Strasburgo, 17 febbraio 2022. Il mio intervento in plenaria. Proprio in questi giorni quest’aula ha discusso e approvato la Relazione per una strategia europea contro il cancro, affinché l’Unione europea rafforzi le sue azioni di ricerca, di prevenzione e di cura per combattere questa insidiosa malattia. Abbiamo tutti riconosciuto come la lotta al cancro debba essere una priorità e abbiamo condiviso la necessità di fare di più. Nel frattempo però milioni di europei continuano ad ammalarsi o a morire di cancro, e ciò su cui vorrei che riflettessimo oggi sono i dati che sono stati enunciati dalla Relatrice, dal Commissario, dai colleghi, dati impressionanti, dati che non possiamo accettare. A distanza di poche ore dall’approvazione della Relazione BECA, il Parlamento è chiamato e decidere con un altro provvedimento che, seppur apparentemente diverso, vede proprio nel cancro l’elemento di collegamento, facendoci capire quanto sia necessario intervenire su più fronti per debellare dal nostro continente questa malattia. Il cancro è pericoloso soprattutto per i modi e i tempi in cui si sviluppa. La prevenzione diventa quindi l’arma più efficace per combatterlo, insieme ad un potenziamento della ricerca e di azioni comuni, che possono essere meglio affrontate con un’azione congiunta dell’Unione e una legislazione a livello europeo capace di adattarsi ai nuovi pericoli a cui sono esposti i lavoratori. Secondo le stime, le norme che oggi approviamo ridurranno di circa un milione l’esposizione dei nostri lavoratori europei alle sostanze chimiche cancerogene. Nel provvedimento apprezzo l’attenzione che è stata data ai lavoratori del comparto ospedaliero, da due anni in prima linea nella pandemia. Proprio gli operatori sanitari, infatti, hanno quotidianamente a che fare con medicinali pericolosi, metà dei quali reprotossici, per i quali è necessario avere una giusta formazione e un’adeguata formazione per maneggiare questi prodotti. Oggi, quindi, con la quarta modifica che arriviamo ad apportare a questa Direttiva, non solo aggiorniamo l’elenco delle sostanze cancerogene, che andrebbe ulteriormente rivisto con un lasso temporale minore, ma fissiamo anche un livello europeo di limiti di esposizione ad esse. Oggi, cari colleghi, facciamo un altro passo in avanti per proteggere cittadine e cittadini europei che anche sui luoghi di lavoro devono sentirsi sicuri grazie ad un’Europa che c’è e tutela la loro salute.
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