Il 18 gennaio scorso, a Strasburgo, abbiamo approvato una relazione che chiede norme UE armonizzate per fornire una migliore protezione agli utenti del settore dei videogiochi online.
Durante il dibattito, sono intervenuto per sottolineare il riconoscimento di un settore, quello dei videogiochi, come essenziale all’interno del mercato unico digitale europeo. L’industria dei videogiochi, infatti, è tra le più grandi al mondo con oltre 2,8 miliardi di consumatori che giocano regolarmente tra cui bambini, adolescenti e adulti per un fatturato, dati alla mano, di oltre 15 miliardi di dollari solo nel 2020. La crescita più rapida è avvenuta proprio in Europa, contribuendo allo sviluppo di nuove tecnologie e generando oltre 90.000 posti di lavoro.
Alla luce di questo ultimo dato, non possiamo ignorare i risvolti pericolosi di un uso improprio e poco moderato dei videogiochi che possono avere un impatto negativo su relazioni sociali, salute mentale, lavoro e rendimento accademico.
Nel mio intervento ho voluto porre l’attenzione sulle “loot boxes”, scatole premio o pacchetti a sorpresa di contenuti digitali che si possono acquistare con denaro reale mentre si gioca online. L’oggetto di ogni loot box è casuale e può comprendere contenuti di gioco che permettono ai giocatori vantaggi oppure offrono oggetti da utilizzare sempre nel gioco. I consumatori però non hanno modo di sapere cosa contengono le scatole fino a quando non le hanno acquistate.
È ormai evidente e confermato da molti studi scientifici la correlazione tra il gioco d’azzardo e il sistema delle loot boxes, sottolineando come queste siano in grado di condizionare, soprattutto gli utenti minorenni, spingendoli a compiere delle micro transazioni e innescando, in essi, meccanismi di dipendenza e disturbo da gioco.
A riguardo, ho evidenziato quanto sia doveroso che la Commissione valuti se l'attuale quadro normativo per quanto riguarda le loot boxes e gli acquisti in-game sia sufficiente, sollevando la questione da eurodeputato, ma anche da genitore: è nostra responsabilità, infatti, monitorare e contrastare qualsiasi eventuale pratica commerciale ingannevole e manipolativa che minacci i consumatori e quelli che, in questo caso, potrebbero essere i nostri figli.
Il Parlamento con la sua risoluzione ha invitato la Commissione ad analizzare il modo in cui vengono vendute le loot boxes e ad adottare le misure necessarie per realizzare un approccio europeo comune in modo da garantire la protezione a tutti i consumatori.