Come è bello accorgersi sui media che qualche avveduto politico si cimenta e nei fatti si ricorda finalmente degli italiani residenti, stabilmente o meno, all’estero non considerandoli ancora figli di un Dio minore.
L’uomo, anzi il politico in questione, senza piaggeria o sviolinate di sorta, è oggi rinvenibile concretamente nella persona dell’on. Salvatore De Meo (nella foto), parlamentare di Forza Italia-PPE, proprio recentemente assurto ai fasti dell’incarico di presidente della Commissione Affari costituzionali del Parlamento europeo.
Con un recentissimo intervento in plenaria, a Strasburgo, De Meo ha voluto evidenziare l’importanza delle nuove norme, proposte in sede europea, in tema di diritti elettorali per i cittadini in mobilità dell’Unione.
Un tema dolente quest’ultimo, molto avvertito e da tanto tempo oggetto di doglianze e di espresse, concrete richieste di opportune modifiche.
«Prevedere azioni per favorire il diritto di voto e di eleggibilità, nelle elezioni europee e comunali, a tutti gli abitanti Ue che risiedono in uno Stato membro di cui non sono cittadini” – ha con enfasi affermato il neo presidente De Meo – “significa nei fatti sostenere e tutelare i principi fondanti dell’Europa, riducendo le discriminazioni e rafforzando la coesione, sociale e territoriale, tra i diversi Paesi della stessa UE.
“Sono oltre 12 milioni” – ha continuato testualmente nel suo discorso in plenaria l’on. De Meo – “i cittadini europei che vivono e sono residenti, anche in via temporanea, per lavoro o per studio, in uno Stato diverso da quello di origine e che, purtroppo, non vengono adeguatamente garantiti nell’esercizio dei loro diritti elettorali, sia nelle elezioni europee sia in quelle comunali. Si riscontra come ancora esigua e molto scarsa la loro affluenza alle urne, rispetto a quella dei cittadini nazionali in patria, ma ancora più bassa risulta la percentuale di coloro che, in un Paese diverso da quello di origine, decidono di candidarsi alle elezioni del momento.
“In realtà, questi cittadini” – ha proseguito il presidente De Meo, “rappresentano quella mobilità sociale, tanto auspicata da tutti, finalizzata a rafforzare il progetto d’integrazione europea”.
Ed è proprio in considerazione di tali motivi che il Parlamento Europeo è chiamato a esprimersi in maniera esplicita e chiara affinché gli stessi vengano facilitati nelle loro intenzioni sia di candidarsi o anche in quelle di poter votare.
“La partecipazione alla vita politica” – ha sintetizzato nella sua conclusione il presidente De Meo – “rappresenta il presupposto fondativo di ogni democrazia e le nuove norme proposte dall’Europa intendono proprio promuovere un’Unione sempre più vicina ai suoi cittadini, fornendo contestualmente loro anche un effetto di “europeizzazione”, e ciò per cambiare il modo in cui gli stessi cittadini vedono la democrazia, rafforzandone il sentimento di appartenenza e combattendo quello che è il vero nemico della politica per tutti: l’astensionismo».
Ai nostri connazionali all’estero ora la palla. Speriamo la giochino bene!
Fonte: romadailynews.it