On. Salvatore De Meo
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La Commissione europea ha deciso che anche il gas e il nucleare possono essere considerati fonti energetiche utili alla transizione ecologica e avere, a determinate condizioni, l'etichetta europea per gli investimenti verdi. Nel dettaglio, il testo approvato prevede che gli investimenti nelle centrali nucleari siano etichettati come green a patto che i progetti siano ben definiti nella sicurezza delle tecnologie e nel piano di stoccaggio e gestione dei relativi rifiuti. Per considerare verdi gli investimenti nel gas, invece, le nuove centrali potranno essere realizzate entro il 2030 a condizione che dovranno sostituire impianti più inquinanti al fine di produrre emissioni inferiori ed in regola con i nuovi canoni stabiliti dall’UE. Tutto questo non significa rinunciare alla priorità delle energie rinnovabili, ma con un sistema più ampio di fonti energetiche si potrà più facilmente raggiungere la neutralità climatica considerando che gas e nucleare hanno un minore impatto ambientale del carbone: essi possono quindi rappresentare una fonte “ponte” di energia che ci permetterà di raggiungere realmente gli obiettivi di riduzione della CO2 in maniera più veloce. Forza Italia condivide la possibilità di poter considerare anche queste fonti energetiche perché crediamo che siano utili per raggiungere realmente la neutralità climatica ed una maggiore autonomia energetica europea, ma anche perché sosteniamo che la transizione verde debba essere un’opportunità per creare valore e posti di lavoro e non debba penalizzare l’economia di famiglie ed imprese. In ogni caso, il provvedimento della Commissione sulla tassonomia energetica rimane uno strumento di indirizzo e non impone obblighi o divieti sulle varie soluzioni per le quali saranno gli Stati membri a dover scegliere responsabilmente e senza pregiudizi ideologici le proprie strategie energetiche. Questa decisione risulta essere ancora più importante nel mutevole clima geopolitico di questi giorni in cui, alla già presente crisi energetica, si aggiunge l’inasprimento delle relazioni con la Russia, uno dei principali fornitori di gas del continente europeo. L’Italia rientra tra i principali consumatori di questo combustibile in quanto viene impiegato per la produzione di quasi metà dell’energia prodotta in un anno, elemento che la rende vulnerabile alle fluttuazioni di prezzo e di offerta. Ciò è in parte dovuto alla mancata lungimiranza di alcune scelte del passato i cui effetti però, grazie al Green Deal, avranno sempre meno influenza sul mercato energetico europeo. L’Ue potrà contare sugli aiuti provenienti dall’alleanza atlantica per risolvere questa crisi energetica e dalle forniture di gas provenienti dagli altri Paesi asiatici ed africani che riforniranno l’Europa mediante i gasdotti costruiti degli ultimi decenni. Nel medio-lungo periodo, invece, anche grazie ai finanziamenti del Next Generation EU e ai provvedimenti della Commissione, come quello sulla tassonomia energetica, l’Europa potrà rendere il suo mercato energetico più verde e più indipendente da influenze straniere.