Innanzitutto, poiché ogni alimento cambia la sua composizione e i suoi effetti nutrizionali quando è combinato con altri cibi. In secondo luogo, perché la struttura di un alimento viene modificata durante la fase di preparazione e cottura, che tra l’altro spesso include l’aggiunta di altri ingredienti. Infine, poiché i profili nutrizionali partono dai valori di riferimento sull’assunzione quotidiana di diversi alimenti e che vengono stabiliti per l’intera dieta. Bisogna tenere a mente che non sono i singoli alimenti a causare problemi di salute come ad esempio l’obesità, il diabete o le malattie cardiache, che sono un problema multifattoriale, in cui lo stile di vita delle persone è determinante. Quindi, più che eliminare totalmente degli alimenti o delle categorie alimentari dalla propria alimentazione, bisognerebbe tenere un regime alimentare equilibrato nel suo complesso, in cui ogni alimento può avere un posto nelle appropriate quantità. E’ scontato dire che per prevenire alcune malattie è necessario svolgere sempre un adeguato livello di attività fisica. Voglio ricordare che il Parlamento Europeo nel 2016 si è già espresso contro l’utilizzo da parte delle aziende di pubblicità salutistiche sulla base dei profili nutrizionali. Io credo che il sistema di etichettatura Nutriscore semplifichi eccessivamente i prodotti, classificandoli in buoni e cattivi, in base al colore verde, giallo e rosso, dove il colore rosso indica un allarme, un segnale di pericolo su un determinato prodotto, ignorando il suo apporto nutritivo alla nostra salute. Quindi, seppure le sue intenzioni siano buone, il rischio di un sistema come Nutriscore è proprio quello di demonizzare alcuni alimenti, spaventando il consumatore che si trova di fronte ad una scelta ridotta a tre semplici colori. Chi di noi non si sentirebbe almeno un po’ in colpa a comprare un alimento segnalato come rosso, quando accanto ne abbiamo uno più rassicurante contrassegnato in verde? In realtà, bisogna prendere in considerazione il reale consumo giornaliero di alimenti e bevande e non la generica unità di misura di 100 gr/ml, a cui fa riferimento il sistema di etichettatura Nutriscore. A mio avviso, l’UE deveimpegnarsi per avere un sistema armonizzato comune, che permetta al consumatore di fare una scelta consapevole, responsabile e sostenibile. Il sistema a batteria, ad esempio,utilizza il simbolo della batteria dove il livello di carica rappresenta l’apporto nutrizionale di un alimento rispetto al complessivo fabbisogno alimentare giornaliero. Per concludere: è fondamentale fornire una chiara e corretta informazione sui cibi che noi e le nostre famiglie consumiamo; ma per essere tale deve essere supportata da evidenze scientifiche, altrimenti rischia di risultare fuorviante. Inoltre, se volgiamo sconfiggere l’obesità ed altre malattie derivanti dalla cattiva alimentazione che stanno colpendo i cittadini, bisogna focalizzare l’attenzione anche sull’educazione al mangiare sano, integrandola con sport e attività fisica.
Innanzitutto, poiché ogni alimento cambia la sua composizione e i suoi effetti nutrizionali quando è combinato con altri cibi. In secondo luogo, perché la struttura di un alimento viene modificata durante la fase di preparazione e cottura, che tra l’altro spesso include l’aggiunta di altri ingredienti. Infine, poiché i profili nutrizionali partono dai valori di riferimento sull’assunzione quotidiana di diversi alimenti e che vengono stabiliti per l’intera dieta. Bisogna tenere a mente che non sono i singoli alimenti a causare problemi di salute come ad esempio l’obesità, il diabete o le malattie cardiache, che sono un problema multifattoriale, in cui lo stile di vita delle persone è determinante. Quindi, più che eliminare totalmente degli alimenti o delle categorie alimentari dalla propria alimentazione, bisognerebbe tenere un regime alimentare equilibrato nel suo complesso, in cui ogni alimento può avere un posto nelle appropriate quantità. E’ scontato dire che per prevenire alcune malattie è necessario svolgere sempre un adeguato livello di attività fisica. Voglio ricordare che il Parlamento Europeo nel 2016 si è già espresso contro l’utilizzo da parte delle aziende di pubblicità salutistiche sulla base dei profili nutrizionali. Io credo che il sistema di etichettatura Nutriscore semplifichi eccessivamente i prodotti, classificandoli in buoni e cattivi, in base al colore verde, giallo e rosso, dove il colore rosso indica un allarme, un segnale di pericolo su un determinato prodotto, ignorando il suo apporto nutritivo alla nostra salute. Quindi, seppure le sue intenzioni siano buone, il rischio di un sistema come Nutriscore è proprio quello di demonizzare alcuni alimenti, spaventando il consumatore che si trova di fronte ad una scelta ridotta a tre semplici colori. Chi di noi non si sentirebbe almeno un po’ in colpa a comprare un alimento segnalato come rosso, quando accanto ne abbiamo uno più rassicurante contrassegnato in verde? In realtà, bisogna prendere in considerazione il reale consumo giornaliero di alimenti e bevande e non la generica unità di misura di 100 gr/ml, a cui fa riferimento il sistema di etichettatura Nutriscore. A mio avviso, l’UE deveimpegnarsi per avere un sistema armonizzato comune, che permetta al consumatore di fare una scelta consapevole, responsabile e sostenibile. Il sistema a batteria, ad esempio,utilizza il simbolo della batteria dove il livello di carica rappresenta l’apporto nutrizionale di un alimento rispetto al complessivo fabbisogno alimentare giornaliero. Per concludere: è fondamentale fornire una chiara e corretta informazione sui cibi che noi e le nostre famiglie consumiamo; ma per essere tale deve essere supportata da evidenze scientifiche, altrimenti rischia di risultare fuorviante. Inoltre, se volgiamo sconfiggere l’obesità ed altre malattie derivanti dalla cattiva alimentazione che stanno colpendo i cittadini, bisogna focalizzare l’attenzione anche sull’educazione al mangiare sano, integrandola con sport e attività fisica.