NOI SIAMO L’EUROPA e l’Europa deve ristabilire il legame con i suoi cittadini, riducendo la distanza che essi avvertono nei confronti delle istituzioni comunitarie.Vogliamo un’Europa che ascolti e recepisca le esigenze delle comunità e si impegni ad attuare politiche in grado di produrre risultati concreti. Tutto ciò passa attraverso la condivisione di idee ed esigenze dei territori, accrescendo il dialogo con i rappresentanti locali. L’Europa deve cambiare e dimostrare di voler mettere i suoi abitanti al centro del proprio progetto.
E’ indispensabile un RILANCIO DEGLI INVESTIMENTI INFRASTRUTTURALI per la mobilità dei cittadini e il trasporto delle merci, la difesa idrogeologica e antisismica, l’edilizia scolastica e sanitaria, la rigenerazione e riqualificazione delle aree urbane e il risanamento e la tutela ambientale: interventi capaci di migliorare il benessere e la qualità della vita, la competitività delle impresee l’attrattività dei territori, che devono essere sempre più connessi.
Il 30% degli europei non ha mai usato internet. ABBIAMO BISOGNO DI UN POTENZIAMENTO DELLA BANDA LARGA affinché l’economia cresca rapidamente, creando posti di lavoro e ricchezza, e i cittadini abbiano accesso a contenuti e servizi. Al tempo stesso occorre individuare azioni europee per difendere i minori dai rischi della rete, combattere le disparità di genere, frenare la dilagante disinformazione digitale.
L’Europa dei veti, della difficoltà di armonizzazione e della complessità decisionale non è più accettabile: è necessario procedere ad una effettiva ARMONIZZAZIONE DI REGOLE che permetta ad ogni Stato membro di vedersi riconosciute identiche aspettative e prospettive per favorire lo sviluppo equilibrato e sostenibile, la riduzione del divario strutturale tra regioni e paesi e le pari opportunità tra i cittadini. Tutto ciò deve tradursi in una pluralità di interventi finanziari.
La POLITICA DI COESIONE è la principale politica di investimento dell’Unione europea per sostenere nuovi posti lavoro, competitività e crescita economica, ridurre le disuguaglianze e migliorare la qualità della vita attraverso specifiche risorse economiche. I cittadini non sempre sanno di avere tale diritto. Per l’Italia, gli interventi della politica di coesione rappresentano ben il 12% degli investimentinazionali: essi vanno incrementati per la positiva incidenza sul sistema-paese e sulbenessere dei cittadini in termini di sviluppo economico e di aggregazione sociale eterritoriale, in particolare modo con inventivi a tasso zero e a fondo perduto a favore di giovani e donne che vogliono diventare imprenditori.
SEMPLIFICARE LA GESTIONE DEI FINANZIAMENTI COMUNITARI a livello centrale e locale è essenziale per evitare problemi in fase di programmazione e abbattere le barriere che ostacolano il reale utilizzo dei fondi: i Comuni devono essere facilitati e assistiti per consentire loro un accesso sempre più diretto ai finanziamenti comunitari e favorire nuove opportunità di sviluppo territoriale. Tutti gli investimenti portano lavoro e contribuiscono ad un maggiore sviluppo per le aziende e al miglioramento della qualità della vita. Destinare risorse alla formazione del personale degli Stati membri consentirà di superare le difficoltà di progettazione e uniformare i livelli di conoscenza delle opportunità europee.
E’ essenziale adottare un PROGRAMMA DI INTERVENTO A SOSTEGNO DELL’OCCUPAZIONE DEDICATO ALLE GIOVANI GENERAZIONI: investire sui giovani non è solo un dovere ma anche un’esigenza per accrescere le loro possibilità occupazionali, favorendone l’inserimento nel mercato del lavoro, e migliorare la qualità dell’istruzione e della formazione rafforzando le potenzialità già sperimentate con successo con il programma Erasmus+, una delle più significative opportunità offerte dall’Europa.
L’Europa deve impegnarsi fattivamente per ARGINARE L’IMMIGRAZIONE IRREGOLARE E RIMPATRIARE CHI NON HA DIRITTO DI RIMANERE. Ma per rimuovere le cause che costringono migliaia di essere umani a lasciare i propri Paesi di origine è necessario attuare un piano economico nei paesi di provenienza per investire in formazione, creare infrastrutture e avviare sviluppo economico.
Occorre condividere una nuova AGENDA EUROPEA PER LA CULTURA – nel segno della “Carta di Agrigento” recentemente sottoposta all’esame del Comitato Europeo delle Regioni, di cui sono componente – che metta al centro Comuni e autonomie locali per un percorso di valorizzazione integrato dei beni e delle identità culturali volto alla promozione comune delle potenzialità e della capacità di integrazione dei territori in Europa.