On. Salvatore De Meo
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Nella plenaria di novembre avevo espressamente esortato la Commissione europea e il Consiglio europeo a presentare una proposta concreta per impedire l’immigrazione illegale, il traffico di esseri umani e l’ennesima strage di morti in mare. Durante la plenaria di marzo a Strasburgo abbiamo, invece, affrontato il terzo dibattito, negli ultimi tre mesi, sul tema dell’immigrazione senza che nulla sia cambiato. Un tema drammaticamente attuale su cui però, incredibilmente, si continua a parlare senza riuscire a trovare una soluzione comune. Durante il mio intervento davanti l’emiciclo, ho posto ai presenti proprio questa domanda: vale la pena continuare a discutere in aula se poi non c’è qualcuno che prenda in considerazione le nostre posizioni e, soprattutto, non dia seguito concretamente a ciò che il Parlamento ha più volte espresso?

Il naufragio di Cutro, l’ultima terribile disgrazia di un elenco che continua tristemente e quotidianamente ad allungarsi, ha sconvolto tutti profondamente ma, ancora una volta, l’Italia è stata resa, ingiustamente, protagonista di questa tragedia.

Come ho ribadito più volte quella di Cutro non è una tragedia italiana, è una tragedia europea. Così come non esiste un’emergenza migratoria in Italia, ma esiste un’emergenza migratoria in Europa e l’Europa deve intervenire, non solo continuare a discutere.

In questi ultimi giorni ho molto apprezzato il presidente del Consiglio Meloni che, oltra a porre il tema immigrazione al centro del Consiglio europeo, per la prima volta è riuscita a far prendere consapevolezza a tutti i Governi europei che l’Italia c’è e vuole fare la sua parte, ma non può essere sola. Con il dibattito al Consiglio europeo, infatti, sono stati fatti passi in avanti.

La mia speranza però è che adesso, più che mai, si comprenda fattivamente quanto sia fondamentale portare avanti una politica unica europea che preveda la solidarietà vera e indiscussa tra tutti gli Stati membri, il divieto ai trafficanti di esseri umani di gestire i flussi migratori e un nuovo patto per l’immigrazione che rafforzi la cooperazione con i Paesi di origine garantendo una migrazione legale che possa essere realmente accolta ed integrata.

Ora non ci sono più scuse altrimenti le prossime disgrazie in mare avranno un unico colpevole: l’Unione europea e la sua negligenza.