanza dopo la CDU tedesca, il Partito Popolare spagnolo e la Coalizione Civica polacca. Un appuntamento cruciale per delineare le priorità politiche del PPE e, con esse, il futuro dell’Unione Europea.

Forza Italia ha partecipato con convinzione, portando il proprio contributo all’interno della grande famiglia del PPE. Il nostro segretario Tajani ha presentato una importante risoluzione sulla Competitività e industria, sottolineando la necessità di rilanciare la crescita economica europea attraverso una nuova visione strategica. Il PPE è impegnato a realizzare una politica industriale capace di rafforzare il settore manifatturiero e stimolare la produttività, difendendo le nostre imprese e i nostri lavoratori.

Le parole d’ordine del Congresso sono state crescita economica e riforme istituzionali. Il nostro segretario e ministro degli Esteri, Antonio Tajani, ha sottolineato come sia necessario rivedere il Green Deal, senza rinunciare alla sostenibilità ambientale ma adottando una visione complessiva che sostenga imprese e agricoltura, valorizzando settori strategici del nostro benessere economico. Ha ribadito, inoltre, l’importanza di garantire stabilità all’Europa, rafforzandone il ruolo a livello globale e promuovendo riforme istituzionali significative: un unico presidente per Commissione e Consiglio, più poteri al Parlamento europeo, abolizione del diritto di veto e una drastica riduzione della burocrazia.

“Per ogni nuova regola europea – ha dichiarato Tajani – due devono essere cancellate”. Sull’immigrazione, Tajani ha evidenziato con orgoglio come le posizioni di Forza Italia abbiano prevalso all’interno del PPE: “L’Italia ha vinto la battaglia politica. Le ultime scelte dell’UE vanno nella direzione da noi indicata”.

Il Congresso ha rappresentato anche un momento importante per il rinnovo degli organi direttivi del partito: Manfred Weber è stato rieletto Presidente del PPE, mentre Antonio Tajani, tra i 10 vice presidenti, è stato eletto come il secondo più votato, con un consenso straordinario che conferma l’apprezzamento e la credibilità che tutte le delegazioni hanno voluto riconoscere a lui e a tutta Forza Italia.

In un contesto mondiale segnato da tensioni e conflitti, il Congresso di Valencia ha rappresentato non solo un momento di confronto, ma un appello concreto a costruire un’Europa più forte, competitiva e coesa, capace di affrontare le sfide globali con autorevolezza.

CONSIGLIO NAZIONALE FORZA ITALIA: FI E PPE, UNA GRANDE FORZA RASSICURANTE IN ITALIA E IN EUROPA

CONSIGLIO NAZIONALE FORZA ITALIA: FI E PPE, UNA GRANDE FORZA RASSICURANTE IN ITALIA E IN EUROPA

Il Palazzo dei Congressi a Roma, lo scorso 5 aprile, ha ospitato il Consiglio nazionale di Forza Italia che ha visto anche la partecipazione del presidente del Partito popolare europeo, Manfred Weber, e che, per la prima volta, è stato aperto a tutti gli iscritti e ai militanti.

L’incontro ha rappresentato l’ultima tappa, dopo quelli di Ancona, Firenze e Roma presso la Fondazione De Gasperi, del percorso che Forza Italia ha portato avanti in vista del Congresso del Partito Popolare Europeo, svoltosi a Valencia in questi utimi giorni.

Nel dibattito sono emersi temi centrali come agricoltura ed energia. Forza Italia e il PPE propongono un’Europa che sostenga la competitività agricola valorizzando innovazione e tradizione, con un approccio pragmatico e non ideologico alle politiche climatiche. Tra le priorità: produttività, export, semplificazione, filiere più resilienti e sviluppo di talenti. In ambito energetico, Forza Italia punta su una strategia europea integrata, basata su un mix tecnologicamente neutro con rinnovabili e nucleare, per ridurre la dipendenza esterna, abbassare i costi e rafforzare il ruolo dell’Italia nel Mediterraneo.

Sulla difesa, invece, Forza Italia ha ribadito l’importanza di proteggere la pace europea rafforzando difesa e sicurezza comuni. Serve, infatti, un mercato unico della difesa, investimenti in nuove tecnologie e spazio, maggiore cooperazione industriale, una visione politica comune e tutela sia del fianco est che sud. L'obiettivo è creare un'Unione Europea della Difesa forte, autonoma e integrata, in sinergia con gli Stati Uniti e la NATO.

La presenza di Weber al Congresso è stata la dimostrazione della centralità del ruolo che svolge Forza Italia in Italia e in Europa, un chiaro segnale di grande attenzione di questo partito alla famiglia del PPE. Come ha evidenziato lo stesso Weber: “Forza Italia è una parte importante di questa squadra vincente, la nostra famiglia del PPE! Il nostro Manifesto elettorale per le elezioni europee, votato a Bucarest lo scorso anno, è la forza trainante dell’agenda della Commissione europea”.

Senza Europa non si va da nessuna parte, ecco perché, come sottolineato più volte al Congresso anche dal nostro segretario nazionale, Antonio Tajani, lavoreremo insieme ai nostri alleati e amici affinché Forza Italia possa crescere e possa diffondere il pensiero del popolarismo europeo continuando ad essere una grande forza rassicurante.

“GRAZIE FRANCESCO”

“GRAZIE FRANCESCO”

Sgomento, commozione, incredulità, silenzio: sono stati questi i sentimenti che hanno accompagnato la notizia della scomparsa del Santo Padre, giunta all’indomani della Pasqua. In un tempo che richiama alla speranza e alla rinascita, ci siamo fermati, come un unico corpo, per rendere omaggio a un uomo che ha saputo guidare la Chiesa con fede profonda, umiltà sincera e coraggio silenzioso. La sua morte, avvenuta nella luce pasquale e nell’anno del Giubileo, ha assunto un significato ancora più denso, quasi a volerci ricordare che la vita non si spegne, ma si trasforma.

Ho avuto il privilegio di incontrarlo tre volte e porto con me il ricordo di uno sguardo limpido, di parole semplici e vere, di una presenza capace di toccare il cuore. È con questa gratitudine che lo ricordo, con la consapevolezza profondamente cristiana che chi ha vissuto servendo l’altro con amore trova ora riposo nella pace del Padre.

In queste settimane, un fiume silenzioso e composto di oltre mezzo milione di persone ha attraversato Roma per salutare papa Francesco. Il giorno del suo funerale, dalla Basilica di San Pietro a Santa Maria Maggiore, migliaia hanno voluto stringersi attorno al suo ricordo, portando nel cuore le sue parole e i suoi gesti: indimenticabile, per tutti, l’immagine della sua preghiera solitaria in una piazza San Pietro vuota, sotto la pioggia, nel momento più buio della pandemia, un gesto che resterà scolpito nella memoria collettiva.

Un lungo applauso ha accompagnato le parole del decano che ha ricordato l’impegno del papa per la pace, i migranti, i poveri, i dimenticati. Ed è forse proprio in questo spirito che, tra le navate della basilica, poco prima del funerale, si è consumato un incontro che ha fatto il giro del mondo: dopo mesi di tensioni, Donald Trump e Volodymyr Zelensky si sono ritrovati faccia a faccia in un colloquio di quindici minuti, definito da entrambi “costruttivo”. Un gesto che ha il sapore di un ultimo, grande dono di Francesco al mondo.

Grazie Francesco per esser stato papa degli ultimi, degli emarginati, dei bisognosi. Il papa della pace.