On. Salvatore De Meo
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Forse, più che di gioia, quello che si è alzato tra gli italiani l’11 luglio alle 23:54 è stato un urlo liberatorio. In quell’esultanza che ha accomunato tutto il nostro Paese c’era la felicità, la sportiva sofferenza, la speranza, la determinazione e la rivalsa di chi ha vinto non solo un trofeo, ma molto di più. Credo che sia stato il momento cruciale e felice per tutti gli italiani, non solo appassionati di sport, dopo tanto tempo: l’Italia campione d’Europa. Quella sera davanti alle tv a stare con il fiato sospeso, a cantare l’Inno di Mameli di unità e di ideali condivisi, c’erano famiglie, amici, bambini, anziani. La Nazionale italiana ha avuto il pregio di unire tutti in un unico grande tifo, ci ha fatto sentire fratelli e figli di una nazione forte e famosa non solo in Europa, ma in tutto il mondo. La Coppa alzata al cielo di Wembley è il successo di chi ha saputo rappresentare sul campo il carattere e la personalità dell’Italia. Se ci guardiamo alle spalle, infatti, non possiamo dire di aver attraversato un anno facile, anzi. Il mondo è stato messo in ginocchio da una pandemia di cui si stanno sentendo ancora i devastanti effetti sanitari, sociali ed economici. L’Italia, uno dei primi Paesi più colpiti, ha saputo reagire spinta da un’incredibile desiderio di ripartenza, di ritorno alla normalità, di rivincita. Una rinascita non è mai facile, è spesso figlia di ferite profonde, ma è sorella di tenacia e forza, di resilienza e di coraggio, di umiltà e di ambizione. Per troppi versi siamo stati spesso giudicati un Paese vecchio ed allora ben venga che lo spirito e lo slancio trovino fondamenta concrete nella grinta dei giovani italiani che sono il cuore pulsante, ognuno a suo modo, della ripartenza e del futuro del nostro Paese. E’ proprio dai giovani della musica, dello sport e del cinema che abbiamo ottenuto le più grandi soddisfazioni in questo nuovo anno. All’Eurovision Song Contest, i Maneskin con “Zitti e buoni” e la loro performance sul palco d’Europa hanno messo d’accordo tutti regalando all’Italia il successo dopo 31 anni. L’anno del riscatto italiano è continuato nei cinema di tutto il mondo con il giovane protagonista di “Luca”, il nuovo film d’animazione Disney e Pixar diretto dal candidato Premio Oscar Enrico Casarosa che racconta al mondo di un’incredibile estate nella città di mare italiana Portorosso. I successi maggiori però sono arrivati dallo sport: per la prima volta nella storia del tennis, infatti, Matteo Berrettini è stato il primo italiano ad arrivare alla finale di Wimbledon dopo 134 anni sfidando un pluricampione come Djokovic e perdendo con talento ed entusiasmo segnando l’inizio di un brillante futuro. La squadra di atletica under 23, negli Europei in Estonia, con 6 ori, 5 argenti e 2 bronzi, ha ottenuto un primo posto da record: nessuna squadra italiana, infatti, ha mai portato a casa un medagliere di tali proporzioni. Il basket, il softball, ma anche gli atleti impegnati nelle Olimpiadi di Tokyo, come la Pellegrini e Montano che, pur avendo annunciato il loro addio, hanno segnato, nelle rispettive discipline, primati importanti per il nostro Paese, ci hanno regalato enormi soddisfazioni portando i colori dell’Italia sul podio con orgoglio e con determinazione. E’ stata poi una domenica da incorniciare per l’atletica italiana quella del 1 agosto quando Gianmarco Tamberi ha vinto la medaglia d’oro nel salto in alto e Marcell Jacobs nei 100 metri stabilendo il nuovo record europeo. Il grande successo nella finale di Euro 2020 con la vittoria ai rigori contro l’Inghilterra e la Coppa alzata al cielo dagli Azzurri capitanati da Chiellini e guidati da Mancini ha rappresentato però la prima grande vittoria, quella più emblematica. Sul quel podio quella sera, insieme al presidente Mattarella in tribuna, c’erano davvero tutti gli italiani a festeggiare. Non posso che unirmi al coro dei ringraziamenti a tutti i nostri Azzurri, ma, in generale, a tutti coloro che in questo 2021 hanno saputo interpretare al meglio il sentimento di rinascita e di forza italiano, facendoci emozionare, commuovere, gioire, dimostrando a molti quanto sia bello il nostro Paese, ma, soprattutto, rappresentando quelle che sono le nostre eccellenze non solo nello sport, ma anche nella moda, nell’arte, nella cultura, nella cucina, nelle passioni e nelle sfide. Dopo tanti mesi duri, è stato un po' come dire al mondo: l’Italia “s’è desta”.