INTERVISTE E RASSEGNA STAMPA

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Qui potrai guardare tutte le mie interviste, i miei interventi al Parlamento europeo a Bruxelles, in plenaria a Strasburgo e nelle varie trasmissioni televisive e radiofoniche. Potrai, inoltre, ascoltare i miei podcast e leggere la rassegna stampa con gli articoli di giornale che mi riguardano.

Interventi / Interviste

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ERASMUS+: UN VIAGGIO ALLA SCOPERTA DEL SENTIMENTO EUROPEO (di Assunta D’Agostino)

ERASMUS+: UN VIAGGIO ALLA SCOPERTA DEL SENTIMENTO EUROPEO (di Assunta D’Agostino)

Erasmus+ è un programma europeo che promuove istruzione, formazione, gioventù e sport, offrendo opportunità uniche di crescita personale e professionale. Nasce con lo scopo di fornire ai partecipanti competenze e qualifiche utili per la partecipazione attiva alla società democratica, la comprensione interculturale e l'integrazione nel mercato del lavoro.

Tra i principali benefici, l'esperienza Erasmus+ consente di vivere all'estero, imparare nuove lingue, sviluppare competenze interculturali, confrontarsi con diversità culturali, stringere amicizie internazionali e arricchire il proprio percorso di studio o professionale. Per gli insegnanti, Erasmus+ rappresenta anche un'occasione per apprendere nuovi metodi didattici, mentre per tutti i partecipanti favorisce l'indipendenza, l'attivazione sociale e la gestione autonoma del tempo.

Il programma contribuisce alla creazione di un'identità europea, promuovendo l'abbattimento delle barriere fisiche e culturali e incoraggiando il lavoro di squadra e lo scambio formativo. Erasmus+, inoltre, sostiene la modernizzazione del sistema educativo, adattandolo alle esigenze di un mercato del lavoro in continua evoluzione e promuovendo l'apprendimento permanente. Attraverso strumenti come Europass e il sistema ECTS, facilita la trasparenza delle qualifiche e il trasferimento dei crediti formativi. Allo stesso modo, favorisce l'internazionalizzazione dell'istruzione e l'apprendimento digitale, contribuendo alla diffusione di valori quali tolleranza, interculturalità e innovazione.

L’auspicio è che i prossimi anni di attuazione del programma Erasmus+ vedano un crescente coinvolgimento di soggetti che possano valorizzare l’impegno europeo nei settori interessati, non solo per rafforzare le conoscenze e le competenze dei cittadini dell’Unione e degli altri beneficiari in funzione di un miglioramento delle loro prospettive per l’inserimento in un contesto lavorativo di qualità, ma anche per la diffusione di quei valori e ideali di pace e comprensione reciproca che nel momento attuale è sempre più necessario difendere.

LIBERAZIONE CECILIA SALA, L’ITALIA RIMARCHI IL SUO RUOLO A LIVELLO INTERNAZIONALE

LIBERAZIONE CECILIA SALA, L’ITALIA RIMARCHI IL SUO RUOLO A LIVELLO INTERNAZIONALE

L’Italia torna ad essere determinante nello scenario internazionale grazie alla sua diplomazia e all’operato del nostro vice premer Antonio Tajani, che, insieme alla Presidente del Consiglio e all’intero governo, ha permesso di riportare a casa, dopo 21 giorni trascorsi nel carcere di Evin, a Teheran, la giornalista Cecilia Sala.

L’Italia ha saputo lavorare intensamente, con discrezione e lontano dai riflettori. Un operato constante, fatto con determinazione, affrontando anche critiche ingiustificate, ma sempre con l'obiettivo chiaro di riportare a casa Cecilia. È stato uno sforzo collettivo, come ha sottolineato il ministro Antonio Tajani, che ha contribuito a scrivere una pagina importante e bella della nostra diplomazia, per la quale dobbiamo essere tutti fieri del risultato.

Non posso non evidenziare il ruolo che il nostro Paese sta assumendo nello scacchiere globale portato egregiamente avanti dal ministro Tajani, primo leader occidentale a recarsi in Medio oriente con l'inizio della tregua a Gaza e con il rilascio dei primi ostaggi. Una conferma di come il nostro Paese possa essere portatore di pace e stabilità.

La diplomazia è l'unico strumento che abbiamo per arrivare a una pace duratura con la soluzione due popoli due Stati. Sono fiducioso e speranzoso che l’Italia possa stimolare anche l’Europa a lavorare, tutti insieme, per raggiungere l’obiettivo di una pace duratura che è interesse di tutti.

AGRICOLTURA, BENE MODIFICA NORME AIUTI DI STATO, MA CRUCIALE IMPEGNO FI E PPE

AGRICOLTURA, BENE MODIFICA NORME AIUTI DI STATO, MA CRUCIALE IMPEGNO FI E PPE

La modifica del regolamento UE per gli aiuti agli agricoltori è una buona notizia e va nella direzione giusta, quella indicata già nel giugno 2022 dalla delegazione di Forza Italia a Bruxelles attraverso una interrogazione parlamentare.

La Commissione, infatti, ha approvato una modifica al Regolamento agricolo “de minimis”. Le nuove norme sugli aiuti saranno applicabili fino al 31 dicembre 2032. Una modifica significativa è l'aumento del massimale di aiuto, che passa da 20.000 € a 50.000 €, calcolato su tre esercizi finanziari distinti. 

Tra le altre innovazioni introdotte dalle modifiche approvate a dicembre, si segnala l'adeguamento dei "massimali nazionali", ora pari al 2% del valore della produzione agricola dello Stato membro, rispetto all'1,5% precedente, con un'estensione del periodo di riferimento dal 2012-2017 al 2012-2023. Inoltre, è stato abolito il "limite settoriale", che impediva agli Stati membri di destinare a un singolo settore di prodotti più del 50% del massimale nazionale previsto per gli aiuti “de minimis”.

Questo nuovo regolamento è il risultato di un lungo processo di consultazione pubblica, avviato dalla Commissione Europea a maggio 2024, che ha coinvolto anche le associazioni professionali del settore agricolo, impegnate da anni nella richiesta di una revisione pari al sistema di aiuti.

Sono soddisfatto per la decisione della Commissione, sia perché corrispondente alla richiesta di Forza Italia sia perché, rispetto alla precedente legislatura, conferma un nuovo approccio verso un settore strategico cruciale per l’economia e la competitività europea e per garantire la nostra autonomia alimentare.

AMMINISTRAZIONE TRUMP, ORA UE DIMOSTRI IL PROPRIO PESO E LE PROPRIE POTENZIALITÀ

AMMINISTRAZIONE TRUMP, ORA UE DIMOSTRI IL PROPRIO PESO E LE PROPRIE POTENZIALITÀ

L’elezione di Donald Trump come 47° presidente degli Stati Uniti ha segnato un momento cruciale per la politica globale, dividendo opinioni e suscitando interrogativi sul futuro delle relazioni transatlantiche. L’Europa, attraverso i messaggi della presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, e della presidente del Parlamento, Roberta Metsola, ha espresso l’auspicio di una collaborazione proficua per garantire maggiore prosperità e sicurezza comune.

Il ritorno di Trump alla Casa Bianca rappresenta non solo una sfida, ma anche un’opportunità per l’Unione Europea di consolidare il proprio ruolo sulla scena internazionale. Il legame economico tra Stati Uniti ed Europa è tra i più solidi e rilevanti a livello globale. Nel 2023, gli scambi commerciali tra le due potenze hanno raggiunto un valore complessivo di 1.540 miliardi di euro, una cifra che rappresenta circa il 30% del commercio mondiale. L’UE ha registrato un surplus commerciale significativo nei beni, pari a 156 miliardi di euro, mentre ha accusato un deficit nei servizi di 104 miliardi.

Per l’Italia, il rapporto con gli USA è altrettanto cruciale: nel 2023 ha esportato beni per oltre 67 miliardi di euro, confermandosi uno dei partner europei più attivi. Tuttavia, nei primi otto mesi del 2024 si è osservato un lieve calo delle esportazioni italiane, compensato da un aumento del 5% delle importazioni. Nonostante la forza di questi legami, le prime dichiarazioni di Trump indicano un ritorno a un approccio conflittuale nei confronti dell’Europa. Il presidente ha già annunciato l’intenzione di affrontare il deficit commerciale, criticando le barriere non tariffarie e i regolamenti europei, accusati di penalizzare le imprese americane.

Possibili nuovi dazi sulle importazioni dall’UE, ipotizzati tra il 10 e il 20%, potrebbero colpire settori strategici come l’automotive e il lusso, con ricadute economiche significative. Solo per l’Italia, un incremento delle tariffe potrebbe ridurre il PIL dello 0,23%, mentre per la Germania la contrazione sarebbe dello 0,3%. Trump non ha risparmiato critiche neppure alle politiche europee in materia di tecnologia e regolamentazione digitale, difendendo i colossi americani come Apple, Meta e Google, spesso oggetto di sanzioni da parte dell’UE. Sul fronte della difesa, le tensioni potrebbero aumentare, con Washington che continua a spingere per un maggiore contributo europeo alla sicurezza globale.

Di fronte a questo scenario, l’Europa deve reagire con coesione e determinazione. È essenziale rafforzare la competitività delle imprese europee, aumentare gli investimenti in settori chiave e sviluppare una politica di difesa comune che vada oltre la dimensione militare. Inoltre, l’UE deve continuare a tutelare i propri valori fondamentali, come la sostenibilità, la sicurezza alimentare e la protezione dei diritti digitali, senza cedere alle pressioni esterne.

Il ritorno di Trump alla Casa Bianca rappresenta quindi un banco di prova per l’Europa ed un’opportunità per dimostrare maturità politica e capacità di leadership. Presentarsi come un partner autorevole e credibile non significa solo difendere i propri interessi, ma anche aprire un dialogo costruttivo che possa affrontare insieme le sfide globali. In un mondo sempre più interconnesso, il rafforzamento della cooperazione transatlantica può diventare il motore di una crescita condivisa, a beneficio di entrambe le sponde dell’Atlantico.

VERSO UNA DIFESA COMUNE, OLTRE LA DIMENSIONE MILITARE

VERSO UNA DIFESA COMUNE, OLTRE LA DIMENSIONE MILITARE

Lo scorso 27 gennaio, presso la sede italiana del Parlamento Europeo a Roma, ho organizzato l’evento “Verso una difesa comune, oltre la dimensione militare”, un’occasione di confronto sulla necessità di una strategia di difesa europea più solida e strutturata. L’incontro ha visto la partecipazione della senatrice Stefania Craxi (Presidente della Commissione Affari Esteri e Difesa del Senato), di Fabrizio Luciolli (Presidente del Comitato Atlantico Italiano e dell’Atlantic Treaty Association) e dell’onorevole Andrea Orsini (Vicepresidente della delegazione italiana presso l’Assemblea parlamentare della NATO).

Nel mio intervento ho sottolineato l’urgenza di un cambiamento radicale nell’approccio europeo alla sicurezza e alla difesa, evidenziando come non ci sia più tempo da perdere e come l’Europa debba assumersi le proprie responsabilità per garantire una difesa comune credibile ed efficace. L’attuale scenario geopolitico evidenzia i limiti dell’Unione Europea nel fronteggiare le sfide globali con le risorse e le normative oggi disponibili.

Per questo motivo, è fondamentale rafforzare la cooperazione con la NATO, assumendoci pienamente oneri e onori, così da potenziare la capacità difensiva e il ruolo dell’Europa nel contesto internazionale. Uno dei temi centrali del dibattito è stato il superamento di una visione della difesa esclusivamente militare. Ho ribadito la necessità di un’Europa più autonoma e competitiva, capace di affermarsi come attore chiave nelle decisioni globali.

In questo contesto, ho proposto una revisione dell’approccio normativo europeo, evitando un’eccessiva iper-regolamentazione e valutando nuovi strumenti finanziari, come il modello del debito comune, per sostenere gli investimenti nella difesa senza ricadere nei vincoli del Patto di Stabilità.

L’evento ha rappresentato un’importante occasione di confronto su una tematica cruciale per il futuro dell’Europa, evidenziando la necessità di un impegno congiunto per costruire una strategia di sicurezza comune all’altezza delle sfide globali.

MERCOSUR: GRANDE OPPORTUNITA’, MA È IMPORTANTE TUTELARE L’AGRICOLTURA EUROPEA

MERCOSUR: GRANDE OPPORTUNITA’, MA È IMPORTANTE TUTELARE L’AGRICOLTURA EUROPEA

Negli ultimi mesi si è parlato molto di Mercosur, l’accordo di libero scambio che l'Unione Europea e i Paesi del Sud America (Argentina, Brasile, Paraguay e Uruguay) hanno siglato, lo scorso 6 dicembre, raggiungendo un’intesa commerciale che interessa oltre 700 milioni di persone, la più grande area di libero scambio al mondo.

L'accordo mira a rafforzare la competitività e la sicurezza economica dell'Unione Europea, contribuendo a diversificare le catene di approvvigionamento, aprendo nuovi mercati e riducendo la dipendenza dalla Cina per le materie prime. Attualmente la bilancia commerciale import /export è a favore dell’Unione europea, nonostante i dazi di alcuni prodotti arrivino anche al 50%. L’accordo prevede l’eliminazione dei dazi e la tutela, oggi non garantita, di oltre 350 Indicazioni Geografiche europee, di cui la maggior parte italiane.

Io ritengo che questo accordo rappresenti una grande opportunità, ma comporti anche dei rischi per i quali, prima della definitiva ratifica, bisognerebbe procedere con prudenza e molta attenzione. Se è vero, infatti, che l’accordo potrà essere interessante per alcuni settori europei (come il tessile, l’automotive o l’arredamento che sono particolarmente apprezzati nei paesi del sud America), presenta, invece, oggettive criticità sul settore agroalimentare e, in modo particolare, per le carni bovine ed avicole, i cui standard qualitativi e produttivi sono molto diversi da quelli dell’Ue.

Questo non significherebbe solo una concorrenza sleale per le aziende zootecniche europee, ma anche un rischio per la salute dei consumatori considerato che le aziende dei paesi sud americani utilizzano antibiotici e agro farmaci in quantitativi di gran lunga superiore a quelli consentiti in Europa. In questo contesto, il Commissario europeo per il Commercio, Maros Sefcovic, ha assicurato che l’impatto dell’accordo sarà monitorato con attenzione e, qualora si verificassero effetti negativi, è già prevista l’attivazione di un fondo di almeno un miliardo di euro per sostenere concretamente i produttori colpiti.

Con Forza Italia ed il PPE continueremo a monitorare l’evoluzione dell’accordo e la corretta applicazione del principio di reciprocità.

UE E NATO: SFIDE E OBIETTIVI

UE E NATO: SFIDE E OBIETTIVI

A seguito della mia nomina, lo scorso ottobre, a Presidente della delegazione D-NAT, sono iniziate interlocuzioni e scambi di opinioni con la NATO. Tra questi, rilevante è stato l'incontro del 13 gennaio in Commissione congiunta con i membri della Commissione Affari Esteri, della Sottocommissione per la Sicurezza e la Difesa e della Delegazione per i Rapporti con l'Assemblea Parlamentare della NATO, con il Segretario generale Mark Rutte, incentrato sulla guerra in Ucraina, la difesa comune e le minacce globali e la successiva visita al quartiere generale del giorno successivo.

Come ho già avuto modo di ribadire, in occasione dell’assemblea parlamentare tenutasi a Montreal lo scorso novembre, la nostra delegazione ha riaffermato con chiarezza l’intenzione di promuovere una cooperazione tra NATO e Unione Europea che le veda lavorare in parallelo, evitando qualsiasi forma di contrapposizione.

Ho sottolineato, inoltre, l’importanza di una visione della difesa non limitata alla sola dimensione militare, ma aperta a strumenti economici, sociali e diplomatici. È fondamentale sensibilizzare l’opinione pubblica affinché l’investimento nella difesa non sia percepito come un obbligo, ma come una consapevolezza condivisa: unendo le forze e valorizzando le capacità nazionali, possiamo rafforzare la difesa collettiva, che non è solo sicurezza, ma anche benessere sociale, welfare ed economia.

Credo sia essenziale una collaborazione rafforzata tra UE e NATO, basata su dialoghi strategici che coinvolgano anche interlocutori inaspettati. Un esempio significativo è stato il successo delle relazioni diplomatiche che hanno portato alla liberazione della giornalista Cecilia Sala.

Va poi evidenziata l’urgenza di armonizzare le difese nazionali, sviluppando strumenti comuni che valorizzino la cooperazione europea, evitando di delegare esclusivamente ad altri Paesi, come gli Stati Uniti, il peso della sicurezza comune.

In conclusione, le elezioni americane hanno rappresentato un’ulteriore occasione per riflettere sulle nostre responsabilità. All’interno della NATO dobbiamo essere presenti in modo convinto, agendo in una condizione di pari dignità. È sui contenuti che dobbiamo confrontarci, evitando di subire decisioni o restare spettatori passivi.

La difesa, intesa come sinonimo di benessere collettivo, rimane una priorità imprescindibile.

INTERVISTE E RASSEGNA STAMPA

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ELEZIONI USA: LA VITTORIA DI TRUMP RISVEGLI L’EUROPA

ELEZIONI USA: LA VITTORIA DI TRUMP RISVEGLI L’EUROPA

La vittoria di Donald Trump alle elezioni presidenziali statunitensi del 6 novembre ha suscitato un forte dibattito, ancora in corso, tra le forze politiche nazionali e non solo. Sicuramente la sua elezione costringe l’Europa ed i singoli Stati a prendere consapevolezza che è arrivato il momento di assumere posizioni forti e credibili su tutti i fronti. A fronte di possibili dazi su prodotti europei, infatti, l’Ue, come sostenuto anche da Draghi, deve rafforzare il mercato unico.

 

Pur essendo fiducioso nel rapporto tra l’Italia e gli Stati Uniti non dobbiamo sottovalutare l’effetto negativo sulla nostra economia e su quella europea dei possibili dazi, annunciati da Trump. L'Italia è tra i primi esportatori verso gli USA, soprattutto nel settore agroalimentare, per questo bisognerà lavorare per evitare conflitti commerciali attraverso il dialogo e la negoziazione. Sarà importante quindi collaborare con la nuova amministrazione americana per rafforzare le relazioni economiche e politiche transatlantiche, sottolineando la continuità della cooperazione. Allo stesso tempo, rispetto all’ipotesi provocatoria di Trump, durante la sua campagna elettorale, di uscire dall’Alleanza atlantica, tutti gli stati dovranno sforzarsi di investire maggiormente nella creazione di una vera capacità difensiva europea. Anche su questo fronte, spero che il neo eletto presidente americano voglia esercitare la sua significativa e autorevole forza persuasiva e negoziale per un immediato “cessate il fuoco” sia in Ucraina che in medio oriente per poi favorire condizioni per una pace giusta e duratura.

 

La vittoria di Trump risvegli l'Europa ad essere più forte e unita, capace di assumere un ruolo politico incisivo sullo scenario internazionale superando quelle contraddizioni e resistenze interne che, fino ad oggi, ne hanno fortemente compromesso le sue potenzialità.

UN TIROCINIO FORMATIVO PER VIVERE E COMPRENDERE LE OPPORTUNITÀ DELL’UE

UN TIROCINIO FORMATIVO PER VIVERE E COMPRENDERE LE OPPORTUNITÀ DELL’UE

È passato circa un mese da quando ho iniziato il mio tirocinio a Bruxelles nella segreteria politica dell'on. Salvatore De Meo e mi sono convinto ulteriormente dell'importanza dell'Unione europea e di quante opportunità l'Italia non abbia saputo cogliere perché impegnata ad evidenziarne solo ed esclusivamente le criticità.

 

Sono arrivato in un momento estremamente importante per l’Europa con la nomina dei nuovi Commissari europei che mi ha dato la possibilità di vivere appieno quello che significa far parte di un’unione di stati, diversi negli usi e costumi ma “uniti nella diversità”. Queste settimane mi hanno fatto comprendere l’importanza strategica di questa istituzione e del lavoro che svolge ogni giorno.

 

Il contesto storico che l’Europa sta affrontando penso sia uno dei più difficili dal dopo guerra: partendo da una pandemia che ha messo a dura prova la nostra economia fino a ritrovarci con una guerra alle nostre porte ed un'altra ancora più pericolosa se dovesse allargarsi a tutto il medioriente. Insomma, il momento che stiamo vivendo è decisivo per il futuro dei popoli europei e, grazie all’on. Salvatore De Meo, sto avendo l’onore di vivere questo momento storico in prima persona.

 

In Italia abbiamo avuto, soprattutto in passato, una narrativa, il più delle volte, distorta dell’Europa e di come essa agisca nella nostra quotidianità. Ancora oggi c'è qualcuno che cerca di incolparla "a prescindere", senza neanche sapere quali siano i campi di competenza degli Stati membri e quelli dell’Unione.

 

Una cosa è certa, alcuni problemi nazionali dipendono solamente da scelte politiche nazionali e non europee. Altrettanto vero è che l’Europa non è perfetta e ci sono molte cose da cambiare, ma non è facendo la tifoseria da stadio o un’opposizione senza contenuti che si risolvono i problemi. Serve tanto lavoro, mettersi in discussione e, soprattutto, molta umiltà, l’umiltà di capire che oggi, in questo nuovo mondo globalizzato, da soli, non abbiamo nessuna possibilità di imporci con attori ben più grandi di noi. 

 

Cina, Stati Uniti, India, Russia ed altri, cercano ogni giorno di influenzare la nostra politica continentale e il nostro compito deve essere proprio quello di salvaguardare i nostri interessi e difenderci da queste ingerenze esterne. 

 

Oggi è arrivato il momento di cominciare a ragionare tutti realmente in maniera unitaria, il tempo ce lo chiede e la storia ci insegna che quando si è divisi si è più deboli.

(Leonardo Capograssi)

 

MILLE GIORNI DI GUERRA IN UCRAINA: TRA SPERANZA, RESISTENZA E TRATTATIVE

MILLE GIORNI DI GUERRA IN UCRAINA: TRA SPERANZA, RESISTENZA E TRATTATIVE

24 febbraio 2022 - 19 novembre 2024: mille giorni di una guerra assurda iniziata come “un’operazione speciale” in Ucraina, ma trasformatisi in una invasione, mostrando al mondo l’orrore della guerra. 1000 giorni di conflitto continuo senza sosta, un conflitto verso cui, fin da subito, l’Unione Europea ha espresso la sua ferma condanna nei confronti della Russia ed un convinto sostegno economico e militare all’Ucraina.

 

Il Parlamento europeo ha commemorato questo triste e doloroso anniversario con una sessione straordinaria durante la quale la presidente Roberta Metsola ed i vari leader politici hanno ribadito il supporto dell’Ue all’Ucraina, definendo essenziale una pace giusta, basata sul principio del coinvolgimento ucraino in ogni decisione. Volodymyr Zelensky, in collegamento da Kiev, ha evidenziato il preoccupante e pericoloso coinvolgimento dei soldati nord coreani, a testimonianza del tentantivo di Putin a voler allargare il conflitto, e ha sottolineato che una pace equa richiede che la Russia subisca le conseguenze delle sue azioni.

 

In questi mille giorni, la guerra ha avuto costi umani devastanti: almeno 65.000 soldati ucraini e oltre 10.000 civili sono morti, con 150.000 edifici distrutti. L’UE finora ha garantito più di 143 miliardi di euro in aiuti all’Ucraina, inclusi 93 miliardi per l’economia e la ricostruzione, 33 miliardi per le forze armate e 17 miliardi per l’accoglienza di oltre 4,2 milioni di rifugiati.

 

Il Parlamento europeo, al termine della cerimonia, ha nuovamente rivolto appello affinché la comunità internazionale si adoperi per interrompere il conflitto facendo prevalere il confronto diplomatico.

ASSEMBLEA PARLAMENTARE NATO IN CANADA: OBIETTIVI E RUOLO DELL’EUROPA

ASSEMBLEA PARLAMENTARE NATO IN CANADA: OBIETTIVI E RUOLO DELL’EUROPA

Come presidente della Delegazione del Parlamento europeo presso l'Assemblea parlamentare della NATO (DNAT) ho partecipato dal 22 al 25 novembre scorso alla 70^ sessione annuale dell’assemblea parlamentare della NATO, tenutasi in Canada, a Montréal. La DNAT rappresenta il Parlamento europeo nell'Assemblea della NATO, che coinvolge i parlamenti dei 32 Paesi membri dell'Alleanza Atlantica, con un ruolo consultivo e di osservazione, senza diritto di voto o emendamento, ma con la possibilità di partecipare ai dibattiti e presentare proposte.

 

Questa è stata l’occasione per rappresentare l’importanza del dialogo parlamentare, quale forza diplomatica, ma, soprattutto, per rafforzare il “pilastro europeo” all'interno della NATO, promuovendo una maggiore cooperazione nell’ottica di migliorare gli obiettivi dell’Alleanza atlantica. I lavori sono stati aperti dal primo ministro Canadese Trudeau e da un video saluto del segretario Generale Mark Rutte che sarà a Bruxelles nel prossimo mese di febbraio e nel corso delle commissioni.

 

La delegazione europea ha incontrato il neo eletto presidente dell’Assemblea NATO, il portoghese Marcos Perestrello, al quale abbiamo proposto, riscontrando pieno apprezzamento, l’intenzione di organizzare a Bruxelles, per la prima volta, un seminario Rose-Roth nel 2025 ed una Sessione plenaria dell’Assemblea nel 2027.

 

Nel corso dei lavori da più parti è stata espressa preoccupazione in merito a possibili novità sull’Alleanza atlantica dopo le elezioni americane, con la nuova amministrazione Trump, ma il vice segretario generale NATO, l’ambasciatore Boris Ruge, ha rassicurato che non ci sono elementi su cui ipotizzare particolari novità. Interessanti e intensi sono stati gli incontri con la delegazione ucraina, alla quale abbiamo confermato il sostegno dell’Ue, e con la delegazione israeliana, con la quale abbiamo condiviso una complessiva analisi del delicato e preoccupante scenario mediorientale con particolare riferimento alle implicazioni transfrontaliere del conflitto.

 

In occasione della seduta plenaria ho fatto appello a tutte le delegazioni parlamentari dei paesi alleati di evidenziare che la NATO non è solo sinonimo di armamenti, come spesso viene raccontata e percepita dall’opinione pubblica, ma rappresenta un pilastro di pace e protezione. La difesa deve integrarsi però con la diplomazia e gli armamenti devono essere rafforzati, ma limitati a scopi di difesa senza diventare mai offesa.

 

Su questo tema Forza Italia ha sempre sostenuto la necessità di una politica di difesa comune europea con una governance più agile e resiliente per rispondere rapidamente agli scenari globali, come dimostrato da crisi recenti quali la pandemia e le guerre. 

 

LA NUOVA COMMISSIONE UE: IL RUOLO DELL’ITALIA E GLI OBIETTIVI EUROPEI

LA NUOVA COMMISSIONE UE: IL RUOLO DELL’ITALIA E GLI OBIETTIVI EUROPEI

Dopo settimane di stallo politico è stato raggiunto l’accordo per la nuova Commissione europea. Con 370 sì, 282 no e 36 astensioni, il 27 novembre la plenaria del Parlamento europeo, infatti, ha approvato con voto palese il nuovo collegio dei Commissari che accompagneranno Ursula von der Leyen in questa legislatura. È importante evidenziare che 14 Commissari sono di espressione del Partito dei Popolari, 5 dei Socialisti (S&D), 5 dei Liberali (Renew), 1 dei Conservatori (ECR) ed 1 dei Patrioti (PfE). Questo dato conferma come il Partito Popolare sia stato determinante non solo nella scelta dei vertici delle istituzioni europee, con l’elezione di Ursula von der Leyen e di Roberta Metsola, ma anche nella definizione delle strategie europee della legislatura appena iniziata.

 

Nella formazione della nuova Commissione l’Italia ha saputo esercitare la sua autorevolezza rivendicando di essere tra i fondatori dell’Ue e tra le prime economie al mondo nonché la sua stabilità politica quale elemento di forza in questa delicata fase europea. In particolare bisogna riconoscere il ruolo del ministro Antonio Tajani, segretario nazionale di Forza Italia e autorevole vice presidente del Partito Popolare Europeo, per aver portato il PPE a sostenere e difendere la candidatura di Raffaele Fitto, candidato commissario indicato dall’Italia.

 

Nelle settimane precedenti le audizioni, e nella fase di negoziato tra i vari gruppi politici, infatti, a fronte delle polemiche e delle critiche della sinistra sulla vice presidenza esecutiva proposta per Fitto dalla von der Leyen, Forza Italia ed il PPE hanno, invece, spiegato l’importanza di tale riconoscimento, a favore dell’Italia e non di un partito, oltre a garantire la convinta posizione europeista di Raffaele Fitto ed il suo impegno, nella nuova veste di commissario, di rappresentare l’Italia all’interno delle Commissione europea.

 

Adesso l’Italia, con la nomina di Fitto come vicepresidente esecutivo con delega alle politiche di coesione, riforme, sviluppo regionale e città, sarà chiamata a svolgere un ruolo fondamentale. C’è la necessità di costruire una leadership europea in cui il nostro paese dovrà assumere un ruolo più attivo rispetto al passato. La Presidente della Commissione europea è consapevole di questa esigenza, come ha dimostrato nel suo discorso tenuto al Parlamento europeo in cui ha evidenziato le tante incertezze globali, in primis quelle dovute ai conflitti in corso, l'emergere di sentimenti antioccidentali alimentati da vecchie ideologie usate da nemici dell'Occidente e l'instabilità delle relazioni interne.

 

La von der Leyen ha anche sottolineato come il panorama mondiale sia caratterizzato da un cambio di paradigma: la globalizzazione tradizionale sta cedendo il passo a un'economia basata sulla sicurezza, non solo militare, ma anche commerciale e strategica. Questo nuovo scenario richiede relazioni e investimenti innovativi per garantire stabilità e continuità economica.

 

È importante mettere al centro del nostro futuro il valore della libertà e della democrazia che mai come oggi sono minacciate da ambizioni territoriali. La difesa di questi principi richiederà sacrifici e politiche innovative per prevenire errori del passato che potrebbero impedire di affrontare le minacce future in maniera consona.

 

L’Europa deve avere un ruolo da protagonista nello scacchiere globale e, per farlo, deve agire con azioni concrete per preservare la sicurezza e la democrazia. Ora più che mai, infatti, è il momento di un’Europa più forte e coesa che sappia assicurare stabilità e, soprattutto, credibilità in un momento storico e politico così importante e delicato.

INTERVISTE E RASSEGNA STAMPA

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2 ANNI DI RISULTATI CONCRETI CON FORZA ITALIA AL GOVERNO

2 ANNI DI RISULTATI CONCRETI CON FORZA ITALIA AL GOVERNO

Nei giorni scorsi c’è stato il secondo anniversario del Governo di cui Forza Italia rappresenta una parte importante. Due anni intensi, ricchi di obiettivi raggiunti e sfide da affrontare nell’interesse dei cittadini che ci hanno scelto per governare l’Italia.

La riduzione del cuneo fiscale, le famiglie come fulcro della società, l’Italia al centro dell’Europa, una lotta senza compromessi sull’immigrazione illegale, il Pil più alto della media Ue, le opportunità di formazione per tutti gli studenti, sostegno e prevenzione contro la violenza di genere, una giustizia più giusta e veloce, investimenti sull’intelligenza artificiale, sulle fonti rinnovabili e infrastrutture, la riduzione del tasso di disoccupazione: questi alcuni dei risultati concreti di questo Governo, dopo due anni, che premiano tutto il centrodestra, ma vedono Forza Italia protagonista in continua e costante crescita.

Siamo estremamente soddisfatti dei risultati di questo Governo che ha sempre creduto nella forza delle imprese e dei cittadini, ma anche in un’Italia come modello a livello europeo. I cittadini italiani, adesso come due anni fa, continuano a credere nella linea politica di Forza Italia che ha saputo contraddistinguersi per credibilità, serietà, efficienza, coerenza e concretezza, contribuendo a garantire un governo stabile, basato su scelte politiche responsabili e proposte pragmatiche che rispondano alle reali esigenze dei cittadini.  

All'interno della coalizione di governo, Forza Italia ha portato avanti i suoi valori liberali, cristiani, europeisti, atlantisti e garantisti, dimostrandosi la forza moderata e liberale capace di assicurare un dialogo autorevole con l'Europa e l'alleanza atlantica. La fiducia che continuiamo a ricevere dagli italiani rappresenta un rinnovato stimolo per continuare a lavorare sia a livello nazionale che europeo.

L’Italia è parte integrante dell'Europa, dell'Alleanza Atlantica e dell'Occidente. Forza Italia ha sempre sostenuto e promosso questi valori, in particolare quelli fondanti dell'Unione Europea, riconoscendosi fermamente nei principi del PPE. Per questo, bisogna continuare a promuovere tutte le iniziative necessarie per costruire un'Europa più solidale, vicina agli Stati membri e ai cittadini, e, soprattutto, più forte e credibile a livello internazionale.

Forza Italia continuerà a essere un pilastro del Partito Popolare Europeo e del governo italiano, rappresentando il nostro Paese come la forza più rilevante nelle istituzioni comunitarie, sia ai vertici della Commissione europea che del Parlamento europeo.

DEFORESTAZIONE: IMPORTANTE TROVARE EQUILIBRIO TRA AMBIENTE ED IMPRESE

DEFORESTAZIONE: IMPORTANTE TROVARE EQUILIBRIO TRA AMBIENTE ED IMPRESE

Il Consiglio dell'UE ha deciso di posticipare di 12 mesi l'applicazione del Regolamento sulla deforestazione. Questo rinvio darà ai Paesi terzi, Stati membri, operatori e commercianti più tempo per adeguarsi agli obblighi di dovuta diligenza che richiedono la verifica che materie prime come soia, cacao, olio di palma siano prodotte senza deforestazione.

Le nuove date di applicazione sono fissate al 30 dicembre 2025 per grandi operatori e commercianti e al 30 giugno 2026 per micro e piccole imprese. Il regolamento mira a garantire che solo prodotti "a deforestazione zero" siano venduti o esportati dall'UE, mantenendo inalterato l'obiettivo di ridurre la deforestazione globale.

Ritengo che il rinvio di un anno del regolamento UE sulla deforestazione sia un atto necessario e dovuto. È fondamentale, infatti, che l'UE trovi un equilibrio tra la tutela dell'ambiente e le esigenze delle imprese, tenendo sempre conto delle specificità dei diversi settori e delle diverse realtà produttive.

Gli agricoltori, i dettaglianti, le imprese di ogni dimensione e i governi degli Stati membri erano fortemente preoccupati per la complessità delle norme che verranno imposte a vari settori produttivi. Tale burocrazia eccessiva avrebbe potuto minacciare la fornitura di mangimi e il commercio di numerosi beni di consumo. La Commissione quindi deve prendersi il tempo necessario per risolvere i molteplici problemi legati a questa legislazione.

Sarà necessario apportare cambiamenti affinchè le nuove norme, finalizzate a fermare la deforestazione legata alla produzione di soia, caffè, bestiame e altri prodotti, non rischino, invece, di sovraccaricare le imprese europee con un'eccessiva burocrazia.

SOLO UN MERCATO UNICO FORTE POTRÀ GARANTIRCI UN FUTURO ALL’ALTEZZA DELLE NOSTRE AMBIZIONI

SOLO UN MERCATO UNICO FORTE POTRÀ GARANTIRCI UN FUTURO ALL’ALTEZZA DELLE NOSTRE AMBIZIONI

Il Parlamento europeo dovrà esaminare e definire strategie per modernizzare il mercato unico dell'UE puntando su transizione digitale e verde, sicurezza, occupazione e coesione sociale.

Lo scorso mese Mario Draghi ha presentato la relazione, redatta su richiesta di Ursula von der Leyen, sulla competitività dell’Ue ed ha individuato 4 aree di intervento: innovazione, decarbonizzazione, sicurezza economica e militare, e mobilitazione di capitali.

Nei giorni scorsi, anche l'ex premier Enrico Letta, sempre su richiesta della presidente della Commissione, ha presentato una relazione sul mercato unico evidenziando l'importanza del suo rafforzamento per poter affrontare le grandi sfide che ci attendono.

Come ho avuto modo di dire davanti all’emiciclo di Strasburgo, la relazione di Letta e quella del presidente Draghi arrivano all'inizio di questa legislatura che io auspico possa diventare riformatrice, ambiziosa, coraggiosa, ma anche responsabile. Questo perché l'Unione Europea non può essere più spettatrice in una scena globale, ma deve diventare ora protagonista.

Abbiamo gli strumenti per farlo: un mercato unico che in questi anni non solo è stato uno strumento di integrazione, ma ha consentito la nostra crescita economica e la prosperità. Uno strumento però che va semplificato da un punto di vista burocratico, ma, soprattutto, va rafforzato per esprimere ulteriormente le sue potenzialità e affrontare le nuove opportunità. Così com'è necessario arrivare ad un mercato dell'energia e un mercato finanziario che permettano di garantire condizioni di competitività.

Davanti a noi ci sono sfide importanti per le quali solo un mercato unico forte potrà garantirci un futuro all'altezza delle nostre ambizioni climatiche, sociali è produttive.

LA MIA ELEZIONE A PRESIDENTE DELLA DELEGAZIONE UE PER I RAPPORTI CON LA NATO: UNA GRANDE RESPONSABILITA’

LA MIA ELEZIONE A PRESIDENTE DELLA DELEGAZIONE UE PER I RAPPORTI CON LA NATO: UNA GRANDE RESPONSABILITA’

Il 3 ottobre scorso sono stato eletto Presidente della Delegazione UE per i rapporti con la Nato. Un impegno che sto affrontando con responsabilità in un periodo storico estremamente delicato e importante per il Mediterraneo e l’Occidente. I conflitti in corso, infatti, richiedono determinazione, ma soprattutto dialogo e diplomazia per giungere quanto prima a una pace stabile e duratura.

In queste prime settimane, soprattutto dopo i recenti accadimenti in Medioriente, le sfide e le prospettive di un mondo che cambia impongono scelte coraggiose e di collaborazione tra tutti i partner transatlantici e, soprattutto, l’Ue deve essere protagonista nella costruzione di un processo di pace con una politica estera e di difesa comune.

Durante i lavori della plenaria a Strasburgo, ho voluto sottolineare come, dopo la visita in Medioriente del Ministro degli Esteri Antonio Tajani, debba essere rafforzato il ruolo della missione Unifil quale strumento di pace. I fatti delle ultime settimane e gli scontri sul territorio libanese hanno reso necessaria ogni azione diplomatica per evitare un allargamento del conflitto, il coinvolgimento di altri attori e una spirale fuori controllo che potrebbero compromettere la sicurezza di civili, il personale delle Nazioni Unite e la stabilità della regione.

In questo senso, nei colloqui avuti dal Ministro Tajani con l’omologo Israel Katz, il Presidente Netanyahu e il Primo ministro palestinese Mustafa, è stato sottolineato il diritto di Israele a difendersi nel rispetto del diritto internazionale, ma è necessario lavorare per una de-escalation che, con la morte del capo di Hamas Sinwar, potrebbe essere più vicina.

La soluzione “Due popoli Due Stati”, auspicata da Forza Italia, resta, ad oggi, la soluzione più praticabile per garantire il diritto a esistere di Israele e della Palestina e perseguire un percorso di crescita e prosperità per entrambi, in una chiave per una pace giusta e duratura.

L’Italia sta cercando di costruire un dialogo che punti non solo alla cessazione immediata delle ostilità, ma anche alla soluzione di lungo periodo che noi tutti dobbiamo sostenere in cui israeliani e palestinesi possano convivere in sicurezza e prosperità. Questa è l'unica via per garantire una pace giusta e duratura.

FINANZIARIA, FONDAMENTALE IL CONTRIBUTO DI FORZA ITALIA

FINANZIARIA, FONDAMENTALE IL CONTRIBUTO DI FORZA ITALIA

La nuova manovra finanziaria per il 2025 punta ad interventi economici pari a circa 30 miliardi di euro per il 2025, con aumenti previsti fino a 40 miliardi entro il 2027. Il governo ha sottolineato che non ci saranno nuove tasse per i cittadini e puntato a rilanciare il lavoro e il benessere degli italiani.

Forza Italia ha lavorato per garantire una manovra per gli italiani che abolisse nuove tasse, prevedesse più soldi per la sicurezza e per la sanità, misure di sostegno per le imprese e un aiuto concreto alle famiglie. Con questa manovra, inoltre, la riduzione del cuneo fiscale a vantaggio dei lavoratori e la riduzione delle aliquote Irpef, ora accorpate in 3, diventano strutturali, confermando l’impegno del Governo non solo a non aumentare le tasse, ma ad aiutare lavoratori e piccole e medie imprese.

Significativa è stata la spinta di Forza Italia soprattutto nel dialogo con banche e assicurazioni, la cui contribuzione pari a 3,5 miliardi sarà destinata interamente alla sanità, ma anche sugli incentivi da 1000 euro per la natalità e il graduale aumento delle pensioni minime. Tanti interventi anche per il Mezzogiorno, sul fronte fiscale, per le imprese, le donne e i giovani, ma anche sul fronte delle politiche sociali.

Inoltre, la manovra continua il supporto alle imprese situate nelle Zone Economiche Speciali e incentiva l’autoimpiego nei settori strategici come la transizione digitale ed ecologica.

Come ha affermato recentemente il segretario nazionale di Forza Italia, Antonio Tajani, questa manovra può essere migliorata in base ai risultati del concordato preventivo. Se i risultati saranno positivi, la priorità sarà la riduzione delle aliquote Irpef. A seconda delle risorse disponibili, si potrà anche intervenire sulla Flat Tax. Ritengo che il lavoro svolto sia stato positivo e orientato verso la riduzione delle tasse e il sostegno al ceto medio. Come forza politica, abbiamo insistito sul taglio del cuneo fiscale, sull'aiuto alle madri, e abbiamo ampliato la platea delle donne che possono beneficiare di contributi.

IMMIGRAZIONE, ITALIA DIVENTI MODELLO PER TUTTI GLI STATI E PER L’UE

IMMIGRAZIONE, ITALIA DIVENTI MODELLO PER TUTTI GLI STATI E PER L’UE

Il 10 aprile scorso il Parlamento Europeo ha approvato il nuovo Patto sulla migrazione e l'asilo, composto da dieci testi legislativi. Tra le principali novità c’era l'introduzione di un meccanismo di solidarietà obbligatoria, che prevede la redistribuzione dei migranti o un contributo finanziario dai Paesi membri in base alla loro popolazione e PIL. 

Il principio di Dublino, che stabiliva che il primo Paese di accoglienza avesse dovuto gestire le domande di asilo, è rimasto invariato, ma è stato introdotto uno screening pre-ingresso per chi non soddisfa i requisiti per entrare nell'UE e si sono aggiunti dati biometrici come le immagini del volto.

L'Italia ha svolto un ruolo chiave nella promozione di questo accordo, che punta a gestire meglio il fenomeno migratorio e contrastare l'immigrazione illegale. Inoltre, il modello proposto dall’Italia per la gestione dei migranti in un centro dedicato in Albania rimane, ad oggi, il più valido ed efficiente ed anticipa il nuovo “patto per l’immigrazione” dove si prevedono centri all’esterno dell’Ue per migliorare le procedure di verifica dei flussi migratori legali.  

A riguardo, come Delegazione italiana di Forza Italia al Parlamento europeo, abbiamo espresso le nostre perplessità sulla decisione del Tribunale di Roma di bloccare il centro in Albania, ancora prima che potesse realmente attuarsi, in quanto considerato in un “paese non sicuro”. Abbiamo espresso la stessa perplessità anche sulla richiesta dei giudici di Bologna di rivolgersi alla Corte di Giustizia europea per chiarire la validità del decreto legge con cui il nostro Governo ha individuato i paesi "sicuri" per il rimpatrio.

A fronte di tale contesto, non possiamo dimenticare le dichiarazioni della Presidente della Commissione Europea von der Leyen che ha più volte rappresentato l’interesse dell’Ue verso il modello italiano, invitato anche altri stati membri a prenderlo come esempio. Io credo che l’Ue, dopo anni di indifferenza, sia chiamata ad assumere ora una posizione chiara e definitiva sul fenomeno migratorio rispetto al quale solo il Governo italiano ha iniziato ad intraprendere soluzioni concrete e diverse dal passato.

Il modello proposto dall’Italia, nonostante sia stato avvelenato da un dibattito politico nazionale ed europeo di una sinistra demagogica e priva di pragmatismo, è quello giusto su cui dobbiamo continuare a lavorare, con il supporto di tutti gli stati europei, per una gestione ottimale dell'immigrazione legale e la lotta ai trafficanti di esseri umani. È inaccettabile che alcuni colleghi italiani abbiano anche solo potuto chiedere alla Commissione europea una procedura di infrazione contro l’Italia, quindi contro sé stessi, mettendo in discussione la propria sovranità nazionale, al solo fine politico di voler colpire un Governo che, a differenza dei precedenti a loro guida, sta concretamente e con coraggio affrontando e risolvendo le emergenze del Paese.

Il dibattito in Europa è molto acceso, ma sono assolutamente convinto che il protocollo Italia-Albania debba essere considerato quale modello da sperimentare e migliorare senza alcun pregiudizio politico perché altrimenti c’è motivo di credere che qualcuno a sinistra intenda garantire lo status quo senza voler trovare una forma di contenimento e gestione regolare dei flussi migratori in Europa.

CONOSCIAMO LE OPPORTUNITA’ CHE L’UE CI OFFRE: AL VIA IL NUOVO CORSO DI EUROPROGETTAZIONE

CONOSCIAMO LE OPPORTUNITA’ CHE L’UE CI OFFRE: AL VIA IL NUOVO CORSO DI EUROPROGETTAZIONE

Siamo ormai al quarto Corso di formazione in Europrogettazione che ho nuovamente organizzato al fine di offrire una prima formazione sulle opportunità e le possibilità che l’Europa mette a disposizione dei suoi cittadini.

Il corso è aperto a tutti e sarà coordinato da esperti del settore con cui sarà possibile avere un confronto costante e ravvicinato che permetterà a tutti i partecipanti di avere un’esaustiva conoscenza dei fondi europei, diretti ed indiretti. Verranno forniti elementi teorici e pratici per l’analisi e la lettura dei bandi europei, approfondendo le diverse metodologie per la scrittura della candidatura al bando stesso.

L’Italia purtroppo è uno dei Paesi dell’Ue che sfrutta meno i bandi europei spesso a causa della scarsa conoscenza. Con questa quarta edizione, l’intento è quello di continuare a fornire strumenti pratici per migliorare l’accesso a tali risorse, lavorando sull’analisi dei bandi e sulla preparazione delle candidature. Nello specifico, il corso online sarà articolato in un modulo di 30 ore, dal 26 novembre all’11 dicembre, e le iscrizioni saranno aperte fino al 15 novembre sul sito www.insiemeineuropa.it, una piattaforma da me realizzata per rimanere costantemente informati e aggiornati, gratuitamente, su tutti i bandi europei, nazionali e regionali.

Ritengo che questa sia un’occasione preziosa per approfondire competenze e conoscenze e per orientare cittadini e imprese nella presentazione di progetti europei.

L’Europa offre molte opportunità ma bisogna conoscerle per poterle utilizzare.

Per iscriversi o avere maggiori informazioni:  https://www.insiemeineuropa.it/iscrizione-al-corso-europrogettazione-2024/

INTERVISTE E RASSEGNA STAMPA

INTERVISTE E RASSEGNA STAMPA

Qui potrai guardare tutte le mie interviste, i miei interventi al Parlamento europeo a Bruxelles, in plenaria a Strasburgo e nelle varie trasmissioni televisive e radiofoniche. Potrai, inoltre, ascoltare i miei podcast e leggere la rassegna stampa con gli articoli di giornale che mi riguardano.

INTERVENTI / INTERVISTE

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IUS SCHOLAE: LAVORIAMO A UNA NOSTRA PROPOSTA

IUS SCHOLAE: LAVORIAMO A UNA NOSTRA PROPOSTA

Nel corso dell’estate e, ancora di più, in queste ultime settimane il dibattito politico si è concentrato sulla proposta di Forza Italia di arrivare ad una revisione delle norme sulla cittadinanza sulla base del principio dello ius scholae.

A riguardo, Forza Italia, che si è sempre posta come obiettivo un Paese inclusivo e mai divisivo dove le diversità sono motivo di crescita culturale e sociale e mai di regresso, ha una proposta chiara e concreta che intende presentare agli alleati di Governo prima del suo deposito alla Camera. La proposta intende riconoscere la cittadinanza ai minori stranieri che abbiano completato un ciclo di studi di 10 anni.

Il testo prevedrebbe anche una restrizione a due generazioni, quindi al massimo ai nonni, per la possibilità di acquisire la cittadinanza per “ius sanguinis”. A coloro che su questa proposta si stanno opponendo, ancor prima di leggerla, suggerisco di farsi un giro nelle scuole, negli oratori, nelle associazioni sportive e culturali di ogni città o piccolo comune per rendersi conto di come sia necessario rivedere l’attuale normativa e considerare nuovi parametri per riconoscere la cittadinanza a chi ha fatto o farà un reale percorso di integrazione ed identità nazionale.

Allo stesso tempo, rispetto al tentativo del centrosinistra di voler spaccare la maggioranza di Governo con la presentazione di un emendamento in merito nell’ambito della discussione sul Decreto sicurezza, faccio presente che il tema è troppo serio per finire tra le polemiche politiche dei diversi schieramenti o ridotto a un semplice emendamento ed è per questo che serve una proposta di riforma della cittadinanza più organica che tenga conto delle diverse sensibilità e, soprattutto, prenda atto della realtà. 

DIRETTIVA BOLKESTEIN: ULTIME PROROGHE E POI LE GARE

DIRETTIVA BOLKESTEIN: ULTIME PROROGHE E POI LE GARE

Il governo italiano, con non poche difficoltà ed anche critiche da parte degli operatori balneari, ha raggiunto un’intesa definitiva con l’Unione Europea riguardo l’applicazione della c.d. Direttiva Bolkeistein, chiudendo così un capitolo importante per migliaia di imprenditori e famiglie italiane dopo anni di incertezze.

Sicuramente i balneari si aspettavano una soluzione diversa che, partendo dalla mappatura della risorsa attestante la non scarsità, non prevedesse le procedure di gara che, a loro avviso, rappresentano un serio e motivato rischio di perdere una parte importante dell’economia italiana. Purtroppo è indubbio che, a causa del mancato e tempestivo recepimento della direttiva Bolkestein da parte dell’Italia, si sia creato negli anni un vuoto normativo che ha generato contenziosi a livello nazionale ed europeo, mettendo in difficoltà gli Enti locali e creando incertezza tra gli operatori economici interessati.

Forza Italia, in questi anni, ha avuto un dialogo costante con essi condividendo anche le forti perplessità su una normativa che, probabilmente, non ha tenuto in debita considerazione la tipicità di una parte importante della nostra economia turistica che ha visto proprio gli operatori balneari, legittimamente assegnatari di porzioni del demanio marittimo, garantire un’offerta turistica che ha reso l’Italia unica al mondo.

Ora si apre una nuova fase ed il decreto del 17 settembre 2024, tra le sue disposizioni, prevede l’obbligo di gara, nel rispetto dei principi di trasparenza, non discriminazione e parità di trattamento, con criteri di valutazione legati alla qualità del servizio, valorizzazione del territorio, sostenibilità e inclusione sociale, garantendo l’accesso a piccole imprese e giovani imprenditori. Le nuove concessioni varieranno tra 5 e 20 anni in base agli investimenti previsti ed il canone dovrà essere aggiornato in base alla redditività e all’uso delle aree demaniali in concessione.

Il Decreto in questione prevede anche la possibilità di prorogare le attuali concessioni fino al 2027 ed il riconoscimento degli investimenti degli ultimi 5 anni, non ancora ammortizzati. Anche su questo fronte gli operatori balneari hanno espresso forti critiche perché avrebbero voluto vedersi riconoscere il c.d. avviamento aziendale e non il semplice mancato ammortamento degli investimenti che negli ultimi 5 anni sono stati ridotti per causa del Covid e dell’assoluta mancanza di certezza sulle scadenze delle concessioni.

GLI “STUDY DAYS” DEL PPE A NAPOLI E IL RUOLO DI FORZA ITALIA

GLI “STUDY DAYS” DEL PPE A NAPOLI E IL RUOLO DI FORZA ITALIA

Gli “study days” del Partito Popolare Europeo, tenutisi a Napoli dal 24 al 27 settembre scorso, sono stati 4 giorni di approfondimenti e confronti sui temi di attualità internazionale e sulle prossime sfide della legislatura appena iniziata, ma hanno rappresentato anche l’ulteriore conferma del riconoscimento da parte del primo partito politico d’Europa dell’importanza strategica dell’Italia e di Forza Italia nello scenario internazionale.

La scelta di Napoli, che il prossimo anno celebrerà i suoi 2500 anni di storia, non è stata fatta a caso perché essa rappresenta la città dell’inclusione, con le sue diverse sfumature, una ricca storia, una prestigiosa tradizione e soprattutto una collocazione geografica strategica sul Mediterraneo, al centro dei dibattiti principali degli “study days”, con la sottoscrizione di un “patto” per rilanciare e rafforzare i legami tra le nazioni europee e quelle dell'area mediterranea.

Significativi sono stati gli interventi dei ministri italiani di Forza Italia, Elisabetta Casellati e Gilberto Pichetto Fratin, sugli aspetti delle riforme istituzionali in corso e sulla visione pragmatica della transizione verde nella quale la sostenibilità ambientale sia sempre più declinata anche dal punto di economico e sociale.

Atteso e apprezzato è stato l’intervento di Antonio Tajani, ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione internazionale, nonché segretario nazionale di Forza Italia che ha presentato la linea del nostro partito nelle varie strategie europee, ma, soprattutto, in tema di immigrazione e politica estera e di difesa comune per dare all’Unione europea una credibilità ed autorevolezza globale.

Forza Italia si è presentata all’appuntamento di Napoli forte della sua posizione a livello nazionale essendo l’unico partito italiano della famiglia del PPE, ma anche con un importante aumento di gradimento con cui punta a raggiungere il 20% alle prossime elezioni politiche in ragione di un percorso intrapreso da Antonio Tajani, fatto di coerenza e responsabilità per garantire all’Italia un governo forte, concreto, convintamente europeista e atlantista.

LA NUOVA COMMISSIONE EUROPEA: RAFFAELE FITTO LA PERSONA GIUSTA

LA NUOVA COMMISSIONE EUROPEA: RAFFAELE FITTO LA PERSONA GIUSTA

La Presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, ha presentato i 27 nuovi commissari designati dai Paesi membri. La lista ha incluso 11 donne e 16 uomini, con 14 appartenenti al Partito Popolare Europeo. L'Italia ha indicato Raffaele Fitto al quale la Presidente ha proposto il ruolo di vicepresidente esecutivo, con delega ai fondi di Coesione e Riforme.

La nuova squadra, che rappresenterà la Commissione europea per i prossimi cinque anni, non potrà comunque insediarsi immediatamente: ciascun candidato dovrà prima sostenere un’audizione davanti alle Commissioni del Parlamento europeo competenti nel settore di cui si dovrà occupare e poi tutto il Collegio dei Commissari sarà sottoposto al voto del parlamento in plenaria.

Nonostante le solite polemiche di alcuni partiti italiani ed europei sulla designazione del Ministro Fitto, quale rappresentante del Gruppo politico dei Conservatori (ECR) e ancor di più sul ruolo che avrà nella Commissione europea, avendo conosciuto Raffaele nella sua precedente esperienza in Forza Italia e da parlamentare europeo, sono certo che le sue capacità e competenze saranno riconosciute da tutti.

Raffaele Fitto, infatti, è persona moderata, aperta al confronto e ha la giusta esperienza e conoscenza delle dinamiche europee, diverse da quelle nazionali, che gli permetteranno di dare il significativo contributo dell’Italia in questa delicata fase in cui l’Europa deve affrontare sfide sempre più complesse. Bisogna evidenziare che Fitto non è il candidato del Governo, o di un partito, ma di un Paese, l’Italia, che è tra i fondatori dell’Unione europea e tra le prime potenze economiche mondiali.

Il suo ruolo europeo è motivo di orgoglio per la nostra nazione, ma anche per Forza Italia che con il segretario nazionale Antonio Tajani ha lavorato fin dall’inizio a promuovere, sostenere e difendere questa candidatura, sottolineando come un voto contrario di alcuni gruppi politici sarebbe un voto contrario all’Italia.

Il Commissario italiano avrà l'opportunità di svolgere un ruolo significativo in questa legislatura, non solo grazie alle deleghe, ma anche perché il Governo italiano è tra i pochi stabili in Europa, a differenza di Francia e Germania che affrontano gravi difficoltà. L'Italia, in questo senso, ha le condizioni per assumere un ruolo chiave nella guida di un processo di rilancio e rinnovamento dell’Unione europea anche sulla base delle proposte di Mario Draghi.

Per questo penso che sia doveroso fare quadrato intorno a Raffaele Fitto, indipendentemente dalle posizioni politiche nazionali e valutare le sue proposte senza alcun pregiudizio ideologico.

REPORT DRAGHI, L’EUROPA È DAVVERO ALL’ULTIMO APPELLO?

REPORT DRAGHI, L’EUROPA È DAVVERO ALL’ULTIMO APPELLO?

Il Report di Mario Draghi, presentato a Bruxelles il 9 settembre scorso, redatto su richiesta di Ursula von der Leyen per comprendere il futuro dell’Unione europea in termini di innovazione e competitività contribuirà al lavoro della Commissione europea su un nuovo piano per la prosperità sostenibile e la competitività dell'Europa.

La nuova strategia industriale si basa su quattro pilastri: innovazione, decarbonizzazione, sicurezza economica e militare, e mobilitazione di capitali. L'innovazione è cruciale per colmare il divario con Stati Uniti e Cina, con 200 miliardi di euro destinati alla ricerca. La decarbonizzazione deve essere competitiva, con misure per ridurre i costi energetici. Sul fronte della sicurezza, l'UE deve garantire risorse critiche e rafforzare l'industria della difesa. Per raggiungere gli obiettivi prefissati, è emersa la necessità di investimenti pari 750-800 miliardi di euro annui, provenienti da un mix di risorse, pubbliche con la partecipazione del mondo privato.

Il rapporto ha suscitato ampi dibattiti sia a Bruxelles che a Roma, ma ha anche confermato ciò che Silvio Berlusconi e Antonio Tajani, insieme alla delegazione di Forza Italia al Parlamento europeo, avevano già previsto e richiesto nelle loro interrogazioni alla Commissione Europea nel 2021 e nel 2022.

Il piano di Draghi, infatti, descritto come un "ultimo appello" per l'Unione Europea, sottolinea, su tutto, la necessità di rivedere l’impianto della governance dell’unione e mobilitare risorse ingenti, ricorrendo anche al debito comune, per affrontare le sfide globali. L’Europa non può restare sorda a questo appello se vogliamo ridurre i divari digitali, energetici e sociali, rafforzare la competitività e l’autonomia europea, senza rinunciare all’impegno ambientale che continua ad essere centrale ma integrato ad obiettivi pragmatici di sostenibilità economica e sociale.

Occorre lo sforzo di tutti per ridisegnare il volto dell’Europa, a cominciare dalla sua architettura economica, se vogliamo rispondere in maniera efficace alle sfide che ci attendono. 

LA RELAZIONE FINALE DEL DIALOGO STRATEGICO SUL FUTURO DELL’AGRICOLTURA NELL’UE

LA RELAZIONE FINALE DEL DIALOGO STRATEGICO SUL FUTURO DELL’AGRICOLTURA NELL’UE

Dopo le importanti proteste degli agricoltori in tutta l’Europa, la Presidente Ursula von der Leyen e l’intera Commissione, unitamente ad alcuni provvedimenti con cui hanno iniziato a rivedere le modalità attuative delle strategie “green deal” in agricoltura, hanno anche avviato un confronto serrato con i vari attori della filiera agroalimentare per delineare una visione comune per i sistemi agricoli e alimentari dell'UE.

Alcuni indirizzi di questo confronto erano stati illustrati dalla Presidente von der Leyen nella presentazione della sua candidatura al congresso PPE di Bucarest. Sono stati poi anticipati in occasione del suo insediamento di luglio a Strasburgo quando la delegazione di Forza Italia ha deciso di sostenerla rappresentando però la necessità di garantire una discontinuità di metodo rispetto alla legislatura passata, soprattutto sul tema dell’agricoltura e dell’ambiente.

La relazione finale, presentata nella plenaria di settembre, si basa su cinque pilastri che punteranno proprio a migliorare le prospettive per agricoltori e comunità rurali, ma, soprattutto, a sfruttare le opportunità tecnologiche promuovendo un sistema alimentare competitivo e sostenibile per tutti gli Stati membri: lavorare insieme per un futuro sostenibile, resiliente e competitivo; progredire verso sistemi agroalimentari sostenibili; promuovere la resilienza trasformativa; costruire un settore attraente e diversificato; migliorare l'accesso alla conoscenza e all'innovazione e il loro utilizzo.

Come ho fortemente ribadito durante i lavori della plenaria a Strasburgo, l'agricoltura è un settore vitale della nostra Europa e la resilienza mostrata dagli agricoltori europei durante la pandemia ne è stata la conferma. Molte delle conclusioni nella relazione rappresentano un segnale positivo e sono in linea con ciò che Forza Italia ed il PPE hanno sempre sostenuto perché riscontriamo finalmente un approccio pragmatico, che mette al centro l’agricoltore, in cui la sostenibilità è intesa non solo da un punto di vista ambientale, ma anche sociale, economico e produttivo.

Questo documento pone le basi per azioni ambiziose e indispensabili di un settore che non è solo un pilastro economico, ma un baluardo di sovranità alimentare e ambientale, un settore sempre più strategico per garantire e rafforzare la nostra competitività ed autonomia. L’Europa non può più perdersi in pericolose ideologie, come in passato, che si sono rivelate inutili “vorrei ma non posso” e, in questo scenario, Forza Italia, in quanto unico partito italiano all'interno del Partito Popolare Europeo, continuerà a rappresentare con forza e determinazione gli interessi dell’Italia, sfruttando l'influenza e il peso che nessuno più del PPE ha nel contesto europeo.

IL MIO INSEDIAMENTO NELLE COMMISSIONI AGRI, AFCO, IMCO E SEDE

IL MIO INSEDIAMENTO NELLE COMMISSIONI AGRI, AFCO, IMCO E SEDE

Entrare di nuovo al Parlamento europeo, dopo la rielezione dello scorso giugno, per iniziare la mia seconda legislatura, è stato probabilmente più emozionate della prima volta perché consapevole delle tante sfide che attendono ora l’Europa sia sotto il profilo geopolitico che sotto quello economico e sociale.

Sono entusiasta di riprendere il cammino da dove avevo lasciato e di contribuire, con il massimo impegno e con grande dedizione, a dare una nuova identità alla nostra Europa rendendo i cittadini orgogliosi di essa, trasformando le difficoltà che troveremo sulla strada in opportunità per il benessere e il futuro di tutti gli europei.

Dal cambiamento climatico alle crisi energetiche, dalla tutela dei diritti umani fino alla gestione dei flussi migratori e alla necessità di promuovere una politica estera e di difesa comune: sono tanti gli obiettivi che bisogna raggiungere, ognuno facendo la sua parte, io per primo, con la consapevolezza dell’importanza del ruolo che mi è stato rinnovato grazie alla stima di più di 40.000 elettori.

Anche in questa legislatura sarò membro della Commissione per l'Agricoltura e lo Sviluppo rurale (AGRI) e continuerò a sostenere tutto il comparto agricolo europeo, soprattutto quello italiano, tutelando e promuovendo il nostro Made in Italy, rappresentando le esigenze degli agricoltori ai quali va riconosciuto il merito di garantire la nostra autonomia e sicurezza alimentare. Proseguirò i lavori nella Commissione per gli Affari costituzionali (AFCO) dove mi auguro che la proposta di revisione dei Trattati possa essere discussa e portata avanti per poter dare all’Unione europea una governance più rapida e resiliente. Sarò anche componente della Commissione per il mercato interno e la Protezione dei consumatori e continuerò a seguire gli sviluppi della legislazione sull’intelligenza artificiale e sulle piattaforme digitali. In questa legislatura, inoltre, sarò anche componente della Commissione Sicurezza e Difesa europea (SEDE) e della Delegazione interparlamentare con la NATO.

Questa nuova esperienza rappresenta una novità non solo per me, ma per tutto il Parlamento che dovrà lavorare per promuovere e costruire una politica di difesa comune per far fronte agli scenari geopolitici sempre più complessi nei quali l’Unione europea deve essere credibile e determinante. Sono pronto e assolutamente consapevole delle sfide e del lavoro che mi aspettano, soprattutto avverto la responsabilità di rappresentare i cittadini europei, in primis i tanti che mi hanno concretamente scelto quale loro rappresentante. Questo sarà lo stimolo per continuare a lavorare ad un'Europa più forte, coesa e giusta per tutti.